Chi Non Terrorizza Si Ammala Di Terrore

Chi Non Terrorizza Si Ammala Di Terrore, l’horror supereroistico

La recensione di Chi Non Terrorizza Si Ammala Di Terrore, nuovo romanzo di Alessandro Falanga, un mix di horror e superpoteri


Chi Non Terrorizza Si Ammala Di Terrore vi dà il benvenuto ad Albanè, piccola cittadina immaginaria. Come ogni piccola cittadina che si rispetti i suoi abitanti covano segreti e rancori. Ci sono doppi giochi e ci sono anche poche persone innocenti. Come una novella Twin Peaks infatti i protagonisti hanno diversi segreti. Tra loro c’è Marco, il protagonista di questa storia. Una persona perbene, un’anima differente rispetto a quelle, cattive e sbilenche, della cittadina.

Marco si è appena trasferito con sua madre nella cittadina e può vedere con occhi disinteressati il sistema di corruzione che serpeggia nella cittadina. Marco è un outsider – leggendo il romanzo scoprirete perché – e per questo diventa in breve vittima dei bulli del paese. 

Chi Non Terrorizza Si Ammala Di Terrore è la storia di una parabola discendente verso il male e il terrore. Ma è anche la storia di una persona sola che scopre, suo malgrado, che c’è un prezzo da pagare per ogni ossessione.
Il secondo romanzo di Alessandro Falanga analizza con cura la divisione delle classi sociale di Albanè, forse la vera protagonista del romanzo.

Nella cittadina si muove un sistema marcio tipico dei piccoli paesini che hanno molto, troppo, da nascondere. Toccherà a Marco vestire i panni del supereroe e cercare di scoperchiare tutto il male che serpeggia ad Albanè. Un supereroe malato, un supereroe che scopre di avere una forza e un coraggio spaventosi, in grado di cambiare la propria vita. Un supereroe che dovrà usare in maniera saggia i suoi superpoteri.

Chi Non Terrorizza Si Ammala Di Terrore di Alessandro Falanga paga il suo debito nei confronti di Stephen King – in particolare Carrie – ma riesce anche a spiegare le ali verso altri lidi.

Sarebbe riduttivo, infatti, ridurre il romanzo di Falanga ad un semplice romanzo horror. Qui c’è di più. A partire dal titolo che cita un celebre brano di Fabrizio De André. Ci si perde tra i vicoli di Albanè e la sua corruzione – specie nella prima parte della storia – e si entra anche in contatto con chi non ci sta e, dopo l’ennesimo torto subito, decide a suo modo di vendicarsi e di fare giustizia.

Come un moderno bombarolo.

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