Wolverine Vecchio Logan, il futuro alternativo di Mark Millar. La nostra recensione del fumetto Marvel del 2008

Una delle caratteristiche maggiori di Mark Millar è sempre stata quella di modellare gli universi fumettistici attraverso la creazione di mondi alternativi.
Lo ha fatto con Kick-Ass, decostruendo totalmente l’universo dei comics, e altettanto con Superman: Red Son, grazie a una perfetta rilettura delle realtà tradizionali.
Nel 2008, dopo il terremoto di Civil War, l’autore scozzese decide di guardare al di là della quotidianità.
Con il disegnatore Steve McNiven – che lo aveva accompagnato nella guerra degli eroi – prende in mano la storia degli X-Men e concepisce un elseworld a dir poco straordinario.
Wolverine Vecchio Logan, infatti, non è solamente la storia che ciò che potrebbe accadere.
Ma anche un What if? parallelo che cerca di vedere le cose da una prospettiva differente.
Nel fumetto lo sceneggiatore parte da uno scenario insolito. Dove tutti i supereroi sono stati sconfitti e i supercattivi si sono divisi il territorio degli USA a loro piacimento.
Wolverine è uno dei pochi mascherati rimasti in vita che, dopo il disastro di cinquant’anni prima, ha deciso di ritirarsi a Sacramento con la moglie Maureen e i figli Scotty e Jade.
L’ex X-Men, però, non è il solito personaggio. E’ invecchiato. Rassegnato alla realtà che vive. E, soprattutto, non più dedito alla violenza, al punto da non tirar fuori gli artigli da quel giorno funesto.
Le difficoltà nel pagare l’affito di casa ai nipoti di Hulk, lo costringono a seguire Occhio di Falco in un traffico particolare che gli permetterà di guadagnare qualcosa ed evitare le ritorsioni dei Banner.
Wolverine Vecchio Logan è molto più di una semplice storia a fumetti.
La si può considerare una revisione a trecentosessanta gradi, in cui viene messo in discussione tanto il classico panorama Marvel, quanto la stessa idea di eroe.
I due elementi,si rilevano non solo da una discontinuità totale, ma anche da un vero e proprio cambio di paradigma.

In pratica, Millar si domanda cosa accadrebbe se gli eroi fossero sconfitti. E, contemporaneamente, realizza minuziosamente lo scenario che si presenterebbe nel caso in cui ciò accadesse davvero.
In questo modo, quindi, l’eroe divento umano – e quindi mortale – e allo stesso tempo è costretto ad adattarsi ai tempi che vive per evitare di fare la stessa fine degli altri.
Questo dato si concilia, poi, con il personaggio di Wolverine.
Per rendere Logan nel modo in cui è descritto occorre uno shock estremo. Ed è quello che la coppia Millar – McNiven fa accadere.
Attraverso ciò, da un lato si concretizza la causa scatenante di tutto. E, dall’altro, si varia la natura stessa di un personaggio come quello presentato.
Fondamentali, poi, sono gli altri soggetti che fungono da perfetta cornice e da elementi costitutivi della nuova era.
Occhio di Falco (invecchiato e cieco), la Banner Gang, e l’evoluzione dei supercattivi sono solo alcuni dei pezzi che compongono questo fantastico mondo.
La loro presenza è sia basilare per vedere come è cambiato il contesto che abbiamo sempre visto, sia per comprendere come procede l’esistenza su quella terra parallela.
Gli scontri tra fazioni unite agli spettacolari disegni di McNiven, infine, rendono Wolverine Vecchio Logan un lavoro più che godibile.
Che attraverso un racconto appassionante ed essenziale, conduce un’idea fantastica verso l’epicità.