A Nightmare On Elm Street è stato il film che più di tutti ha cambiato il linguaggio del cinema horror. La nostra recensione
Secondo Wes Craven il genere horror funziona quando entra nel nostro quotidiano. Craven, come Alfred Hitchcock, ama stupire il pubblico mostrando la paura in situazioni reali. Quando nel 1984 esce A Nightmare On Elm Street, Wes Craven ha già diretto almeno due cult. Si tratta di The Last House On The Left (L’ultima Casa A Sinistra) del 1972 e The Hills Have Eyes (Le Colline Hanno Gli Occhi).
Ha anche scritto e diretto Swamp Thing (L’uomo Della Palude) (QUI la recensione del fumetto).
Con un budget di soli due milioni di dollari Craven siede alla regia di un film che mostra la quotidianità e la fragilità degli esseri umani. O meglio dei giovani. L’idea è quella di raccontare l’uomo nero, il boogeyman, che entra negli incubi di alcuni ragazzi. Tina sogna uno spaventoso essere umano con la faccia bruciata e lame al posto delle dita. Si chiama Freddy Krueger e, come vedremo più avanti durante la visione del film, rappresenta il marcio della società. Una società perbenista, ottusa e bigotta.
Wes Craven cita Psycho di Alfred Hitchcock – la protagonista è Tina, ma muore quasi subito e la cinepresa si concentra sulla sua amica Nancy che diventa l’effettiva protagonista – per quello che, a tutti gli effetti è un horror di suggestione psicologica. L’atmosfera onirica aiuta a creare scene crepuscolari che si basano esclusivamente sulla truculenza degli effetti speciali – notevoli per l’epoca – su scene splatter e sulla suspense. Il regista gioca con il pubblico e con le paure di quest’ultimo. Siamo dalle parti del Sogno, quindi tutto è possibile.
La paura è dentro di noi, fa parte dei nostri sogni o meglio dei nostri incubi. L’horror è dunque un incubo, un incubo che ha effetti sulla vita reale: Tina muore mentre sogna, con una citazione di The Exorcist. Nancy viene continuamente disturbata da Freddy, mentre si fa il bagno o mentre cerca di dormire.
Krueger è la coscienza sporca degli abitanti di Springwood che torna a bussare alla porta. I resti di un passato che rifiuta di essere dimenticato. Assassino e stupratore di bambine giustiziato dai genitori di Elm Street, che lo bruciarono vivo, Freddy, con il volto terribilmente ustionato, torna per finire il proprio lavoro, per portare via con sé l’ultimo barlume di innocenza rimasto agli incauti genitori. I figli di questi genitori non sono mai stati così soli e così abbandonati. Nessuno può aiutarli mentre dormono.
Craven sa come creare la paura e dirige una pellicola mitica. La tensione e la potenza metaforica del film – Sogno, Realtà, Incubo, Crescita – sono tali che fanno del film un successo strepitoso, che darà vita a qualcosa come nove film, libri, videogames e persino una serie televisiva.
Il punto forte di A Nightmare On Elm Street sta nella sceneggiatura – che sfrutta un’idea tanto banale quanto geniale – nella regia di Wes Craven e nell’atmosfera onirica e fumosa che hanno reso il film un cult. Ancora oggi, trenta e passa anni dopo la sua uscita nella sale, il film risulta molto più interessante e spaventoso di molti altri horror più recenti.
Basti pensare che Stranger Things deve, e molto, alla pellicola di Wes Craven: Nancy è una delle protagoniste della serie televisiva più famosa del momento. Una locandina della seconda stagione omaggiava la locandina del film di Wes Craven.
Il film è interpretato da Heather Langenkamp, un giovanissimo Johnny Depp, Amanda Wyss, John Saxon e Ronee Blakley. A Nightmare On Elm Street resta una pellicola eterna, un viaggio nei fumosi e onirici anni ottanta.