Suburra

Suburra, la recensione della seconda stagione

Su Diario di Rorschach la recensione della seconda stagione di Suburra, andata in onda su Netflix nelle scorse settimane


Il percorso di Netflix, arrivato in Italia tre anni e mezzo fa, è continuamente in evoluzione. La piattaforma di streaming online dopo aver dato vita a documentari, film e serie televisive a proprio nome ha iniziato a produrre serie in altri Paesi, tra cui anche l’Italia. Suburra è la prima serie prodotta da Netflix girata in Italia con attori come Alessandro Borghi, Giacomo Ferrara, Eduardo Valdarnini. 

La seconda stagione di Suburra impara dai difetti della prima. Se nelle prime dieci puntate andate in onda un anno e mezzo fa c’era una certa approssimazione, momenti inutili e montaggi a volte confusionari, nella seconda stagione si ha la netta sensazione di uno snellimento. E di conseguenza di un bel passo in avanti.
Le puntate sono otto e non dieci. Ci sono meno momenti morti e tutto è più diretto, funzionale alla trama. Basti vedere la prima puntata 2×01 Trovatela che inizia subito con una serie di azioni pazzesche e con qualche colpo di scena.

Suburra continua a raccontare Roma. Una città che ha il suo cuore nel Colosseo e che dirama le sue arterie tra palazzi, periferie rovinate, stanze vaticane. Roma è la vera protagonista una città contraddittoria, violenta. Una città cinica e romantica allo stesso tempo. La seconda stagione di Suburra è ancora più cattiva della prima in un groviglio di politica, interessi personali, giochi di potere. Continui ribaltamenti di fronte.

Le nuove otto puntate della serie approfondiscono i rapporti personali dei tre protagonisti. Aureliano subisce un brutto colpo all’inizio di questa seconda stagione, Spadino con tutte le sue forze prova a districarsi tra la sua famiglia e la sua vera indole. Lele, diventato ufficiale di Polizia, prova a fare una vita normale coi fantasmi che lo inseguono.

I tre protagonisti avranno un assaggio di vita normale in particolar modo Aureliano che sembra finalmente aver trovato un po’ di pace: come in ogni serie televisiva che si rispetti, però, c’è sempre un prezzo da pagare. E in Suburra è molto alto. Rispetto alla prima stagione, scopriamo molto dei tre giovani protagonisti. Protagonisti che hanno vite completamente diverse tra loro.

Aureliano deve gestire la famiglia, in particolare la sorella Livia, con la quale il rapporto è assai complesso. Spadino deve fare i conti con la propria famiglia. Lele è entrato nella Polizia.

Le vicende dei tre si intrecciano con quelle di nuovi personaggi che entrano a far parte del cast secondario: Nadia è la giovane figlia di un piccolo boss di Ostia che diverrà complice di Aureliano.
Cristiana, poliziotta schietta e determinata che metterà i bastoni tra le ruote alla carriera di Lele, cercando di capire cosa si nasconde nel ragazzo.

E infine Adriano, speaker radiofonico, nonché figlioccio di Samurai, che segue attivamente le vicende del candidato sindaco Cinaglia: in particolare questo nuovo personaggio fa un po’ di luce sul passato di Samurai e lo rende più umano, dinanzi agli occhi dello spettatore.
Amedeo Cinaglia (Filippo Nigro) è al centro di Roma e quindi della trama di Suburra. Membro del consiglio comunale di Roma, nella prima stagione era notevolmente frustrato dall’insuccesso della sua carriera.

Avvicinato da Samurai, che lo aveva sedotto con promesse di potere, metterà a repentaglio la carriera politica e la vita personale. 

C’è poi la questione dei migranti sfruttati dalla Chiesa Cattolica per far cassa in un giro oscuro di denaro, potere e corruzione il tutto gestito dall’ambigua Sara Monaschi (Claudia Gerini): insomma la vicenda di Suburra si fa sempre più complessa e articolata.

Non è dato sapere come la vicenda si concluderà – ancora non sono chiari molti aspetti che nelle otto puntate vengono approfonditi, ma ovviamente non conclusi – quello che è certo è che il prossimo anno uscirà la terza e ultima stagione di Suburra, una serie che, con l’andare delle puntate e delle stagioni, ha confermato tutto il suo vasto potenziale.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *