Il portiere di riserva, quando il dodicesimo era un mestiere. Il nostro omaggio ai secondi del calcio nella rubrica Storie di sport
Uno dei ruoli più difficili nel calcio è senza dubbio quello del portiere di riserva.
Questa figura, infatti, deve avere diverse qualità che vanno ben oltre quelle sportive.
Deve essere paziente, pronto a subentrare (cercando di non far rimpiangere il titolare) e soprattutto pacato – date le diverse panchine da affrontare – al fine di ergersi a uomo spogliatoio.
C’è stato un tempo in cui il ruolo del dodicesimo è stato considerato come un vero e proprio mestiere.
Sportivi che prendevano molto seriamente questo compito e che tendevano ad essere fondamentali nel loro team quasi quanto la stella in campo.
In questo nuovo appuntamento con Storie di sport abbiamo deciso di omaggiare cinque tra i più celebri secondi, evidenziando la loro responsabilità come riserve.

Luciano Bodini – Cresciuto nelle giovanili dell’Atalanta, viene mandato subito in presito alla Cremonese dove disputa tre stagioni da titolare. Nel 1979 viene acquistato dalla Juventus per fare da riserva a Dino Zoff. Accetta la proposta bianconera con la consapevolezza che, data l’età, il fiulano si sarebbe ben presto ritirato. E invece, con il prosieguo della carriera fino a 40 anni, Bodini è costretto a rimanere dietro le quinte pur avendo un ruolo chiave nella conquista della Coppa Italia ’82 – ’83 e il Mundialito per club. Terminata l’era Zoff, però, la dirigenza bianconera affida la porta al giovane Tacconi proveniente dall’Avellino. Decide, quindi, di rimanere ancora a Torino nonostante tutto, con la consapevolezza di ricoprire un incarico molto più ampio di quello di portiere di riserva.

Astutillo Malgioglio – Dopo la trafila nelle giovanili del Bologna, con cui esordisce anche in Serie A, viene spedito a fare esperienza in cadetteria con il Brescia. Con i felsinei passa cinque anni – dove guadagna e perde in sequenza la massima serie – per poi migrare in terra toscana con la Pistoiese per una stagione. Dalla stagione ’83 – ’84 inizia a farsi strada come dodicesimo tra le fila della Roma, dove spesso si trova a sostituire il titolare Tancredi. Nel 1985 passa ai cugini laziali – nel frattempo retrocessi in Serie B – ma l’esperienza non è delle migliori. La svolta per la sua carriera arriva nel 1986 quando Trapattoni lo arruola come vice di Zenga. I cinque anni all’Inter e gli ultimi due all’Atalanta – dietro Ferron – lo consacrano stabilmente in questo ruolo. Da segnalare anche il suo grande impegno sociale in un centro per disabili sin dal 1977.

Giulio Nuciari – Se Bodini è considerato il secondo portiere per eccellenza, altrettanto si può dire per il mitico Giulio Nuciari. Partito dalla Ternana nel lontano 1978, con tanto di parentesi Montecatini, ricopre il ruolo di secondo rossonero per ben cinque stagioni consecutive. Significativo è il suo legame con il Milan che accompagna anche nella seconda esperienza in cadetteria della stagione ’82 – ’83. Il rapporto con il diavolo, però, si conclude nel 1988. Dopo una breve parentesi al Monza, infatti, si trasferisce definitivamente a Genova – sponda Sampdoria – dove ricopre il ruolo di secondo di Pagliuca prima e Zenga poi. Allo stato attuale detiene il record di presenze con la maglia numero 12 in Serie A (333).

Fernando Orsi – Cresciuto nelle giovanili giallorosse, esordisce tra i professionisti con il Siena in C2. Accumula esperienza nelle serie minori con il Parma per poi legarsi definitivamente ai colori della Lazio. Esordisce nella stagione ’82 – ’83 come sostituto di Felice Pulici e conquista subito la promozione con i bianco – celesti che guida anche la successiva stagione in massima serie come titolare. Passa cinque stagioni all’Arezzo, ma il richiamo dell’aquila lo riporta all’ovile nel 1989. Diventa secondo portiere fino al 1998, anno del suo ritiro, e riveste questo ruolo con diligenza e tanto spirito di squadra. Indimenticabili sono i suoi teatrini con i giocatori in panchina. Tra i tanti, è rimasto nella storia il tandem con Paul Gascoigne nel supporto delle riserve durante alcune partite di inizio anni ’90.

Michelangelo Rampulla – Uno dei pochi portieri a poter vantare il record di una rete segnata in stagione. Partito attaccante ai tempi della Pattese, squadra del suo paese, viene dirottato in porta dal padre. Inizia a calcare i campi che contano con le maglie del Varese e del Cesena in Serie B, per passare poi definitivamente alla Cremonese. Con i lombardi gioca per sette stagioni dove guadagna anche una promozione con successivo esordio in Serie A e primo storico goal di un portiere nella prima competizione italiana. Nel 1992 la Cremonese retrocede in B ma Rampulla rimane nella categoria superiore grazie al passaggio ai bianconeri di Torino. Con la Juventus copre le spalle a gente come Peruzzi, Van der Sar e Buffon. Non ha mai fatto rimpiangere i titolari quando schierato e più di una volta si è rivelato fondamentale nelle occasioni in cui è stato chiamato in causa.