Black Panther è stata una sorpresa per i fan dei fumetti di tutto il mondo, arrivando a conquistare diverse nomination agli scorsi Oscar
I film della Marvel Studios non possono piacere a tutti. I fan più intransigenti o le vecchie generazioni di lettori di fumetti guardano con molta poca fede i blockbuster cinematografici prodotti dal 2008 fino ai giorni nostri. Ci sono delle eccezioni, fortunatamente. Alcuni film riescono ad andare oltre: Black Panther è uno di questi. Il film segna un’apparente distacco dalle precedenti opere. Prodotto dai Marvel Studios e distribuito da Walt Disney Studios Motion Pictures è il diciottesimo film del Marvel Cinematic Universe. Non condivide la continuity delle altre opere, anticipando di fatto i futuri piani della Marvel Studios, sempre più intenzionata a fare film singoli e non corali.
Scritto da Ryan Coogler e Joe Robert Cole, il film è interpretato da Chadwick Boseman, Michael B. Jordan, Lupita Nyong’o, Danai Gurira, Martin Freeman, Daniel Kaluuya, Letitia Wright, Winston Duke, Angela Bassett, Forest Whitaker e Andy Serkis.
Black Panther è la storia del Wakanda, uno stato immaginario dell’Africa, all’apparenza poverissimo, in realtà ricco di vibranio, un materiale rarissimo e molto resistente. Il Wakanda vive uno stato di isolamento, incapace di aiutare gli altri popoli, fino all’elezione del nuovo re, ovvero della nuova Pantera Nera.
T’Challa è infatti il figlio del re del Wakanda e di diritto deve governare. Con al suo fianco la madre – Angela Bassett – e la sorella – una strepitosa Letitia Wright – T’Challa deve affrontare un nemico del Wakanda, Ulysses Klaue un ladro di vibranio che ne vorrebbe dell’altro aiutato dal misterioso Erik Killmonger di origini wakandiane.
Black Panther è un film che approfondisce le emozionanti cerimonie di iniziazione, oltre agli aspetti psicologici dei protagonisti. Il film va dunque oltre la banale retorica sui supereroi, raccontando l’attualità in modo stringente e deciso. Black Panther è l’elogio dell’umanità, della speranza. Un lungometraggio sull’aiuto reciproco, sulla comprensione umana. Un film fantascientifico che cita i migliori Star Wars e diventa un film totalizzante.
Il regista Ryan Coogler che ha anche scritto il film è riuscito a condensare nel lungometraggio tutti i generi da cui la cultura nera è stata tradizionalmente esclusa, trasformando il film da banale prodotto di intrattenimento a dramma culturale e geopolitico.
Il film sembra dunque inaugurare un nuovo filone per la Marvel Studios: distaccandosi dalla continuity dei recenti film, la nuova filosofia della casa di produzione è quella di creare film singoli, per niente intrecciati tra loro. Film indubbiamente più attuali e adulti e consapevoli.
Ai recenti premi Oscar il film ha avuto la bellezza di sette nomination ed è stato il primo film Marvel a ottenerne così tante. Miglior film, migliore scenografia a Hannah Beachler e Jay Hart, migliori costumi a Ruth Carter, miglior montaggio sonoro a Benjamin A. Burtt e Steve Boeddeker, miglior sonoro a Steve Boeddeker, Brandon Proctor e Peter Devlin, migliore colonna sonora a Ludwig Göransson e migliore canzone a All The Stars.
Il film ha vinto tre premi Oscar: Miglior Scenografia, Migliori Costumi e Miglior Canzone. Se ci pensate, non è poco.