Batman Freakout, l’occasione sprecata da Garth Ennis con l’uomo pipistrello. La nostra recensione della storia targata Dc Comics

Cosa accadrebbe se la mente geniale di Garth Ennis e Batman, uno dei personaggi più amati dei fumetti, si incontrassero?
La risposta al quesito viene presto data nel 1997 quando in piena ricostruzione del personaggio – con Sciamano a modellare nuovamente le origini del vigilante – viene affidato all’autore nordirlandese il compito di ideare una nuova avventura.
Nasce, con pubblicazione dal numero 91 al 97 de Le leggende di Batman (con ristampa poi nel 2010 su Batman – La leggenda), Freakout, storia di droga, violenza ed ingiustizia sul pipistrello.
La trama narra l’incontro/scontro tra il dott. Freak – ex soldato totalmente assuefatto dagli stupefacenti (addirittura si immerge in una vasca di sangue dei morti per overdose) – e il mascherato di Gotham City.
In questo contesto, in cui violenza e situazioni al limite dell’immaginabile prevalgono, si inserisce anche la GCPD – soprattutto con il solito Gordon – e un duo di investigatori privati, legati alle vicende del dottore per diverse ragioni.
Pur essendo la più classica fra le storie di Garth Ennis, si può facilmente dire che Batman Freakout sia una vera e propria occasione mancata.
Infatti, pur contenendo gli elementi dell’ennisuniverse e nonostante l’estrosità dell’autore e la duttilità del personaggio, è visibile come attraverso questa storia si è deciso di non osare fino in fondo.

Al netto della gradevole lettura – Ennis è sempre Ennis – Batman Freakout mostra diversi note dolenti.
Le caratteristiche principali dell’autore, infatti, si scontrano spesso con l’impostazione di un personaggio molto particolare come Batman.
La trama, inoltre, non è proprio indimenticabile.
Anche se immersa in un genere particolare – quell’hard boiled tanto caro allo scrittore – si presenta unespserimento apprezzabile, seppur incompiuto.
Batman Freakout, però, al suo interno ha anche spunti interessanti che consentono ottimamente di amalgamare lo stile sbarazzino con le caratteristiche del pipistrello.
Il lato investigativo – evidenziato anche dall’utilizzo dell’LSD 2000 da parte di Bruce per indagare sul caso (come in The man who laugh) – unito ai metodi violenti (anche se non mortali) e risolutivi, permettono ad Ennis di esaltare al massimo le caratteristiche originarie del personaggio.
L’integrità del personaggio (soprattutto nel finale), inoltre, porta a mettere in campo un Batman più legato alla realtà (come in Year One) e più maturo.
Infine i disegni di Will Simpson.
Grazie allo stile sporco, il disegnatore riesce a rendere giustizia ad un’istituzione con diverse scene di lotta ed un’ottima resa di ciò che accade nella realtà e nel sogno dettato dalla droga.