Top 20 – I dischi del 2019. Ecco i dischi più significativi e importanti dell’anno. Buona lettura e buon anno da Diario di Rorschach
20. Daniele Silvestri: La Terra Sotto I Piedi
Il ritorno di Daniele Silvestri con un disco che celebra i primi venticinque anni di carriera. Un disco maturo, eclettico, sorprendente com’è nella natura musicale di uno dei cantautori più apprezzati della scena musicale italiana.
19. Noel Gallagher’s High Flying Birds: Black Star Dancing EP
La prima sorpresa dell’anno è la svolta psichedelica di Noel Gallagher. Il tutto era già stato anticipato dall’LP del 2017 Who Built The Moon? ma questa volta il più grande dei Gallagher ha osato ancora di più. Ascoltare per credere.
18. Alessandro Cortini: Volume Massimo
Per chi non lo sapesse, Alessandro Cortini è stato a lungo collaboratore di Trent Reznor e dei suoi Nine Inch Nails. In questo disco solista ci mostra tutta la sua sensibilità e la sua creatività. Uno dei musicisti italiani più apprezzati all’estero e ahinoi quasi sconosciuti in Italia. Da scoprire.
17. Tinariwen: Amadjar
Questo nuovo disco dei Tinariwen – gruppo musicale maliano – è nato all’ombra di una grande tenda in Mauritania. Successivamente hanno collaborato Stephen O’Malley, Cass McCombs e Warren Ellis, che hanno aggiunto profondità e spessore a un album liricamente intenso e ispirato.
Il desert blues della band maliana non è mai stato così accattivante, lirico e intenso.
16. Iggy Pop: Free
La svolta sonora, l’ennesima, per l’Iguana che nel bel mezzo del 2019 se ne esce con un disco a tinte jazz alla faccia di chi lo voleva in pensione e che sorprende come raramente aveva fatto. Solo l’Iguana può permettersi queste svolte. James Bond è un pezzone. QUI la nostra recensione.
15. Rammstein: Rammstein
L’attesissimo ritorno dei Rammstein a dieci anni di distanza dall’ultimo lavoro. L’omonimo disco nulla aggiunge e nulla toglie a una carriera sopra le righe. La vera sorpresa è quella di poterci gustare nuovo materiale sonoro della band tedesca. QUI la nostra recensione.
14. Niccolò Fabi: Tradizione E Tradimento
Il nuovo disco di Fabi uscito qualche settimana fa testimonia la grande vena del cantautore romano. Il pregio di Fabi è quello di saper creare delle storie che scuotono l’ascoltatore e non possono lasciarlo impassibile. La forza delle parole è impressionante, Niccolò Fabi ama ricordarcelo.
13. Gianni Maroccolo: Alone
Gianni Maroccolo non ha bisogno di presentazioni. Rimasto solo dopo la fine dei P.G.R. Maroccolo ha pubblicato Alone, furia elettronica e sonora in bilico tra world e psichedelia. La testimonianza su disco di uno dei musicisti e produttori più influenti degli ultimi trent’anni.
12. Bruce Springsteen: Western Stars
L’atteso disco acustico di Springsteen racconta dell’America sporca e polverosa come il buon Bruce ci ha abituato da parecchi anni. Una colonna sonora per un film che dimostra che Springsteen è ancora in splendida forma come ogni cavallo di razza che si rispetti. QUI la recensione del film.
11. Nada: E’ Un Momento Difficile, Tesoro
Prodotto da John Parish, il nuovo disco di Nada ci mostra una cantautrice assolutamente coerente col suo modo di intendere la vita e la musica. Una delle icone della musica popolare trasformatasi negli anni in madrina dell’indie rock italiano. Questo disco non fa che confermare lo stato di grazia della cantautrice toscana. Un disco che smuove e sorprende.
10. Kim Gordon: No Home Record
Il primo solista di Kim Gordon – basso e anima dei Sonic Youth – lascia sorpresi per la varietà di stili. Più che un disco, un viaggio nella mente di una musicista che non ama stare ferma. Una nuova ripartenza per la Gordon che a 66 anni si conferma fra le donne più cool dell’intero pianeta, nonché una delle voci più sensuali.
9. Tal Wilkenfeld: Love Remains
Tal Wilkenfeld è una bassista australiana, nota nell’ambiente fusion. E’ anche la bassista di un certo Jeff Beck e ha pubblicato quest’anno il suo secondo disco solista. Una bomba rock che flirta senza paura col grunge degli anni novanta e lo porta verso nuove direzioni. Se pensate che il rock sia morto, date un’occasione a questa giovane musicista. Ne verrà la pena.
8. Anderson.paak: Ventura
Soul, hip hop, r’n’b e tanto altro. Anderson.paak ci ha abituato a questo e altro. Forse Ventura non sarà il disco più ispirato del Nostro, ma è indubbiamente uno dei capitoli più interessanti della sua discografia utilissimo per capire il nostro tempo. Lasciatevi trasportare dalle atmosfere pazze di Anderson.paak, è un viaggio che vale la pena di essere compiuto.
7. The Claypool Lennon Delirium: South Of Reality
Mettete insieme uno dei migliori bassisti della sua generazione – Les Claypool – e un figlio d’arte che più d’arte non si può: Sean Lennon. Otterrete un disco psichedelico, furioso, imponente. Giunti al secondo disco The Claypool Lennon Delirium imbastiscono un disco assolutamente a fuoco. Una chicca favolosa.
6. The National: I Am Easy To Find
I National tornano sul mercato discografico ad appena due anni di distanza da Sleep Well Beast: il risultato è un disco femminile; in ogni brano i National hanno collaborato con donne cantautrici. Il risultato è un disco variegato, cinematografico e molto maturo. QUI la recensione del disco.
5. Thom Yorke: ANIMA
Probabilmente il miglior disco solista di Thom Yorke. Le atmosfere dei precedenti dischi – The Eraser, Tomorrow’s Modern Boxes – ci sono ancora ma la sensazione ascoltato ANIMA è quella di un lavoro più coeso, più a fuoco. Un lavoro benedetto dalla collaborazione con Paul Thomas Anderson. QUI la recensione del disco.
4. Solange: When I Get Home
La sorella d’arte di Beyonce dà vita a un disco che si può battezzare con un solo termine: art-soul. Incroci di beat, elettronica, basi hip hop e la voce mai così matura di Solange. A differenza della sorella, Solange è etichettabile nel genere indie e anche per questo si candida a regina del soul per i prossimi anni. Vi pare poco?
3. AA VV: The Desert Sessions Vol. 11 & 12
Josh Homme dei Queens Of The Stone Age ha rispolverato le celeberrime Desert Sessions. Questa volta si è chiuso in studio di registrazione assieme a gente come Billy Gibbons (ZZ Top), Les Claypool (Primus), Mike Kerr (Royal Blood), Jake Shears (Scissor Sisters). Il risultato è un disco dalla produzione sopraffina e volutamente pazzo e instabile. Dedicato a chi crede che il rock sia morto.
2. Nick Cave & The Bad Seeds: Ghosteen
Ghosteen è l’ennesimo disco importante di Nick Cave. Un LP ancora più sperimentale e innovativo dei precedenti. Questa volta l’atmosfera è eterea, sognante. Un sogno diviso in due parti per un cantautore sempre sorprendente. QUI la recensione del disco.
1. TOOL: Fear Inoculum
Impossibile scegliere un altro disco più importante di quello dei TOOL. Atteso la bellezza di tredici anni, Fear Inoculum innalza l’asticella compositiva dei quattro musicisti. Un disco tribale, ipnotico, un boa che blocca l’ascoltatore e lo costringe a tornare tra i solchi di un disco assolutamente favoloso. QUI la recensione del disco.