Bauhaus

Bauhaus, il fascino oscuro del gothic rock

La parabola dei Bauhaus, tra citazioni cinematografiche, l’amore per David Bowie e l’ossessione per Bela Lugosi. Il nostro racconto


The Hunger (Miriam Si Sveglia A Mezzanotte) è un film horror del 1983. Tra gli attori ci sono David Bowie, Susan Sarandon e Catherine Deneuve. All’inizio del film si vede una figura che canta una strana canzone. E’ Peter Murphy accompagnato dai suoi Bauhaus in una delle loro ultime esibizioni. La scelta di affidare i titoli di testa del film fu, si dice, proprio di David Bowie.

L’artista inglese era stato il padrino del filone new-wave, post-punk e dark wave che in quegli anni stava spopolando. La trilogia berlinese aveva dato vita a una nuova generazioni di adepti – Joy Division, The Cure, Siouxsie & The Banshees – tutti affascinati da questo genere musicale. I Bauhaus non sono da meno. Nascono nel 1978 con Kevin Haskins alla batteria, suo fratello David J al basso e il chitarrista Daniel Ash. A loro si unisce il carismatico frontman che cambierà per sempre la loro vita: Peter Murphy.

Le esibizioni sono molto teatrali, un cabaret horrorifico che cita la cultura anni Venti e Trenta. Uno dei personaggi del loro repertorio immaginifico è Bela Lugosi, attore ungherese famoso per aver interpreto Dracula in diverse pellicole durante gli anni Trenta. Il primo singolo dei Bauhaus è Bela Lugosi’s Dead, una lunga nenia di nove minuti che ufficialmente battezza la dark wave.

Ci sono elementi horrorifici, ci sono sangue, pipistrelli, un campanile. La voce di Peter Murphy, tra una strofa e l’altra, ripete “Undead, undead, undead”. Il brano, almeno inizialmente, non ottiene il successo sperato ma nell’ambiente undeground i Bauhaus sono già considerati iconici. Nel 1980 la band pubblica il primo LP In The Flat Field. L’influenza del gothic rock e del post punk si fa più marcata. Il primo disco della band è una pietra miliare del genere. Tra i suoi solchi racchiude tutto quello che serve per un album gothic rock.

C’è il post-punk, l’oscurità del basso di David J, gli effetti chitarristi di David Ash, ci sono i testi sanguinari di Peter Murphy. C’è la batteria tribale e ossessiva di Kevin Haskins.  

Nel 1981 esce Mask. Da segnalare l’utilizzo di nuovi strumenti quali tastiere, chitarre acustiche e sassofono. I Bauhaus introducono una poliedricità di nuovi generi – reggae, funk, elettronica – nel loro già collaudato sound gothic e new wave andando di fatto ad ampliare il loro sound.
Mask è un disco più lucente ma non per questo meno importante del precedente disco. L’impressione è che con con questi disco i Nostri fissino i paletti di una coscienza dark-gothic più matura e meno incline alla varietà delle escursioni più o meno umoristiche del proprio leader. Come i Clash, anche i Bauhaus non vogliono accontentarsi di essere rinchiusi in un unico genere musicale. 

L’anno successivo esce The Sky’s Gone Out. Il terzo disco ha un suono meno goth rispetto ai precedenti LP addirittura metal in alcuni frangenti. Da segnalare il celebre trittico delle ombre – The Three Shadows Pt. I, II, III – tra cui spicca la seconda, struggente e malinconica. Tra i brani registrati durante quel periodo anche la cover di Ziggy Stardust di un certo David Bowie, tra le più riuscite dei Bauhaus.

L’impressione, ascoltando il terzo disco della band, è quella di trovarsi davanti a un gruppo che ama sperimentare, giocare con i suoni. Il modo di farlo farà scuola negli anni a venire. Il periodo d’oro dei quattro viene raccolto nel live Press The Eject And Give Me The Tape.
Suoni fangosi, arpeggi di basso contorti, chitarre impazzite e la voce del giovane Pete Murphy che si staglia magnificamente su questa traballante intelaiatura sonora.
Alla fine dell’album compare la cover di Waiting For The Man con la presenza di Nico.

Nel 1983 esce Burning From The Inside: è il canto del cigno della band che proprio in quel periodo registra un periodo di grandissima popolarità anche grazie alla comparsata in The Hunger. Il leader e vocalist, Peter Murphy è costretto a disertare la sede di registrazione per un problema di polmonite e nonostante emergano anche dei primi problemi interni la band, l’album inizia immediatamente con una delle track storiche, che rendono maggiormente l’idea di ciò che sono stati i Bauhaus.

She’s In Parties è un esempio magico e onirico di brano dark: le chitarre sono distorte acidamente e delineano successioni musicali esili, sfumate. Il basso, allacciandosi alla guitar di Daniel Ash, crea sensazioni malinconiche e morbide che si confanno perfettamente al vocal di Murphy. Nonostante Proprio nel 1983 la band si scioglie. 

Nel 1998, dopo quindici anni dalla separazione, e con la carriere soliste arrivate allo stallo, i quattro riformano i Bauhaus. Inizia così un tour nel quale presentano due nuovi brani, Severance e The Dog’s a Vapour, il primo dei quali è una cover dei Dead Can Dance.

Da questo tour sono stati tratti nel 1999 l’album ed il video intitolati Gotham. Il gruppo comunque non produce nuovo materiale, anche perché Peter Murphy continua comunque nella sua carriera solista, e nel 2005 ritorna in tour sia negli Stati Uniti che in Europa esibendosi anche al Coachella.

Solo nel marzo del 2008 i Bauhaus pubblicano un nuovo album di inediti, il pessimo Go Away White, non seguito da alcun tour promozionale.

Quest’anno i Bauhaus compiono quarant’anni di carriera. Sono stati uno dei gruppi più importanti del genere dark wave, grazie a una commistione di generi unica e irripetibile. Hanno influenzato gran parte della musica oscura e post punk degli anni ottanta. Per l’occasione hanno riformato il gruppo e si recheranno in tour in tutto il mondo per celebrare i loro quarant’anni di carriera. Una carriera altalenante, spigolosa, ma maledettamente affascinante.

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