Notte buia, niente stelle, quattro storie horror in un solo libro. La nostra recensione dell’antologia di Stephen King datata 2010

Nel 2010, in occasione della stesura della sua decima antologia, Stephen King decide di adottare un metodo del tutto particolare.
Invece di partire da un fenomeno – o una creatura – al di là dell’ordinario controllo, decide di far partire il lavoro dalla quotidianità.
Questo espediente, spinto alle estreme conseguenze, porta alla lucce una raccolta peculiare. Che, oltre a celebrare l’estro dell’autore, modifica ancora una volta il modo di vedere tanto l’horror quanto il thriller.
Nasce così Notte buia, niente stelle in cui sono raggruppate quattro storie. Non proprio racconti, al punto che singolarmente ognuna potrebbe costituire una pubblicazione a sè stante. Ma quattro esperienze di vita che inseriscono i personaggi e i lettori all’interno di uno scenario in cui la scelta è tra vivere o essere dannati.
1922, Maxicamionista, La giusta estensione e Un bel matrimonio paiono quasi una sfida a chi si trova tra le mani il volume. In cui, in una posizione di terzietà, si può comprendere facilmente quanto l’essere umano possa essere capace di atrocità quando è convinto che la sua visione sia l’unica giusta in questo mondo.
L’impostazione di Notte buia, niente stelle, quindi, è molto semplice e si potrebbe facilmente riassumere con uno schema a quattro fasi comprendente vita normale, situazione di crisi, soluzione approssimativa e scelte che dettano le conseguenze.
Attraverso questa struttura King ribaltà nuovamente i canoni di genere. Lasciando libero arbitrio alle azioni dei soggetti descritti, che condurranno la storia verso la redenzione o il castigo eterno.
Rispetto agli altri scritti, inoltre, l’antologia in questione risulta meno fluida nella lettura. Come confermato anche dalo scrittore nella postfazione, Notte buia, niente stelle è un volume che richiede una specifica attenzione. E che spesso si sofferma su pricisi dettagli che indirizzeranno poi la restante narrazione.

A tutto ciò, ancora, si associa un ulteriore elemento di base: la centralità delle figure femminili.
Le donne in ogni storia si rendono protagoniste assolute.
Sono soggetti che subiscono, spesso anche non direttamente, reagiscono al sopruso e impogono, poi, l’epilogo.
Donne normali all’apparenza, almeno nella presentazione delle storie, che riescono a diventare fulcro di quel mondo che viene descritto nell’antologia.
Ulteriore tratto singolare è la presenza di uno stile narrativo differente in ogni storia presentata.
Si passa, difatti, da un diario ad una storia raccontata in terza persona, per due volte, per finire con una raccontata in prima persona.
In sintesi, Notte buia, niente stelle è un lavoro molto interessante. Che necessita della giusta attenzione, ma che alla fine gratifica a pieno grazie agli argomenti trattati e le trame fortemente significative.