Batman anno 100, il pipistrello del futuro secondo Paul Pope. La nostra recensione della mini serie del 2006

Batman, come detto diverse volte, è più di un’icona nel mondo del fumetto.
Difatti, grazie a determinate caratteristiche, il personaggio è stato inserito in diversi contesti al punto da creare delle realtà del tutto particolari.
Nel 2006, l’eccentrico sceneggiatore e disegnatore Paul Pope decide di dare vita a un progetto underground sul bat-mito.
Attraverso un duplice omaggio alle precedenti opere (Anno Uno e Il Ritorno del Cavaliere Oscuro di Miller su tutti ma anche Il caso del sindacato chimico), l’autore crea una storia fuori da qualunque schema: Batman anno 100.
La storia si sviluppa in un mondo dispotico (nell’anno 2039) dove il vigilante è ormai un vecchio ricordo.
Dopo l’omicidio di un federale, però, la figura del pipistrello torna sulla scena. E, braccato dal regime in vigore, avrà il compito di smascherare le nefandezze dei despota al potere con l’aiuto di una squadra del tutto fuori dal comune.
Con Batman anno 100 Paul Pope porta a termine una straordinaria operazione editoriale. Che riesce in un sol colpo a magnificare il personaggio e renderlo ancor più immortale.
La forza della mini serie è dettata, senza dubbio, dal forte legame con il passato.
Prendendo come punto di riferimento il 1939 (anno di nascita del vigilante), l’autore proietta il pipistrello esattamente cento anni dopo.
In questo modo, oltre a rendere eterno il personaggio, si crea un collegamento diretto con il pipistrello originario tale da mantenere una sorta di continuità narrativa.
Riprendendo quanto scritto da Miller alla fine degli anni ’80, inoltre, si genera un nuovo interessante elseworld e una specifica caratterizzazione dettata dalle origini narrate in Anno Uno.
Il fattore è fondamentale anche nel contesto in cui viene inserito questo Cavaliere Oscuro.

Se il Batman di Pope è esattamente quello ideato da Kane e Finger, lo stesso non si può dire degli altri personaggi. Quello che spicca maggiormente è James Jim Gordon, che non è il commissario che conosciamo ma suo nipote.
Le atmosfere della Gotham City immaginata, poi, portano a celebrare al massimo la figura del mascherato.
Esaltando al massimo le sue peculiarità, anche il Batman di Pope si pone al di sopra della giustizia. La sua aziona, in pratica, tende verso il giusto e non si pone limiti neanche di fronte a ciò che il potere costituito considera semplicemente legittimo.
A completare l’interessante volume sono i disegni dello stesso Pope e i colori di Josè Villarubia.
Il tratto sporco e non sempre preciso – quasi in stile manga – e i colori scuri, immergono questa Gotham City del futuro in uno scenario perfetto. Uno di quelli fatti appositamente per il pipistrello. In cui la realtà non è proprio quella che ci si aspetta.