Il Francese

Il Francese, un nuovo personaggio dai tratti noti

Il Francese, un nuovo personaggio dai tratti noti. La nostra recensione dell’ultimo romanzo di Massimo Carlotto


Il Francese
Il Francese – La copertina del romanzo

Qual è il modo migliore per parlare di quelle zone d’ombra che circondano la nostra realtà?

Semplice. Far descrivere quei tratti ad un personaggio che in quegli ambienti ci vive.

Il Francese (Mondadori, 2022), ultimo romanzo di Massimo Carlotto, è un lavoro molto particolare. Che ad un nuovo schema affianca dei tratti noti che modellano un nuovo tipo di noir nella galassia letteraria di genere.

La trama racconta le vicende di Antonio Toni Zanchetta, un macrò che gestisce la maison, un gruppo di escort di alto bordo del nord-est.

Toni, il Francese, non è un protettore classico, almeno in apparenza. Divide a metà il guadagno con le sue mademoiselle e intrattiene rapporti di ogni tipo per evitare che queste diventino prostitute da strada.

Quando tutto sembra procedere secondo una scansione solita delle giornate, accade però qualcosa che rivoluzionerà tutto nella vita di Toni e delle ragazze. Claire, all’anagrafe Serena Perin, scompare misteriosamene. E tutti sono convinti che il macrò l’abbia rapita e poi uccisa.

Il Francese è un romanzo straordinario in cui molti elementi si collegano fra loro, in modo da far emergere tanto una descrizione dei nostri giorni quanto uno stile caratteristico segnato da un’amalgama di esperienze passate.

La novità assoluta è rappresentata senza dubbio da un differente protagonista.

Il Francese, infatti, è il personaggio migliore per narrare i fatti in quanto vive, si muove e si evolve attraverso gli eventi e i luoghi del racconto.

Rispetto a La signora del martedì e E verrà un altro inverno, Carlotto sembra tornare sui propri passi, spostando l’attenzione verso un soggetto che descrive una peculiare realtà mediante uno sguardo differente da quello solito.

A questo punto, se ne ricollega uno di fondamentale importanza: la tradizione letteraria.

Sia Toni Zanchetta che alcune dinamiche che si svilupperanno tra le pagine sembrano riprendere i lineamenti caratteristici dei romanzi precedenti dell’autore.

Tra i tanti ne abbiamo individuato due che ci hanno particolarmente affascinato.

Il primo è dato sicuramente dal Francese.

Personaggio duro, con un passato senza una morale e la volontà, seppur espressa a modo suo, di redimersi per rientrare nella società dal lato giusto.

Queste caratteristiche sono chiaramente riprese da uno sviluppo singolare del Giorgio Pellegrini protagonista di Arrivederci amore ciao e Alla fine di un giorno noiso.

Il Francese
Massimo Carlotto

Toni, in sostanza, è la riproposizione di uno sterotipo che, però, si destreggia nel mondo partendo già dalla parte sbagliata.

Il secondo, invece, è molto familiare a quanto presentato nella saga de L’Alligatore.

Al pari de La verità dell’Alligatore, anche ne Il Francese si arriva subito alla soluzione del caso. Il difficile viene tutto dopo, con la rivelazione dei veri colpevoli e la modifica dell’intero scenario dovuta a questa.

A ciò, inoltre, si associa anche una più ampia riflessione sui mezzi di comunicazione e sull’imbarbarimento delle masse.

Spesso e volentieri i social hanno un ruolo centrale nella storia. E spesso e volentieri sono funzionali a creare il mostro o il martire a seconda dei casi (o convenienze in questo specifico caso).

Peculiare è la vicenda del banchiere vestito da sposa che viene crocifisso per i suoi gusti sessuali, mostrati tramite un video diffuso sulla rete, ma quasi del tutto ignorato per le magagne (per essere gentili) compiute a danno dei cittadini.

Perno del romanzo, oltre Toni, sono anche le donne.

Donne forti, che sanno subire e sanno reagire. Donne che, grazie al loro intervento, riescono a salvare la situazione e che riescono, facilmente, a mettere in riga il Francese con le sue menzogne.

Tra queste il Commissario Ardizzone è un soggetto particolarmente intrigante. Con i suoi modi di fare pratici, non solo mette sui giusti binari diversi contesti, ma diventa il perfetto antangonista di Toni.

Una piacevole scorrevolezza e continui cambi di paradigma, costituiscono poi la ciliegina finale.

Insomma, anche in questo caso, qualcosa da non perdere assolutamente e da godere, per comprendere ancor meglio la quotidianità e tutto ciò che ci circonda.

Alessandro Falanga

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