E verrà un altro inverno

E verrà un altro inverno, la nuova concezione del noir

E verrà un altro inverno, la nuova concezione del noir. La nostra recensione dell’ultimo lavoro di Massimo Carlotto


E verrà un altro inverno
E verrà un altro inverno – La copertina del romanzo

Destrutturare e ricostruire. Andando ancor più a modellare un genere già plasmato in precedenza.

Dopo La signora del martedì, Massimo Carlotto presenta nuovamente una differente versione del noir. Che si discosta – e si presente al lettore sotto una nuova veste – da un processo evolutivo di genere che lo stesso scrittore ha intrapreso circa un anno fa.

E verrà un altro inverno (Rizzoli, 2021), infatti, non è il classico scritto su qualcosa che accade e che deve essere risolto. Ma un particolare viaggio all’interno della realtà di tutti i giorni, la nostra.

Una realtà particolare, inconfessabile. Dominata di virtù pubbliche e vizi privati.

La trama narra la storia di Bruno Manera e Federica Pesenti. I due vivono nella valle, zona industrializzata dello Stivale, che al suo interno è regolata da un rigido sistema in cui i maggiorenti (gli industriali facoltosi) dettano, sostanzialmente, l’andamento della vita.

Il loro legame è abbastanza debole. I due hanno età differenti, lui sulla cinquantina e lei sui trentacinque, e la loro esistenza, soprattutto quella di Bruno, si scontra con i dettami del posto.

Dopo una serie di minacce subite, Bruno scopre che le moglie lo tradisce con il consulente bancario Stefano Clerici, vecchia fiamma di Federica.

Solo con l’aiuto del vigilante Manlio Giavazzi, Bruno cercherà di venire a capo del piano alla base di tutto.

Ma una serie di situazioni sconvolgerà tanto la sua vita, quanto quella di tutti gli altri personaggi.

E verrà un altro inverno è un vero e proprio laboratorio letterario.

Partendo da una solida base noir, difatti, si articola successivamente in un lavoro specifico in cui realtà e finzione (letteraria) si uniscono per dar vita ad un nuovo, intricato, mondo.

Muovendosi sulla strada tracciata in precedenza con Nordest, scritto con Videtta, l’autore pone le fondamenta per un tipo di storie differenti. Oscure. Coinvolgenti.

In cui non è presente la consuenta figura del buono alla Sergio Leone, ma ognuno è parte di un progetto ambiguo, che si rivela di volta in volta, in un luogo avvolto da segreti e regole precise.

A tal proposito, i personaggi e le ambientazioni rappresentano la base del romanzo intero.

E verrà un altro inverno è uno scritto claustrofobico. Dove la valle è il tutto e il tutto è la valle.

Un posto in cui se non sei parte integrante vieni considerato estraneo, e quindi da allontanare o, addirittura, eliminare dal sistema.

In questo, le figure descritte si muovono proprio secondo i dettami imposti.

Seguendo le logiche di casta, portano le loro peculiarità a rivelarsi tra le pagine in base ad un disegno ben preciso.

E verrà un altro inverno
Massimo Carlotto

Dove i vizi privati, soprattutto se sei un maggiorente, non devono assolutamente infangare l’onorabilità delle famiglie. E dove nessuno ne esce realmente vincitore, soprattutto dopo essersi adeguato a specifici principi interni.

L’ultimo dato, inoltre, viene presentato attraverso una particolare tecnica.

In pratica l’autore, suddividendo in parti precise il lavoro, dedica ampie porzioni di pagine a ogni singolo protagonista.

In questo modo, da un lato presenta ognuno nella sua interezza e dall’altro ne specifica le peculiarità, in negativo e in positivo, in base allo scorrere degli avvenimenti.

La scrittura scorrevole e il ritmo incalzante, infine, fanno tutto il resto, definendo uno dei marchi di fabbrica dello scrittore padovano.

In conclusione, E verrà un altro inverno è un libro da non perdere assolutamente.

Per immergersi in un singolare, ma gradevolissimo, noir e in un’appassionante lettura.

Alessandro Falanga

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