Dick Tracy, film del 1990 racconta la storia di un detective particolare. Con un pizzico anche di Italia. La nostra recensione
Batman di Tim Burton aveva creato un piccolo filone dedicato ai film fumettistici. Il film del 1989 aveva fatto capire che era possibile realizzare film basati su fumetti. Nel 1990 – a un anno dall’uscita di Batman – esce nelle sale Dick Tracy. In Italia questo personaggio non è molto conosciuto ma negli Stati Uniti ha una storia lunga e interessante.
Il personaggio esordisce il 4 ottobre 1931 in una serie di fumetti a strisce distribuita dal Chicago Tribune Syndicate. In brevissimo tempo diventa un’icona della cultura popolare americana contribuendo a stabilire un nuovo standard per i fumetti polizieschi del quale è considerato il capostipite oltre che protagonista della prima serie estremamente realistica nella quale la violenza irruppe nel mondo dei fumetti.
Il successo del personaggio porta alla realizzazione di quattro serial cinematografici tra il 1937 e il 1941, quattro lungometraggi fra il 1945 e il 1947, un serial radiofonico dalla NBC nel 1944 e di una serie televisiva nei primissimi anni cinquanta. Ma è il film del 1990 che riesce a dare nuova visibilità al personaggio, esattamente com’era accaduto con Batman un anno prima.
Il film, diretto da Warren Beatty, vede come protagonista un bambino chiamato Kid, testimone di un massacro di gangster per mano di Zucca Piatta e Grilletto, due sicari di Alphonse Big Boy Caprice, un grottesco mafioso che ha in pugno diverse piccole imprese della città.
Il detective Dick Tracy indaga sul massacro con i suoi due fidi colleghi, Sam Catchem e Pat Patton venendo poi a caso a conoscenza di Ragazzo, salvandolo dal violento padrone. In seguito Dick Tracy decide di adottare temporaneamente il ragazzino insieme alla fidanzata Tess Cuorsincero. In poco tempo, il vivace Kid diventa la spalla di Tracy.
La sceneggiatura è una rimasticazione dei film noir più classici. C’è un detective incorruttibile, una ragazza innamorata di lui, un trovatello furbo. Una femme fatale ambigua. E un cattivo che più cattivo non si può. Quello che colpisce sono le atmosfere, i colori, le scenografie e la visione fumettistica – quindi all’epoca inedita – che il film regala allo spettatore.
Warren Beatty opera una vera e propria trasposizione del fumetto Dick Tracy su grande schermo fin nei minimi particolari e con buoni risultati, se consideriamo l’assenza di computer grafica all’epoca. I personaggi sono molto stilizzati, quasi senza sfumature. I buoni da una parte, i cattivi dall’altra.
Da applausi la fotografia di un certo Vittorio Storaro, le musiche di Danny Elfman, i costumi di Milena Canonero. E ovviamente il trucco.
Il cast del film è da applausi: oltre a Warren Beatty troviamo Al Pacino, Dustin Hoffman, Madonna, James Caan, Kathy Bates e Dick Van Dicke.
Dick Tracy mostra le potenzialità del cinema di fine anni ottanta: unione di diversi generi per creare nuovo materiale mai visto prima.