La carriera di Maurizio Sarri, nuovo allenatore della Juventus, tra numeri, statistiche, promozioni e salti di categoria.
82, 86, 91. No, non stiamo dando i numeri. Quelli che abbiamo scritto non sono numeri qualsiasi, ma i punti realizzati dal Napoli di Maurizio Sarri nel corso di tre stagioni, rispettivamente nel 2015/2016, 2016/2017 e 2017/2018. Nonostante questi numeri, alti e impressionanti, il Napoli di Maurizio Sarri non è mai riuscito a vincere lo scudetto, ma questa storia va raccontata con più calma.
Maurizio Sarri è nato a Napoli nel 1959 e ha vissuto a lungo in Toscana. Ha mosso i primi passi da allenatore negli anni novanta, nel mondo del calcio di categoria, ottenendo i primi risultati positivi alla guida di Cavriglia e Antella, entrambe condotte in Eccellenza.
Nel 2000 passa al Sansovino ed è la prima svolta, tanto da lasciare l’impiego in banca per fare l’allenatore a tempo pieno. In tre stagioni vola dall’Eccellenza alla C2, conquistando anche la Coppa Italia di serie D. Sono i primi successi.
Nella sua ultima stagione alla Sansovino è soprannominato Mister 33. Il numero trentatré voleva dare un’idea della grande varietà di schemi e quindi di quanto lavoro dedicasse Sarri alla cura dei particolari, aspetto che non ha mai tralasciato.
La prima esperienza tra i professionisti arriva nel 2003 con la Sangiovannese. Ottiene una promozione in C1 nel 2003/04.
Nel 2005 firma col Pescara ed esordisce in Serie B, nella stagione 2005/2006 traghettandola all’undicesimo posto. Riesce a ottenere la salvezza con tre giornate di anticipo. Alla fine della stagione si dimette.
Il 31 ottobre passa all’Arezzo dopo l’esonero di Antonio Conte. In Coppa Italia l’Arezzo raggiunge i quarti di finale, eliminando il Livorno che milita in Serie A, venendo eliminato dal Milan (0-2 a Milano, 1-0 al ritorno). Nel marzo 2007 viene esonerato, lasciando alla storia dei risultati che rimarranno nella storia del club toscano: il 2-2 in casa della Juventus di Didier Deschamps e un altro 2-2 al San Paolo di Napoli.
A seguire Avellino, Verona, Perugia, Grosseto, Alessandria – dove viene eliminato in semifinale nei play-off di Lega Pro – e Sorrento, prima di approdare, nel giugno del 2012, all’Empoli. Alla prima stagione con i toscani centra il quarto posto nel campionato cadetto ma non conquista la serie A.
L’appuntamento con la gloria è solo rinviato di una stagione. Col secondo posto alle spalle del Palermo arriva il salto diretto in serie A. Debuttante in serie A a 55 anni, Sarri conduce la formazione toscana a una tranquilla salvezza, mettendo in mostra un gioco spumeggiante e guadagnandosi l’attenzione dei grandi club – Roma e Milan in primis – col Napoli che decide di puntare su di lui per il dopo-Benitez.
E ora un po’ di numeri. A novembre 2015, grazie alla vittoria per 2-1 sull’Inter, riporta il Napoli al primo posto solitario in massima serie, a distanza di oltre 25 anni dall’ultima volta (stagione 1989-90, anno del secondo scudetto del Napoli).
Il 10 dicembre 2015 conquista la sesta vittoria su sei partite in Europa League, ottenendo il record di punti (18 su 18) della competizione nella fase a gironi, il record di gol fatti (22 in 6 partite) e subiti (3 in 6 partite) sempre nella fase a gironi della competizione.
Nonostante un’idea di calcio sopraffina, Sarri non viene considerato politicamente corretto. Spesso dice quello che pensa, e molte volte, da buon toscano, ci sono espressioni colorite tra le parole dell’allenatore. Il 19 gennaio 2016 tanto per dirne una, verso la fine del quarto di finale di Coppa Italia perso dal Napoli contro l’Inter,
durante un diverbio con l’allenatore interista Roberto Mancini, gli rivolge degli insulti omofobi.
Due giorni dopo il giudice sportivo condanna l’allenatore napoletano a 2 turni di squalifica in Coppa Italia e ad un’ammenda di ventimila euro per insulti pesanti.
Torniamo così ai numeri iniziali: 82, 86 e 91. Due secondi e un terzo posto ma soprattutto un gioco propositivo che colleziona ammiratori in Italia e in Europa. Chiuso il ciclo napoletano, vola Oltre Manica nell’estate 2018 per accettare la guida del Chelsea con cui conquista l’Europa League. Perde solo ai rigori la finale di Coppa di Lega e chiude terzo in una delle Premier più combattute di sempre tra il City di Guardiola e il Liverpool di Klopp.
Il calcio inglese sembra fatto apposta per Sarri. Ci sono diversi estimatori dell’allenatore – Guardiola è uno di questi – e l’allenatore italiano riesce a ottenere buoni risultati. La dirigenza dei blues, però, non si ritiene completamente soddisfatta e la corte della Juve tenta Sarri che passa così, clamorosamente, nel regno della Vecchia Signora.
Quello tra Sarri e la Juve è un matrimonio strano. Il primo per indole è allergico ai poteri forti – i tifosi del Napoli lo soprannominavano Comandante – mentre la Juve ha bisogno di svecchiare il suo gioco e di renderlo più moderno e dinamico con l’ossessione di vincere la Champions League. Come andrà a finire?