Terra nostra

Terra nostra, una crime story italiana

Terra nostra, una crime story italiana. La nostra recensione del romanzo di Amato Salvatore Campolo


Terra nostra
Terra nostra – La copertina del romanzo

Una delle caratteristiche dei romanzi noir e thriller è quella di descrivere la realtà che noi viviamo quotidianamente.

All’interno di questa, poi, viene inserita una storia che, al netto delle abilità dello scrittore, riprende direttamente dei fatti realmente accaduti o verosimili.

Esempi come questi si ritrovano nel nord-est di Massimo Carlotto o nelle ambientazioni emiliano-romagnole di Carlo Lucarelli.

In questa occasione, però, cambiano totalmente location. E ci spostiamo nel profondo sud, dove le ambientazioni mafiose la fanno da padrona.

Nell’ambito considerato troviamo Terra Nostra (Susil edizioni, 2021), romanzo di esordio di Amato Salvatore Campolo.

La tramma narra le vicende che si susseguono lungo un arco temporale di quattro anni, nei paesi di fantasia di Casalotto, Bovese e Trimpoli della costa jonica calabrese. Dove tra le vicende delle cosche Macrì e Ferraro, si evolvono le vicende del Capu Locu Giovanni Romeo.

Terra Nostra è uno scritto che spalanca una porta su un territorio poco conosciuto, ripercorrendo, attraverso l’immaginario mondo descritto, una realtà molto particolaare.

Il punto di forza del romanzo è senza dubbio dato dai personaggi.

Capi famiglia, imprenditori, disoccupati e killer senza scrupoli, sono il perno di una vicenda in continuo cambiamento.

La perfetta caratterizzazione di ognuno di loro, li pone in uno specifico ruolo che, in base alle azioni compiute, determina l’andamento della storia.

A questo, inoltre, si collega uno sguardo singolare sulla famiglia. Questa, infatti, è intesa attraverso varie sfumature e tra quella di sangue e quella nata per legami criminali, si crea un intreccio che man mano conduce a trasformazioni nel contesto e nei soggetti stessi.

A rafforzare il tutto, sono due ulteriori elementi: le ambientazioni descritte e la forma utilizzata.

Per il primo punto è facile dire che l’autore ci conduce all’interno dell’opera mediante un viaggio. Tramite un iter che si snoda lungo un piccolo perimetro, ma che consente di individuare specificatamente ogni piccolo particolare del posto considerato.

Grazie a questa panoramica, però, si riesce anche ad entrare all’interno dei luoghi vissuti dai diversi personaggi. Che tra luoghi sacri della mala e della polizia, conducono il lettore a divenire spettatore interessato, ma invisibile, dell’intera vicenda.

Il secondo punto, invece, fa emergere delle peculiarità dello scrittore.

I pensieri brevi, che contraddistinguono l’intero libro, sono la base su cui regge Terra Nostra. In questo modo, oltre a rendere scorrevole la lettura, si mantiene costantemente alta l’attenzione del lettore.

L’uso di locuzioni di tipo gergale, soprattutto nei dialoghi, invece rafforza la concretezza del testo. Attraverso questo espediende, difatti, non solo si circoscrive l’ambito in cui ci si muove, ma lo si definisce perfettamente portandolo ad una specifica consistenza geografica.

Alessandro Falanga

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