Il corriere colombiano

Il corriere colombiano, un caso scomodo per l’Alligatore e la sua banda

Il corriere colombiano, il quarto episodio della saga sull’Alligatore. La nostra recensione del romanzo di Massimo Carlotto


Il corriere colombiano
Il corriere colombiano – La copertina del romanzo

Le indagini dell’Alligatore, come abbiamo raccontato in tutte le recensioni sulla saga (disponibili qui), sono sempre state molto particolari.

Nel 2001, Massimo Carlotto decide di scrivere un nuovo romanzo che funga da spartiacque tra la storia narrata fino a quel momento e le successive.

Una scritto cruciale per i protagonisti. Che non solo si inserisce pienamente nella realtà di tutti i giorni (come fatto con i precedenti lavori). Ma che riassume anche quanto fatto e faccia comprendere come si evolverà la saga in futuro.

Il corriere colombiano, quarto romanzo sull’Alligatore, è infatti una storia sopra le righe. Che riparte da una strada battuta in precedenza (quella di Nessuna cortesia all’uscita) e si evolve tramite varie riflessioni su diversi punti specifici.

La storia prende piede dall’arresto di Nazzareno Corradi, un ex rapinatore di banche, che viene accusato da un corriere colombiano giunto a Venezia di essere il suo contatto italiano per lo spaccio di cocaina.

Corradi non c’entra nulla con la questione. Ma ha un passato (l’uccisione di due poliziotti) che lo ha messo in cattiva luce con le forze dell’ordine.

L’Alligatore e i suoi, contattati dall’avvocato Bonotto (difensori di Corradi), hanno l’ingrato compito di svelare a tutti l’innocenza dell’arrestato e farlo scarcerare.

Il corriere colombiano è un romanzo sui generis. Sia per l’intricata situazione, che coinvolge narcotrafficanti, agenti corrotti e organizzazioni malavitose. Sia per l’atteggiamento dei protagonisti, obbligati dai fatti ad agire in maniera atipica rispetto al passato.

I punti fondamentali dello scritto sono, senza dubbio, due: il mondo che viviamo e la visione della giustizia nei giorni nostri.

Per quanto riguarda il primo, si può facilmente dire che questo è un marchio di fabbrica dello scrittore.

In tutti i suoi lavori Carlotto descrive determinati aspetti della quotidianità e li traspone in forma romanzata.

In questo modo, l’autore cerca di stimolare la riflessione su ciò che ci circonda – dando importanza anche a molti aspetti spesso sottovalutati – e rivedere i tratti corrotti di questo nostro mondo.

Il secondo, invece, rimarca una peculiarità dei protagonisti.

La ricerca di una giustizia giusta è un qualcosa che Marco, Beniamino e Max cercano da sempre. Proprio per aver vissuto esperienze al limite di questo confine, tendono ad andare oltre il concetto di giustizia attraverso la realtà dei fatti. Il dato in questione è riscontrabile nella vicenda principale (quella di Corradi) e nell’epilogo amaro della stessa.

La storia, inoltre, risulta un ulteriore elemento centrale.

Con Il corriere colombiano, difatti, si cerca di raggiungere un duplice obiettivo.

Il corriere colombiano
Massimo Carlotto

Da un lato viene riassunta la storia vissuta dai tre fino a quel momento, con tanto di eventi e paure passate che tornano alla luce.

Dall’altro, invece, si cerca un insegnamento dall’accaduto tentando di fare tesoro dell’esperienza e, addirittura, superarla.

A tutto questo va aggiunto anche quello che può essere facilmente definito Il codice Rossini.

Beniamino Rossini è un gangster di altri tempi. Con dei codici, ormai in disuso in determinati campi, tutti da seguire per la rispettabilità della persona.

Ne Il corriere colombiano questo concetto viene ripreso diverse volte. Tanto nella vicenda di Corradi, quanto nelle azioni portate avanti dal trio.

Le donne – come in tutti i romanzi di Carlotto – sono essenziali anche in questo romanzo.

Victoria, Virna e la Tía direzionano gli eventi e le vite dei protagonisti.

Sono donne forti, spesso senza scrupoli e con la peculirità di essere determinanti nelle scelte di Marco, Beniamino e Max.

In sostanza, Il corriere colombiano è uno snodo fondamentale nella produzione dell’autore padovano.

Che mette totalmente a nudo i personaggi (attraverso le loro debolezze) e indirizza le indagini dell’Alligatore e la sua banda nei successivi capitoli.

Alessandro Falanga

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