5 è il numero perfetto, il fumetto pulp/noir al cinema. La nostra recensione dell’opera prima di Igort

Accade spesso che le versioni cinematografiche dei fumetti si discostino un pò troppo dal loro prodotto di origine.
Molte volte, infatti, i prodotti visivi si scontrano totalmente con le loro controparti cartacee e questo determina, in alcuni casi, anche le fortune del lavoro in questione.
In altre occasioni, invece, i film riflettono fedelmente quanto scritto con tanto di tributo alla graphic novel da cui hanno preso spunto.
In questa categoria rientra, senza dubbio, 5 è il numero perfetto.
Diretta da Igort, autore e disegnatore del fumetto ( qui la nostra recensione), la pellicola rispecchia alla perfezione quanto riportato tra le pagine del volume.
In pratica il regista, alla sua prima esperienza, fa ciò che di norma si dovrebbe fare.
Riprende il lavoro del 2002 è lo traspone totalmente sul grande schermo.
La storia è esattamente quella raccontata nel fumetto.
Peppino Lo Cicero, guappo in pensione, perde suo figlio – anche lui sicario – per mano di un fantomatico mago.
La sua vendetta non si fa attendere e con l’aiuto dell’amico Totò scatena una guerra contro le famiglie camorriste della zona.
L’opera prima di Igort è semplicemente uno spettacolo per gli occhi.

I protagonisti, i luoghire, i dialoghi e la fotografia rendono reale un’ambientazione fino a quel momento intangibile.
Ad emerge con forza è il cast considerato per l’occasione.
I personaggi sembrano ritagliati appositamente per gli attori presenti (con il trio Servillo, Buccirosso e Golino a primeggiare) e anche i comprimari di certo non sfigurano nel loro ruolo.
Gli interpreti si immergono totalmente in questo contesto pulp che si ispira alla composizione classica del noir e lo rendono proprio grazie ad un’eccellente prova sullo schermo.
Protagonista aggiunto è, come per il fumetto, la città di Napoli.
In 5 è il numero perfetto Igort ricostruisce alla perfezione la realtà cittadina degli anni ’70, rendendola fumettistica grazie ad un piacevole tocco personale.
Infine il genere.
5 è il numero perfetto, al pari del lavoro del 2002, imposta un genere tutto suo.
E’ sostanzialmente un pulp – che con la divisione in capitoli ricorda un Tarantino di altri tempi – ma si caratterizza come un noir grazie alle tante peculiarità presenti.
Difatti, se i personaggi sono effettivamente estrapolati da un determinato contesto, lo stesso non si può dire per una storia che segue ritmi propri.