The Suicide Squad, la retta via dell’universo cinematografico Dc Comics. La nostra recensione del film di James Gunn

Ci sono voluti diversi anni e anche un paio di progetti non proprio riusciti. Ma alla fine la Dc Comics ha trovato la strada che era necessario imboccare per il suo universo cinematografico.
Il 2021 è stato un anno molto particolare per la casa editrice e la Warner Bros.
Infatti, dopo il successo avuto con Zack Snyder’s Justice League, ecco arrivare un altro piccolo capolavoro tra i cinecomics: The Suicide Squad.
La pellicola, diretta da un magistrale James Gunn, è qualcosa che si aspettava da diverso tempo. Non solo per riscattare quanto fatto in passato, ma anche per godere – finalmente – di un buon prodotto che non fosse targato Disney/Marvel.
La trama, ripresa dai fumetti di John Ostrander, racconta le gesta di questa squadra suicida – composta da ex galeotti dell’universo fumettistico – nella piccola isola di Corto Maltese.
In questa isola, dopo un colpo di stato, i militari sono venuti a conoscenza del progetto star fish, chee vorrebbero sfruttare a proprio vantaggio scagliandolo contro le altre nazioni.
Tra azioni devastanti e colpi di scena continui, la squadra farà di tutto per distruggere il luogo in cui è conservata questa potente arma.
The Suicide Squad è semplicemete straordinario.
Una vera e propria trasposizione fumettistica che, però, riunisce attorno a sè anche scene comiche e violenza allo stato puro.
Questa concezione del film rappresenta proprio la base del progetto di Gunn.
In sostanza, sfruttando la sua conoscenza dei fumetti, si ripropone – senza alcun tipo di censura – il mondo descritto e, in più, lo si infarcisce di quello specifico tocco per renderlo leggero e godibile.
Proprio questi elementi riescono a rafforzare tanto i personaggi quanto gli eventi che scorrono.
Per i primi, si può facilmente dire che vengono rappresentati tutti con una coerenza sorprendente.
Tutti hanno un solido background, svelato di volta in volta. Tutti hanno una forte personalità che si rivela durante i 132 minuti. E tutti sono strettamente funzionali al ruolo che ricoprono.
Insomma, una vera e propria squadra di sporchi, brutti e cattivi ma fortemente risolutivi. E non sempre amichevoli nei rapporti tra loro.
Il secondo aspetto, invece, si rivela in quel mix di morti in serie, quasi in pieno stile splatter, e sequenze comiche.
Grazie a ciò, da un lato si rende l’idea del tipo di film che si sta guardando e dall’altro viene rotto quel velo di serietà che non proprio si addice a pellicole come questa.
Infine, a chiudere il cerchio di tutto, il messaggio sociale presente.
L’atteggiamento delle grandi potenze nei confronti di Paesi ritenuti sacrificabili – in tutti i modi – e la convinzione di poter manipolare le persone a proprio piacimento sono la ciliegina sulla torta.
The Suicide Squad in questo modo porta sullo schermo proprio quanto si cerca di fare con i fumetti, che attraverso storie di facile comprensione tentano di stimolare una maggiore riflessione sulla realtà di tutti i giorni.
Ho visto il film con mio figlio di sedici anni, anche lui sostiene sia bellissimo, io non saprei che dire…sono un’infiltrata amante della fantascienza…
Rispetto al classico cinecomic è strutturato molto meglio e ha una trama molto più intrigante. Inoltre non è banale come altri (di entrambe le case editoriale sul grande schermo) ed è parecchio coerente con la cultura fumettistica, che non guasta mai.
Questo è vero (li ho visti quasi tutti, ormai…), ma quando ho visto lo squalo mi sono un po’ irrigidita, tu dirai “sarà più realistico il teletrasporto?” E di nuovo hai ragione. È solo questione di approccio.
Lo squalo, tra l’altro, nella versione originale è doppiato da Sylvester Stallone