the mule

The Mule – Il Corriere, Clint Eastwood l’eterno

The Mule – Il Corriere è l’ennesimo film importante di un regista che non smette di criticare gli Stati Uniti e la società moderna. La nostra recensione


Stati Uniti d’America. 2005. Earl Stone è un ottantenne reduce della guerra di Corea che lavora come floricultore. Ha la passione per la guida, possiede un pick-up, con il quale ha girato quarantuno stati federali su cinquanta per la vendita dei suoi fiori. Ha una ex moglie, Mary, con cui è stato insieme per dieci anni, ma da cui ha divorziato a causa dell’eccessiva importanza che Earl da al suo lavoro.
Il giorno del matrimonio della figlia Iris Earl non si presenta, impegnato in una convention cittadina. Quando si ricorda del matrimonio, Earl non vuole presentarsi, per non fare pessima figura.

2017. Earl Stone è novantenne. La sua attività da floricultore viene pignorata a causa di internet che proprio nel 2005 iniziava a muovere i suoi passi con la vendita online.
Earl, allontanatosi dalla famiglia, decide di andare al brunch prematrimoniale della nipote Ginny, in procinto di sposarsi con un ragazzo di nome Mike. Un amico di Mike, Richard raggiunge Earl, vedendo in lui un esperto guidatore con la passione per viaggiare.
Richard gli consegna l’indirizzo di alcuni suoi amici, che sono in cerca di un corriere che trasporti la loro merce, proponendogli di candidarsi per tale impiego.

Inizialmente, Earl non vuole diventare un corriere, ma constata che a causa della sua situazione economica – famiglia distrutta, attività pignorata, nessun centesimo da parte – necessita di un lavoro. Recupera l’indirizzo, dove c’è scritto che la sede degli amici di Richard si trova in Texas.

La storia di The Mule – Il Corriere è diretta da Clint Eastwood che torna a recitare in suo film dieci anni dopo quel capolavoro di Gran Torino.
E’ immediato fare un paragone tra le due opere, ma ci sono sostanziali differenze: è vero, Walt Kowalski era anch’egli un reduce dalla guerra in Corea ma mentre in Gran Torino l’aspetto psicologico – i ricordi e l’odio apparente verso il diverso – di Walt era fondamentale, in The Mule abbiamo un personaggio più rilassato.

Earl sa che la sua vita sta terminando e vuole prendersela comoda, imponendo agli altri i suoi tempi.
Earl è un personaggio tranquillo, con le sue idee – chiama negri i neri, mangiafagioli i messicani, addita le lesbiche con il sorriso tra le labbra – che provengono da un’altra epoca. Un’epoca diversa, attenzione né migliore né peggiore di quella attuale.
Il cinema di Eastwood è un cinema affascinante, che si può definire d’epoca e che deve fare giocoforza i conti con la realtà del mondo, più in particolare con quella degli Stati Uniti d’America.

Critiche non leggere sono riservate alle nuove generazioni: ansiose – pensiamo a Julio – attaccate costantemente ai telefonini, incapaci persino di cambiare una ruota. Una generazione che ha isolato gli anziani – definiti voialtri dall’agente Colin Bates – e che non ha ancora trovato una soluzione per vivere nella società contemporanea.
La critica più grande è riservata proprio alla società che isola gli anziani, che li sottovaluta, che non si fa problemi a sbatterli in mezzo alla strada nonostante una vita di lavoro e di sacrifici. Una società che non si aspetta che un novantenne spacci cocaina o armi in giro per gli USA.

L’approccio di Earl, vuoi per l’età vuoi per l’esperienza, è completamente diverso. Canta il jazz mentre trasposta centinaia di migliaia di dollari di armi e cocaina da uno stato federale all’altro. Si gode la vita, i soldi guadagnati aiutando la nipote a laurearsi e rimettendo in piedi il piccolo circolo per reduci.
La differenza con Walt di Gran Torino è qui. Mentre Walt era arrabbiato, solo Earl avrebbe una famiglia che gli vuole bene e non è arrabbiato.

La seconda parte del film mette in luce l’aspetto interiore della vita di Earl con una serie di eventi che faranno cambiare radicalmente approccio al nostro protagonista dimostrando ancora una volta come Clint Eastwood sia un abile, abilissimo narratore: fa conoscere allo spettatore il personaggio, gli fa fare delle azioni e poi piano piano toglie il terreno da sotto ai piedi al protagonista? Come reagirà Earl?

L’ultima parte del film mostra, per l’ennesima volta, la grandezza, la concretezza e la poesia del Cinema di Eastwood. The Mule è l’ultimo film da attore – attenzione: non da regista, Clint Eastwood sarà dietro la macchina da presa per nuovi progetti – di un icona del Cinema contemporaneo. Un regista, attore, musicista capace di scrivere una delle pagine più importanti della storia del cinema degli ultimi cinquant’anni.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *