The Police

Il viaggio segreto dei Police

La quarantennale storia dei Police raccontata attraverso i dischi che hanno fatto la storia della musica rock, da Outlandos d’Amour a Synchronicity


Immaginate di trovarvi nel 1978, in Inghilterra. Il punk è noto non solo nell’isola, ma in tutto il mondo, compresa l’America.
Entrate in un negozio di dischi e vi capita tra le mani Outlandos d’Amour dei Police. Guardando la copertina probabilmente non resterete impressionati: vengono mostrate le facce dei tre musicisti.
Mettendo il disco sul piatto, però, qualcosa cambia: Outlandos d’Amour è un irresistibile unione di generi differenti che probabilmente mai avrebbe trovato spazio su vinile. Ci sono riferimenti al punk – l’opener Next To You – ma anche al reggae, basti ascoltare So Lonely con una strofa giamaicana e il ritornello esplosivo.

Ci sono i momenti intensi di Roxanne e di Can’t Stand Losing You. Il primo parla di una prostituta, il secondo di suicidio. Sono i singoli scelti dai Police per pubblicizzare il disco e, almeno agli inizi, non ottengono il risultato sperato.

Con Outlandos d’Amour i Police creano un genere, un genere chiamato reggatta che solo pochi gruppi al mondo possono concepire e di conseguenza suonare: i Police e i Clash. Nella reggatta c’è spazio per i giri – all’apparenza elementari, in realtà molto jazzy – delle quattro corde di Sting, il suono di chitarra di Andy Summers, chitarrista capace di muoversi tra diversi generi musicali e di cambiarli con velocità e personalità.

A tutto questo aggiungete lo stile batteristico di Stewart Copeland, che usa il charleston come nessuno aveva fatto prima, alla faccia del suono punk.

I Police sono un terzetto in continuo movimento, un raffinato compromesso musicale dove ogni musicista porta il suo bagaglio.
Sono fuori dal tempo, i Police. Quando pubblicano il primo disco Sting ha già 27 anni, Copeland ha un anno in meno di Sting, Summers addirittura ne ha 36.

Lo stile dei tre musicisti è ampiamente riconoscibile e i tre assieme formano un genere musicale a parte. Se non ci credete ascoltate il successivo Reggatta De Blanc. Esce nel 1979. Il secondo disco dei Police è più curato nella fase di produzione, suona meno sporco del precedente lavoro e inizia col botto. Si parte con Message In A Bottle guidato dal riff killer di Summers. Si prosegue senza sosta con brani come Walking On The Moon – atmosfere reggae – o Bring On The Night dal sapore fortemente jazz.

La scrittura di Sting è capace di svariare, trovando con semplicità degli appiglia diversi ma incredibilmente efficaci. The Bed’s Too Big Without You è da citare per il particolare giro di basso, che verrà più volte ripreso dai musicisti più disparati, semplicemente perché è ancora una volta uno standard moderno di quelli che Sting riesce a tirar fuori col suo strumento.
Contact col suo riff da Black Sabbath e Does Everyone Stare sono due pezzi di Copeland pregni di raffinatezze strumentali jazzistiche.

Accanto a Copeland, Andy Summers col suono fortemente effettato e con una tecnica raffinata che lo rende capace di migliorare qualunque composizione, con in testa e tra le dita l’amico Robert Fripp.
I due creano il suono Police, che segna tutte le canzoni e le rende riconoscibili ancor prima che Sting apra bocca o aggiunga le sue essenziali linee di basso.
A tutto questo aggiungiamo la sua voce così particolare ed ecco che abbiamo gli ingredienti di un cocktail micidiale che esplode in tutto il globo con Reggatta De Blanc.

Reggatta De Blanc lancia i Police in tutto il mondo, diventando uno dei dischi dell’anno. I tre si imbarcano in un incredibile tour mondiale che tocca luoghi mai raggiunti prima da una rock band. Oltre alle tappe classiche, raggiungono mete generalmente ignorate, da Hong Kong a Bombay, primo gruppo rock occidentale a suonarvi live, dal Cairo ad Atene, tenendo talvolta anche due concerti per sera.

Nel 1980 i Police presentano Zenyatta Mondatta. Introdotto dal suono di synth di Don’t Stand So Close To Me, il disco continua a rimescolare i suoni che hanno reso popolari i tre in tutto il mondo. Driven To Tears ha un riff che renderà celebre Sting come bassista e compositore, When the World Is Running Down, You Make the Best of What’s Still Around è un coinvolgente r’n’b, De Do Do Do, De Da Da Da è quasi un divertissement.
L’album presenta per la prima volta due pezzi di orientamento prettamente politico, come Driven To Tears, che parla di povertà, e Bombs Away, che fa riferimento all’invasione sovietica in Afghanistan del dicembre del 1979.

Il terzo lavoro del trio inglese è quello dell’apoteosi commerciale da un lato e di un assestamento artistico dall’altra.
Stilisticamente Zenyatta Mondatta prosegue il discorso intavolato nei due dischi precedenti. L’album contiene diversi brani di successo, come Don’t Stand So Close to Me e De Do Do Do, De Da Da Da, e altri episodi che, a detta dei critici, denotano una certa stanchezza e carenza di idee.
Mai verità è così lontana viene da dire col senno di poi.

Il 1981 è l’anno di Ghost In The Machine: la disco, il funky, la new wave, il pop secondo i Police.
Nel 1981 gli U2 e i Joy Division erano già una realtà. I Cure muovevano i primi passi e in generale l’aria che tirava annunciava la morte del punk in favore di un sound meno veloce  e più oscuro. I Police si trovavano coinvolti nella storia, nel passaggio da un genere musicale a un altro.

Ghost In The Machine cavalca questi suoni, sposando sonorità cupe e atmosfere scure, cogliendo bene i molti segnali lanciati dall’universo post-punk e rendendo il tutto fruibile per il grande pubblico. Andy Summers trasforma il suo stile, adattandolo al genere rock o punk fate voi, ma affrontando il tutto con un’enorme personalità: Secret Journey presenta un intro di guitar synth Roland eseguito dal chitarrista. 

Spirits In The Material World presenta un fitto tappeto di tastiere, che sostengono un basso pulsante mentre la voce declama un testo tra il misticheggiante e il politico. Every Little Thing She Does Is Magic è l’ennesima grandissima prova del batterista, capace di rendere indimenticabile questa pop-song.
La meravigliosa
Invisible Sun – coi synth che rendono molto oscura la canzone – è densa, cupa, fortemente marchiata da tastiere profonde, da un ossessivo riff di chitarra e da un bellissimo testo sulla guerra civile nel nord dell’Irlanda.

In Hungry for You (J’aurais Toujours Faim De Toi), Sting si diverte a cantare in francese una tiratissima canzone funky, accompagnato da fiati rutilanti che suona lui stesso. Demolition Man è l’esplosione di un arsenale.
Una svisata di chitarra introduce Too Much Information, un pezzo con un tiro incredibile e ancora incessanti fiati in tonalità lievemente sfasata: sono questi i pezzi più colorati e funky dell’intera produzione dei Police che compaiono nel disco più oscuro dei tre.

E’ arduo non registrare il prezioso lavoro di Sting che tesse riff semplici di basso che vengono ripetuti in continuazione con minuscoli cambiamenti: a supportare il tutto l’enorme tecnica di Copeland e il lavoro di Summers: un atteggiamento tipicamente jazz, per un genere musicale che strizza l’occhio alla new wave, al pop, al funky.

La copertina dell’album presenta una grafica di display a sette segmenti che raffigura i capi dei tre membri della band, ognuno con uno stile di capelli distintivo (da sinistra a destra, Andy Summers, Sting con capelli appuntiti e Stewart Copeland con una frangia).

Nel 1983 esce Synchronicity, un disco semplicemente fatto di classici dal primo all’ultimo secondo. Un disco maturo, denso, l’ultimo per i Police.

I Police di Synchronicity suonano come mai avevano fatto prima: merito del produttore Hugh Padgham ma anche dei tre che nel frattempo hanno maturato nuove idee. Le tastiere svolgono un ruolo essenziale, in favore di un sound maturo che addirittura flirta con la world music. Il ritmo teso e nervoso di Synchronicity I introduce alla psicanalisi.
Walking In Your Footsteps ci trascina su ritmi di elettronica tribale – una roba inimmaginabile ascoltando i primi Police di soli cinque anni prima – in una giungla densa di vapori africani ed echi animaleschi.
Mother, composta e cantata da Summers, caratterizzata da un pazzesco tempo dispari, avvolta in chitarra e clarino orientali e frenetici, e in un canto allucinato e straziante, davvero segnato da una follia disperata: uno dei temi del disco è la psicanalisi e di conseguenza il rapporto con la propria madre.

Non a caso Synchronicity II psicanalizza spietatamente la famiglia media. Batteria secca e incessante in levare e canto rabbioso squarciano il velo delle tragedie nascoste nella banalità e nelle frustrazioni della vita quotidiana.
Il classico dei classici di Sting apre la seconda parte. Every Breath You Take è la canzone pop per eccellenza, quella che farà la fortuna della band e che darà ulteriore credito allo Sting autore.
King Of Pain, che si sviluppa come una rock song con un arrangiamento incredibile, Wrapped Around Your Finger è l’ennesimo brano di successo. Tea In The Sahara chiude l’album con una incredibile chitarra minimale che sa di orizzonti sconfinati, di sole e sabbia del deserto.

Terminata la tournée di Synchronicity, le tensioni Sting/Copeland non sono più sostenibili. I Police si prendono una pausa e non ufficializzano mai lo scioglimento. Sting e Copeland cominciano a incidere album solisti, il primo continuando l’immenso successo cantautoriale/pop a cui è predestinato, il secondo dedicandosi dapprima a colonne sonore cinematografiche – Rumbe Fish di Francis Ford Coppola, Wall Street di Oliver Stone – e poi a metter su supergruppi con gente come Stanley Clarke e Les Claypool.
In breve anche Summers non tarda a darsi da fare con album su album di fusion o più propriamente jazz.

Sting metterà a frutto anche la sua carriera come attore recitando nel 1984 in Dune di un certo David Lynch

Nel 1986 esce Every Breath You Take – The Singles, raccolta di singoli che presenta un bel remake intitolato Don’t Stand So Close To Me ’86. Nel 1993, esce Message in a Box: The Complete Recordings, quadruplo cofanetto contenente l’intera discografia, compresi diversi inediti, mentre nel 1995 il doppio album dal vivo Live!, contenente un disco con brani eseguiti durante il tour di Reggatta De Blanc e un secondo con pezzi relativi al periodo di Synchronicity.

I Police non si sono mai sciolti e, come tre buoni amici, quando hanno l’occasione suonano ancora insieme. Nel 1992 si ritrovano in occasione del matrimonio di Sting, mentre il 10 marzo 2003 vengono ammessi nella Rock And Roll Hall of Fame, dove suonano tre loro classici: RoxanneMessage In A Bottle ed Every Breath You Take.

Nel 2007 cominciano a rincorrersi voci di un reunion tour in occasione del trentesimo anniversario della band. Dopo varie conferme e smentite, l’11 febbraio i Police aprono la serata di premiazione dei Grammy Awards. Qualche giorno dopo segue l’annuncio di un tour mondiale, seguito da una nuova esibizione dal vivo.

I tre effettuano concerti in Canada, Stati Uniti, Europa e Oceania durante la seconda metà del 2007. Il successo del tour spinse alla sua prosecuzione fino all’estate 2008. Il reunion tour dei Police divenne all’epoca il terzo tour con il maggiore incasso di sempre grazie agli oltre 3.7 milioni di biglietti staccati e un ricavato di circa 358 milioni di dollari. Tuttavia, il 7 agosto 2008 i Police tengono l’ultimo concerto del loro tour al Madison Square Garden di New York, al termine del quale la band si dichiara sciolta.

Qualche mese dopo viene pubblicato Certifiable: The Police Reunion Live in Argentina, contenente la registrazione del concerto a Buenos Aires e il documentario Better Than Therapy sulla reunion della band.

A fine 2018 per festeggiare i quarant’anni di attività è stato immesso sul mercato Every Move You Make: the Studio Collection, box contenente l’intera discografia rimasterizzata in vinile più un LP contenente diverse b-sides, alcune rarissime. 

I Police sono stati uno dei gruppi più amati e influenti della storia, in un pugno di dischi hanno portato il rock e il pop a livelli impensati. Nati dal punk cui tanto devono ma da questo diversi, sono la dimostrazione dell’evoluzione del rock, capace di mutare forma e di chiedere, ai propri adepti, una continua ricerca e trasformazione. 

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