Giallo scolastico, il volto degli anni ’80 secondo Andrea Pazienza. La nostra recensione della storia a fumetti

Siamo nel 1981.
I grandi movimenti di protesta si sono affievoliti e le ideologie si sono trasformate in base ai cambiamenti avuti negli anni.
L’Italia è un Paese in piena rivoluzione economica.
Un Paese che tende ad aggredire e a far propria la teoria dell’homo novus che si realizza solo ed esclusivamente grazie alle sue abilità (?).
In questo particolare scenario, il genio di Andrea Pazienza presenta – al fine di dipingere precisamente quella realtà – uno dei personaggi più sopra le righe di sempre.
Con Giallo Scolastico, infatti, fa il suo esordio sulla rivista Alter Alter Zanardi e la sua banda (Colasanti detto Colas e Petrilli detto Pietra).
Proprio per rimarcare una certa distanza dagli anni passati – magistralmente descritti con Pentothal – l’autore imposta storie e personaggi su binari totalmente differenti.
Questa discontinuità è visibile in diversi elementi (su tutti trama e soggetto) che non solo caratterizzano il nuovo lavoro ma lo rendono specchio di una realtà in pieno movimento.
La storia di Giallo scolastico è semplice e lineare.
Il trio in questione, dopo l’ennesima lite con la Preside del liceo che frequentano, decide di mettere in atto un piano diabolico.
Rapiscono il gatto della malcapitata e lo fanno ritrovare alla stessa crocifisso sui muri di casa.
La reazione è a dir poco violenta.
Grazie all’aiuto del bidello Rocco, la Preside ruba l’agendina di Zanardi per dimostrare la colpevolezza dei tre.
Scatta, quindi, la contromossa dei ragazzi per riprendere l’agendina dove – per sua stessa ammissione – Zanardi ha nascosto una bustina di cocaina.
Dopo la rivalsa nei confronti di Rocco – Zanardi seduce, porta a letto la figlia e poi avvisa il padre telefonicamente – il trio architetta un’ulteriore mossa.
Ricatta il primo della classe (Infante) ,fotografato mentre ha un rapporto con Colas, e lo obbliga a recuperare l’agendina in casa della Preside.
L’epilogo è tutto da scoprire e mostra in pieno le caratteristiche di un personaggio che ben si inserisce nella realtà di quegli anni.

Al contrario di Pentothal, Zanardi è personaggio sporco, brutto e cattivo.
Ma è anche colui che tutti vorrebbero essere.
In Giallo scolastico questa figura viene inserita come metafora di una nazione che – facendo finta di non accorgersene – si sta avviando verso il baratro.
In sostanza, le figure coinvolte rappresentano dei soggetti ben precisi.
Lo Stato (la Preside), le forze dell’ordine (Rocco il bidello) e Zanardi e la sua banda (il popolo) sono proprio ciò che si vive in quel periodo.
La reazione spropositata dello Stato, avallata nei metodi dalle forze dell’ordine, ne scatena una uguale e contraria che porta inevitabilmente alla sconfitta generale (Infante).
Ulteriore caratteristica è data proprio dai nuovi protagonisti.
A differenza di Pentothal – che si pone diversi quesiti relativi al periodo storico in corso – Zanardi è un personaggi molto più semplice sotto determinati punti di vista.
Difatti il ventunenne è decisamente più reattivo (e violento) del suo predecessore e la sua iperattività – distruttiva – può essere facilmente vista come una marachella in un contesto molto più complesso.
Anche i disegni della banda denotano questo particolare taglio, in quanto con la loro differenza – nei tratti e nell’aspetto – conducono, in un certo senso, alla quasi totale giustificazione di ciò che accade nonostante la brutalità nelle azioni.