Eutanasia di un sentimento, la nostra recensione del racconto vincitore della prima edizione del contest Scrivere è libertà

E’ stata una grande avventura quella della prima edizione del nostro contest letterario Scrivere è libertà.
Tanti si sono messi in gioco con i loro scritti e tanti hanno fatto breccia nel cuore della giuria.
A prevalere, però, è stato un racconto particolare. Intenso. E dal finale tutto da scoprire.
Eutanasia di un sentimento di Filippo Ratta, vincitore di questa prima edizione, è riuscito infatti ad attirare l’attenzione dei giurati grazie ad una serie di elementi presenti nell’elaborato proposto.
Il racconto, scritto in terza persona, racconta di un appuntamento tra un uomo e una donna.
All’apparenza è una semplice serata come tante altre, ma il colpo di scena non tarda ad arrivare.
Grazie a uno stile caratteristico e una trama totalmente spiazzante, l’autore ha ideato un vero e proprio mondo thriller/noir tutto da scoprire.
Attraverso un espediente letterario peculiare, Ratta mette in evidenza sin da subito il primo tratto caratteristico.
L’intero racconto, difatti, è una presentazione continua, in cui il tutto è svelato man mano che la situazione si evolve.
Questa assidua presentazione, inoltre, è avvolta in un pathos crescente che non solo ingrandisce la scena raccontata ma caratterizza anche i protagonisti.
Proprio gli ultimi, sono il cuore di Eutanasia di un sentimento.
Le esplosioni di sentimenti contrastanti, la spontaneità dei gesti e l’inaspettato epilogo rendono il racconto un vero e proprio quadro di quanto narrato, portando lo scritto fuori da quella che è la realtà del foglio.
E ciò risulta ancor più tangibile con il doppio ruolo (quello di co-protagonista e di narratore) di una delle due figure principali.
A tutto questo, infine, si aggiunge un vero e proprio tocco specifico: lo stile utilizzato.
I periodi brevi e i dialoghi secchi rappresentano quasi un marchio di fabbrica per l’autore.
In questo modo, oltre a tenere viva l’attenzione del lettore, il testo ha un’accelerazione costante, che poi giunge al grande colpo di scena.
ANCORA COMPLIMENTI A FILIPPO RATTA
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