Samaritan

Samaritan, l’antieroe di Sylvester Stallone su Prime Video

Samaritan, l’antieroe di Sylvester Stallone su Prime Video. La nostra recensione del film di Julius Avery del 2022


Samaritan
Samaritan – La locandina del film

I supereroi, come ben sappiamo, non sono sempre perfetti.

Negli anni, infatti, abbiamo conosciuto i Boys e la Sezione Otto di Garth Ennis. Il Costantine di Alan Moore e di altri autori. O il Saitama di One Punch Man del duo One – Murata.

Seguendo questo filone, Prime Video ha proposto ai propri abbonati un’altra figura particolare. Che, attraverso le sue caratteristiche, ha portato alla luce un nuovo antieroe : Samaritan.

Impersonato da un Sylvester Stallone più in forma che mai, che si discosta dalla non memorabile intrepretazione di Judge Dredd, Samaritan è un vigilante dei nostri giorni.

Che dopo una lotta all’ultimo sangue con la sua nemesi realizza il vero percorso che l’eroe deve portare avanti.

Ritiratosi dalle scene, svolge la sua tranquilla vita da netturbino in un quartiere popolare della sua città. Questo fino a quando un bambino, Sam Cleary (Javon Walton), riconosce in lui le gesta del suo beniamino, dato per disperso anni prima.

Samaritan è un ottimo film di intrattenimento. Che alla storia supereroistica associa un qualcosa di più profondo da individuare tanto nel personaggio quanto nella narrazione.

Il protagonista rappresenta, difatti, buona parte di ciò che Julius Avery intende trasmettere.

A partire dal nome, il comunissimo Joe Smith, Samaritan rientra nella schiera dei semidei invisibili.

In pratica, pur cercando in tutti i modi l’isolamento, il mascherato si rende maggiormente visibile. Ma questa nuova notorietà lo porta, inevitabilmente, a rimanere comunque nell’anonimato per motivi di opportunità.

La raffigurazione, che ridefinisce questo tipo di soggetti, richiama molto altre figure note al grande cinema. Come quelle presentate nella trilogia Unbreakable Split Glass da M. Night Shyamalan.

Samaritan
Samaritan – Una scena del film

Ciò è rimarcato anche da un altro dato. Samaritan, o chi per lui, è l’esatta personificazione del anti manicheo. Colui per cui non ci può essere un mondo estremizzato su due visioni contrapposte. Ma una visione generale in cui si sopravvive, prima di vivere realmente.

La trama, poi, conduce verso un’ulteriore riflessione.

Pur all’interno di una sequenza molto semplice, il film racconta la nostra quotidianità tramite elementari metafore.

La fake news, il caos spacciato per rivoluzione attraverso l’inganno e la ricerca spasmodica di qualcuno che sistemi, almeno un pò, le cose sono alla base di tutto il lavoro.

A questo, inoltre, si aggiunge anche un altro fattore: non tutto ciò che luccica è oro.

L’elemento, esposto chiaramente nel finale, è proprio ciò che carattirizza il mondo vissuto dai personaggi del prodotto. In cui tutti sono funzionali a sistemare la realtà e non è solo l’azione del singolo a indirizzare le vicende del mondo.

In sostanza, Samaritan è un’opera leggera e gradevole. Che può allietare un pomeriggio piovoso in una fredda giornata di inverno.

Alessandro Falanga

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