Top 5 - I fumetti italiani del 2020

Top 5 – I fumetti italiani del 2020

Top 5 – I fumetti italiani del 2020. I lavori tricolore più significativi di questo 2020 secondo noi del Diario di Rorschach


Questo strano 2020, nonostante tutto, è stato in grado di regalarci una serie di emozioni attraverso i fumetti.

Infatti, al netto delle difficoltà avute durante l’anno, si è riusciti comunque a godere di grandi opere che hanno allietato i tempi dettati dalla pandemia.

Di seguito vi proponiamo i cinque fumetti italiani più significativi del 2020, con tanto di menzione speciale, per noi del Diario di Rorschach.

 

5. Genesis di Antonio Pantaleoni e Andrea Corvi

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Genesis – La copertina del manga

Un ottimo prodotto made in Italy che si rifà direttamente alla cultura manga. Ispirandosi a maestri quali Nagai e Otomo, gli autori hanno realizzato uno shonen di grande spessore che fa da prologo all’intera serie, con un nuovo tipo di sperimentazione fumettistica. Oltre all’ambientazione, tipica giapponese, a risaltare è la ritmica. Partendo da una situazione di tranquillità, almeno apparente, il lavoro entra velocemente nell’azione per poi portare ad una piena evoluzione dei fatti. Prodotto innovativo e molto interessante. Che stuzzica il lettore e tende a spalancare le porte ad un mondo assai diffuso attraverso delle sfumature particolari. Da leggere.

4. Vita da pomodoro di Tomatocomics

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Vita da pomodoro – La copertina della raccolta di fumetti

Una grande sorpresa. Che ci ha permesso di scoprire un mondo nuovo, ispirato alla vita di tutti i giorni dalle sfumature comiche.  Vita da pomodoro, progetto fumettistico 100% made in Italy, si presenta proprio in questo modo attraverso una raccolta di storie in cui le autrici si raccontano a 360°. La caratteristica principale del fumetto è data da un insieme di emozioni espresse in venti mini storie in cui vengono condensate le vite delle fumettiste. Il tratto umoristico, presente in buona parte delle vicende, rende inoltre il tutto più leggero. I venti racconti a fumetti, difatti, si mostrano come un tutt’uno con l’argomento trattato e le peculiarità di ciascuna autrice. Da gustare.

3. A Babbo morto. Una storia di Natale di Zerocalcare

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A Babbo morto. Una storia di Natale – La copertina del fumetto

Una storia che, attraverso il suo stile inconfondibile, cerca di spiegare il Natale andando al di là della classica concezione sulla festa. Con A Babbo morto. Una storia di Natale, infatti, vengono portati alla luce una serie di elementi che troppo spesso vengono messi in secondo piano, soprattutto durante questo periodo. A ciò, inoltre, si associa il racconto della storia italiana contemporanea (Le vicende di Genova, la morte di Stefano Cucchi e la continua indifferenza). La comicità amara, tratto tipico dell’autore, rende il tutto molto più scorrevole e comprensibile. Il bianco e nero delle tavole classiche tende infatti a evidenzare proprio questo tratto. In cui si rimarca come non ci sia nulla di più oscuro di ciò che non viene detto ma è risaputo. Consigliatissimo.

2. La fattoria dell’animale di Antonucci&Fabbri

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La fattoria dell’animale – La copertina del volume

Riprendendo – e trasponendola ai giorni nostri – l’idea di George Orwell con La fattoria degli animali, Stefano Antonucci e Daniele Fabbri descrivono ottimamente l’evoluzione della nostra società. Il nuovo lavoro del duo, celebre per V for Vangelo e Qvando c’era LVI, è semplicemente un perfetto dipinto di ciò che ci accade attorno.La propaganda, il leaderismo dispotico e la cecità verso i fatti reali sono praticamente alla base di questa società che genera costantemente mostri. Il narratore, braccio destro del protagonista (il maiale Capitano), non solo racconta una realtà altra – nonostante l’evidenza dettata dalle tavole – ma la spaccia anche come la migliore possibile. L’assenza di dialoghi, inoltre, rende ancor più limpida la vita di quel posto al punto da far rispecchiare definitivamente il lettore in ciò che legge. I parallelismi con l’Italia degli anni duemila si sprecano. Lanciando un monito alla Penisola verso determinate idee che, purtroppo, stanno spopolando (ahimè troppo) nel nostro Paese. Da leggere e riflettere.

1.Ballata per un traditore di Massimo Carlotto, Pasquale Ruju  e David Ferracci

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Ballata per un traditore – La copertina della graphic novel

Una straordinaria opera noir a fumetti che in un solo colpo è riuscita a dare lustro a diversi ambiti e, contemporaneamente, elevare un campo (quello del fumetto) spesso considerato minore. La storia in questione è un concentrato di noir allo stato puro, immersa nelle più classiche impostazioni dettate dalle graphic novel. Trattandosi di un’idea di Carlotto, Ballata per un traditore porta alla luce diversi marchi di fabbrica dello scrittore padovano. Facendo propri questi elementi, Ruju è riuscito a riscotruire una narrazione perfetta. Che porta a un crescendo nella successione degli eventi e si conclude con uno spettacolare colpo di scena finale. Nell’opera fondamentale è il tempo. Tempo inteso come gli anni che vanno da Lo Porto a Rosati. Come storia di una nazione riproposta su carta, senza tralasciare alcun dettaglio. E come loop temporale che obbliga il tutto a ripetersi e rivelarsi di volta in volta. Da non perdere.

 

 

Menzione speciale . Superman anno uno di Frank Miller

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Superman anno uno – La copertina del fumetto

Allontanandosi dall’ambito tricolore, non potevamo non parlare di Superman anno uno di Frank Miller. Uno dei progetti più attesi dell’anno. Che avrebbe dovuto riscrivere le origini dell’azzurrone in maniera differente, rendendolo anche più appetibile, così come fatto con Batman negli anni ottanta. In realtà Miller riesce solo in parte nell’impresa. Se da un lato (ri)narra in maniera egregia le classiche origini, dall’altro è costretto a percorrere sentieri sicuri e già rodati. Superman, infatti, viene inserito nell’universo che sarà anche quello del Batman de Il ritorno del Cavaliere Oscuro, forzando un pò la mano sulla narrazione che poi conduce al finale. In ogni caso, essendo un’opera di Miller, consigliamo la gradevole lettura.

Alessandro Falanga

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