Le straordinarie avvenutre di Pentothal, il primo lavoro di Andrea Pazienza. La nostra recensione delle storie pubblicate su Alter Alter

Vivere interamente il fumetto e raccontare la realtà attraverso gli occhi, le sensazioni e i sogni del protagonista.
Le straordinarie avventure di Pentothal, lavoro d’esordio di Andrea Pazienza, si presenta come un vero e proprio terremoto nell’affascinante mondo delle storie tricolore.
Ancor prima degli elementi caratteristici dell’opera, però, è necessario conoscere alcuni importanti particolari del fumetto pubblicato a puntate dal 1977 al 1981 sulla rivista Alter Alter (riportate alla luce da Coconino Press/Fandango Libri).
Siamo alla fine degli anni ’70 e il mondo del fumetto è ancora considerato uno svago giovanile senza alcun riferimento alla realtà quotidiana.
Quelli sono giorni di grandi contestazioni e grandi trasformazioni.
Giorni in cui il mondo chiedeva a gran voce non solo una rivoluzione sociale ma anche una culturale.
In questo particolare contesto si inserisce Le straordinarie avventure di Pentothal che, da buon lavoro rivoluzionario, si presenta come un vortice di genialità espresso tramite un’arte sempre sottovalutata.
Già dal nome del protagonista, Pazienza rende l’idea del tipo di lavoro prodotto.
Il pentothal è il serio della verità in Diabolik.
Ed è proprio dalla verità che l’autore vuole partire.
Il protagonista, suo alter ego, racconta il mondo che vive e cerca di trasmettere il suo io attraverso la narrazione.
Questo elemento, che rende viva la raccolta di storie, mette al corrente il lettore di ciò che sta accadendo e lo coinvolge totalmente nella quotidianità del personaggio.
Il movimento studentesco, il viaggio come risposta e l’accettazione dell’io sono evidenti elementi di quanto detto.

Infatti, l’indecisione fra l’essere maggiormente attivo o meno accanto a scene di vita da fuorisede (memorabile la lettera ai genitori) rendono Pentothal un personaggio alla ricerca di certezze ed affetto.
Questo tratto è riscontrabile anche nella vita sentimentale dell’autore che da Lucilla (la prima ragazza ad apparire) alle altre storie, porta ad un continuo peregrinare.
La descrizione di quegli anni, però, non è sempre lineare.
Questa, difatti, si esplicita in vari modi.
Dalla realtà al sogno, fino ad arrivare alle riflessioni personali del protagonista.
A tutto ciò, inoltre, si associa la spinta culturale del lavoro.
L’amicizia con altri artisti e le tante citazioni musicali e letterarie, consentono al fumetto di divenire un vero e proprio laboratorio in continuo movimento.
Infine le magnifiche tavole dello stesso Pazienza.
Con uno stile che sembra modificarsi di volta in volta, il fumettista dipinge perfettamente ciò che osserva.
E lo trasmette pienamente al lettore attraverso l’impersonificazione di una figura fin troppo sopra le righe.