La recensione della prima (e unica) stagione di Swamp Thing, serie televisiva che racconta la nascita del misterioso Uomo Palude
Nel 1982, la non ancora leggenda dell’horror Wes Craven dirige il primo dimenticabile adattamento cinematografico dedicato a Swamp Thing, la creatura delle paludi della Louisiana protagonista dell’omonimo fumetto DC Comics creato da Len Wein e Bernie Wrightson. Nel cast del film c’erano Ray Wise, futuro Leland Palmer in Twin Peaks e Adrienne Barbeau, musa ispiratrice di John Carpenter.
Qualche anno dopo Alan Moore prende per mano la storia di Swamp Thing. Crea un fumetto maturo e adulto che in breve diventa un masterpiece del fumetto contemporaneo.
Nel 1989 venne prodotto un sequel ancor meno memorabile del film del 1982.
Nel 2019 è sbarcato su DC Universe – il canale tematico in streaming di Warner e DC Comics – la serie televisiva dedicata al mostro delle paludi prodotta da James Wan.
La serie si allontana non poco dalla mitologia dei fumetti per concentrarsi più sull’horror. Racconta di Abby Arcane – Crystal Reed – un’agente del CDC che indaga su una misteriosa creatura nella sua città natale della Louisiana, Marais. Abby dovrà scontrarsi con un’emergenza virale oltre che rivivere il proprio triste passato.
Qui ritrova l’amico d’infanzia Matt Cable, ora un poliziotto, e le loro strade incrociano quelle dello scienziato Alec Holland – interpretato da Andy Bean – le cui indagini su quanto sta accadendo nella palude portano alla sua uccisione. La sua morte crea Swamp Thing. I suoi ricordi vengono assorbiti da una creatura che è effettivamente l’incarnazione delle piante paludose.
Nel frattempo il dottor Jason Woodrue – Kevin Durand – viene convocato per studiare le proprietà della palude e sfruttarne il potenziale. Il risultato sarà un’alterazione degli equilibri naturali che a loro volta portano a una maggiore presenza di fenomeni e creature strane.
Swamp Thing è un prodotto perfettamente confezionato: la fotografia, la colonna sonora, il cast è tutto di prim’ordine.
Oltre agli attori già citati, partecipano al film colonne portanti degli anni ottanta come Jennifer Beals, Will Patton e Adrienne Barbeau che regala un prezioso cameo.
Quello che manca, paradossalmente, è proprio la presenza del protagonista. La serie pare concentrarsi più sulle tematiche umane – la corruzione, i delitti, i tradimenti – che non sulla natura fantastica del suo protagonista. Manca un approfondimento psicologico di Alec Holland/Swamp Thing. Il messaggio ambientalista dei fumetti è totalmente assente. Manca anche l’aspetto visionario e psichedelico delle opere fumettistiche, specie del ciclo di Alan Moore.
Non è tutto qui: nonostante lo show abbia guadagnato da subito le lodi di critica e pubblico, viene cancellato subito dopo la trasmissione del primo episodio. La ragione pare essere la mancanza di fondi necessari per finanziare altre stagioni. Ogni episodio di Swamp Thing tra effetti speciali, cast e fotografia è costato parecchio e alla DC si sono accorti dell’ammanco solo dopo che la produzione era già partita.
Sembra quindi che Warner Bros per rimediare voglia fare un film dedicato a Swamp Thing che dovrebbe – il condizionale è d’obbligo – essere in continuità con la serie TV.
La serie di Swamp Thing è un buon prodotto di intrattenimento. Nulla a che fare con Watchmen – tanto per citare una serie tv che prende ispirazione da un fumetto – che è un capolavoro. Resta l’amaro in bocca per la pessima gestione della Warner/DC Comics su questa prima stagione. Stagione che dovrebbe avere un film come sequel di una serie televisiva dall’enorme potenziale ma che purtroppo non ha soddisfatto a pieno i nostri gusti.