Sbirre

Sbirre, il nuovo corso del noir

Sbirre, il nuovo corso del noir. La nostra recensione del lavoro firmato Carlotto, De Cataldo e De Giovanni


“Per il noir raccontare l’universo femminile è diventato una sorta di urgenza, probabilmente perché è la cosa più interessante di questo particolare momento storico”

Sbirre – La copertina del lavoro di Carlotto, De Cataldo e De Giovanni

Con queste parole, Massimo Carlotto, nella nostra intervista dello scorso anno, presentava una delle maggiori novità sulla scena noir.

Edito Rizzoli (2018) e scritto con Giancarlo De Cataldo e Maurizio De Giovanni, Sbirre è uno dei lavori più interessanti sulla scena noir degli ultimi anni, grazie alla differente prospettiva nella letteratura di genere.

Il protagonista assoluto dei tre racconti è, per l’appunto, l’universo femminile.

Anna Santarossa, Alba Doria e Sara Morozzi non sono semplicemente donne. Si tratta, infatti, di personaggi che attraverso le loro storie riescono a comprendere il passato e scoprire il futuro.

Le sbirre degli autori sono personaggi forti e deboli al tempo stesso. Sono donne che fanno della propria esperienza un’arma per cercare di dirottare su binari più consoni la propria vita.

La scelta di rendere centrali le donne, inoltre, inverte i dogmi classici del noir, trainandoli verso un cambio di paradigma (così come rivelato da Massimo Carlotto nella nostra intervista).

A ciò si aggiunge l’ulteriore prova che la letteratura è sperimentazione.

Giungendo a un perfetto melting pot tra peculiarità (letterarie) dei singoli autori e differenti modi di interpretare il genere, Sbirre si rende uno scritto apprezzabile non solo dai cultori.

In questo modo, rendendosi ciò che i seguaci del noir si attendono a ogni pubblicazione, il lavoro si presta bene anche per chi si approccia per la prima volta a questo tipo di lettura.

Attraverso storie appassionanti e ritmi incalzanti nelle trameSbirre si concede a una piacevolissima lettura che mantiene incollati alle pagine.

Infine, con una perfetta caratterizzazione delle tre donne, gli autori da un lato fanno affezionare il lettore ai personaggi presentati e dall’altro – come diretta conseguenza del punto precedente – portano quasi a giustificare quelle scelte dettate da eventi che ne hanno per sempre influenzato l’intimità delle protagoniste.

Alessandro Falanga

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