Boris 4, René Ferretti e la sua troupe di nuovo sul set. La nostra recensione della quarta stagione dello sceneggiato diretto da Giacomo Ciarrapico e Luca Vendruscolo

A undici anni dal film omonimo e dopo tanti rumors dell’ultimo periodo, Boris è finalmente tornato.
E, al pari degli episodi passati, ha ridisegnato totalmente l’ambito delle serie tv italiane attraverso le vicende narrate.
Boris 4, infatti, non è solamente la continuazione di quanto fatto vedere in precedenza. Ma una nuova prospettiva su ciò che dovrebbe essere la tv italiana, anche attraverso le nuove piattaforme di streaming.
In questa stagione, la troupe di René Ferretti, uno straordinario Francesco Pannofino, è alle prese con un differente sceneggiato. Che dovrà confrontarsi con la nuova realtà delle piattaforme streaming, anche tramite modifiche drastiche al proprio modus operandi.
Tra consueti scivoloni, che il gruppo si porta dietro da Gli occhi del cuore, e nuove sperimentazioni si arriverà a un epilogo degno dei lavori precedenti.
Boris 4 è un progetto eccezionale. Che a un’ottima tradizione associa quel di più che rende la chiusura dello sceneggiato un fantastico omaggio a tutto ciò che è stato. Con addirittura uno sguardo a ciò che potrebbe essere, seguendo le medesime impostazioni.
Il tributo è proprio la base di tutta la stagione.
Negli episodi, difatti, vengono ricordati Itala, Roberta Fiorentini scomparsa tre anni fa, Mattia Torre, con l’enigmatica figura di Valerio Aprea tra gli sceneggiatori, e tutto il fenomeno Boris scaturito sin dai primi episodi.
Questo tipo di impostazione consente tanto di ricordare a tutti quello che è stato, con diversi flashback sparsi fra le scene, quanto presentare un nuovo scenario tramite l’evolversi dei fatti.

Boris 4, però, è anche la stagione del riscato. Quello di René che si mostra realmente per quello che è. Quello di Alessandro, non più schiavo da diverso tempo. E quello di tutto un team che di fronte a un sicuro fallimento reagisce in maniera ottima.
La scansione dei tempi è funzionale a raggiungere questo obiettivo. Partendo da una situazione standard, gli autori portano a compimento una vera e propria rivoluzione. Che tende definitivamente a invertire la rotta nel giudizio di coloro considerati da sempre i peggiori, attraverso il fantastico epilogo, portando tutti verso l’eternità televisiva.
Al netto di qualche pecca di approfondimento sui personaggi, che forse avrebbe rubato troppo tempo alla narrazione stessa, vogliamo evidenziare un dato che ci ha particolarmente affascinato.
Senza spoilerare nulla, ci limitiamo a dire che la locura finale, con un’idea ripresa dall’episodio quattordici della terza stagione, è ciò che serviva per chiudere il tutto. In pratica, un finale proprio come ce lo aspettavamo in piena coerenza con lo stile della serie.
Infine, citazione finale va al brano di Elio e le storie tese. Modificato per l’occasione sul precedente tema, è la ciliegina sulla torta di un prodotto che continua a sbalordire la tv in Italia grazie a una peculiarità tutta propria.
Insomma, Boris 4 è assolutamente da vedere. E noi lo dimo a gran voce.