NBA Draft, le cinque peggiori scelte del basket a stelle e strisce

NBA Draft, le cinque peggiori scelte dell’ultimo ventennio. Da Bennet a Williams, passando per Bargnani


L’NBA Draft è uno degli eventi più interessanti e più attesi di inizio stagione.

Questo particolare appuntamento, infatti, mira non solo a far emergere una nuova classe di stelle ma anche a rinnovare, di anno in anno, il volto della lega.

Accanto a coloro che poi sono diventanti dei fenomeni nel campionato più bello del mondo, però, ci sono stati anche i cosiddetti bust.

In questa categoria rientrano tutti coloro che, nonostante le aspettative, hanno totalmente deluso in campo e fatto le sfortune delle franchigie.

Di seguito vi proponiamo le cinque peggiori scelte dell’NBA Draft dell’ultimo ventennio.

 

Anthony Bennet – Ala grande di 2,03 cm di origini canadesi, si presenta all’NBA Draft 2013 come uno dei migliori prospetti sotto le plance. In un Draft non particolarmente ricco di fenomeni (si possono ricordare solamente un certo Giannīs Antetokounmpo, scelto alla 15 dai Bucks, e Rudy Gobert, scelto alla 27 da Denver e poi girato ai Jazz) riesce a strappare la n°1 (dei Clevaland Cavaliers) ai danni di Victor Oladipo. L’inzio stagione è disastroso (con un 1/21 al tiro che fa capire tutto) e durante la stagione – eslcudendo qualche piccola soddisfazione con Pelicans e Kings – mostra tutti i suoi limiti. Viene scambiato l’anno successivo (con Wiggins) ai Minnesota Timberwolves (che cedono Love ai Cavs), dove trascorre altre due stagioni molto deludenti. Nel 2015 e 2016 bazzica – ancora senza fortuna – i parquet di Raptors e Nets ma i suoi numeri rimangono quelli di sempre. Si riscatta nel 2017 in Europa, dove vince l’Eurolega con il Fenerbahçe del nostro Gigi Datome, ma ritorna nell’anonimato gli anni successivi. Attualmente continua a girovagare nella G League (la lega di sviluppo dell’NBA) dove si allena con gli Agua C. Clippers.

 

Derrick Williams – In un NBA Draft (quello del 2011) dove figurano giocatori come Irving,Thompson,Leonard e Butler, l’Ala forte di La Miranda viene scelto alla n° 2 dai Minnesota T’wolves. All’inizio i paragoni con grandi della lega si sprecano (si parla addirittura di un nuovo LeBron), ma la realtà dei fatti parla in maniera differente. Ai Wolves non convince pienamente – nonostante prestazioni accettabili – e dopo due anni comincia a spostarsi in lungo e in largo negli States. Milita, nel giro di sei anni, nei Kings, Knicks, Heat e Cavaliers senza però mai lasciare il segno. Tenta la carta Cina – con i Tianjin Ronggang – e dopo quindici partite fa una fugace apparizione coni Lakers. Ha molta più fortuna in Europa. Bayern Monaco, Fenerbahçe e Valencia (dove gioca tutt’ora) riescono a farlo diventare un giocatore di prima fascia per l’Eurolega e i rispettivi campionati. Dopo l’esperienza turca, inoltre, è stato molto vicino alla nostra Olimpia Milano.

 

Darko Miličić – Sbagliare in un NBA Draft con LeBron, Wade, Bosh e Melo Anthony era assai difficile. Ma i Detroit Pistons ci sono riusciti, nonostante la seconda scelta a loro disposizione. Il centro serbo, infatti, è preceduto solo dall’attuale stella dei Lakers e la decisione stupisce non solo appassionati ed esperti. Nei Pistons gioca due partite da titolare e non va mai oltre 1,8 punti di media a partita. Nonostante tutto vince il titolo del 2004, pur senza dare un grande contributo alla squadra, e rimane nel Michigan fino al 2006. In quella stagione approda ai Magic dove migliora anche le proprie statistiche. Dal 2009 comincia a vagare per la lega andando a Memphis (2007 – 2009), Knicks (2009 – 2010), Timberwolves (2010 – 2012) e Celtics (2012), Nel 2013 annuncia il ritiro dal basket giocato e diventa professionista di kickbox. Dopo due anni ritenta l’avventura cestistica – si parla di un contratto con i serbi del Metalac Valjevo – ma l’accordo non si concretizzerà mai.

 

Kwame Brown – Nel povero Draft del 2003 (dove emergeranno solamente Pau Gasol, scelto alla 3, e Tony Parker, scelto alla 28) i Washington Wizards (di Michael Jordan) decidono di cambiare le abitudini della lega. Con un colpo a sorpresa, infatti, chiamano alla numero uno il liceale Kwame Hasani Brown. Miglior rimbalzista ai tempi dell’Hig school (dove viene nominato anche giocatore dell’anno), mostrerà però tutti i suoi limiti tra i grandi. La prima stagione, forse a causa dell’inesperienza, termina con numeri poco gratificanti ma i Wizard sono sicuri che prima o poi il ragazzo esploderà. Nella seconda e terza stagione, le prestazioni sono ancora al di sotto delle aspettative. E il contrasto con Arenas, infine, lo porta ad allontanarsi sempre di più dalla capitale. Approda, nel 2005, ai Lakers di Phil Jackson dove migliora visibilmente grazie anche all’infortunio di Chris Mihm, allora centro titolare, che lo vede sempre più in campo. E’ protagonista, nel 2008, della contestata trade per Paul Gasol, che lo porta ai Grizzilies e poi ai Pistons. Bobcats, Warriors, Bucks e 76ers sono le sue squadre dal 2010 al 2014, prima di approdare nel campionato BIG3. E’ ricordato, purtroppo, anche per vicende extra cestistiche come l’arresto del 2019, le accuse di stupro del 2006 e l’episodio della torta lanciata a un tifoso del 2007.

 

Andrea Bargnani – Il Draft del 2006 verrà ricordato, al pari del 2003, come quello dei cambiamenti. Per la prima volta un europeo – e per di più italiano – viene scelto alla numero uno. I Toronto Raptors accettano la scommessa, infatti, e scelgono il nostro Andrea alla n°1. L’amore tra il mago e il basket a stelle e strisce, però, è molto particolare. E non sboccerà mai definitivamente. I primi anni in Canada sono difficili ma Bargnani spesso e volentieri offre prestazioni di livello nonostante le evidenti lacune in difesa. Viene addirittura convocato per l’All Star Game tra i rookie ma la squadra, dove figura anche Belinelli (nel 2009), non è proprio di quelle che permettono il salto di qualità. Con l’addio di Bosh nel 2010 prende in mano la franchigia ma a causa degli infortuni perderà anche il posto da titolare (preso da Valanciunas). Viene scambiato con i Kincks nel 2013, ma anche qui gli infortuni non gli permettono di farsi valere pienamente. Nel 2015 firma con i Nets di Brooklyn ma rescinde immediatamente il contratto dopo una forte polemica con la società, accusata dal giocatore di non aver mantenuto le promesse sul minutaggio. Tenta il rilancio con il Baskonia nel 2017 ma, ancora una volta, gli infortuni avranno la meglio. Decide di ritirarsi nel 2018 a soli 33 anni.

BUON NBA DRAFT 2020 A TUTTI!

Alessandro Falanga

 

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