The Enemy, la Londra post – apocalittica di Charlie Higson. La recensione del romanzo del 2010 su Diario di Rorschach

Una Londra devastata da un misterioso morbo.
Gli adulti che si tramutano in zombie sanguinari in cerca di cibo.
I gli under 14 unici soggetti immuni alla malattia.
Attraverso questo affascinante mix di elementi, Charlie Higson ha creato uno scenario degno del miglior horror zombie in circolazione: The Enemy.
Romanzo del 2010 (in Italia edito DeAgostini), The Enemy narra le disavventure di un gruppo di ragazzi che, costretti a vivevere in un supermercato, devono vedersela con gli adulti infetti e le difficoltà di tutti i giorni.
Immerso nel più classico degli scenari horror zombie, il lavoro di Higson spicca come uno scritto a tutto tondo.
Un melting pot di generi e situazioni che emerge con prepotenza.
Infatti, The Enemy può essere facilmente diviso in due parti che, all’interno di una storia ben concepita e lineare, portano allo sviluppo di un blocco prettamente horrorifico – messo in evidenza dalla lotta tra adulti e bambini – ed uno che rasenta il thriller socio – psicologico.
Ciò che risulta veramente interessante è proprio questa seconda parte, dove l’autore sembra rievocare un più celebre lavoro dedicato ai bambini.
In questo Signore delle mosche zombie, quindi, l’autoredevia totalmente la trama cercando di dipingere a 360° con le parole quella tragica relatà presente nello scritto.

Proprio questo legame con Golding consente all’autore di fare propri altri espedienti utilizzati dallo scrittore inglese premio nobel nel 1983.
Il contrasto fanciullezza/età adulta – determinante tanto nella battaglia contro gli adulti infettati quanto nella crescità accelerata imposta dalle circostanze – , la particolare caratterizzazione dei personaggi e l’evoluzione della vita di gruppo, sono tutti elementi trasposti nell’immaginario zombesco dallo scrittore e giornalista.
In questo modo, The Enemy riesce ad impostare una doppia unione tra protagonisti dentro e fuori il romanzo.
Si realizza, infatti,una forte unione tra lettore e protagonisti grazie all’affezione verso i singoli personaggi (che si rivelano, di volta in volta, durante la storia).
Ma allo stesso tempo si creano legami forti che vengono spesso rievocati tra le pagine.
A ciò, inoltre, si associa anche una scrittura semplice ed una trama incalzante – dove la fine di ogni capitolo impone il prosieguo della lettura – inserita in uno scenario preimpostato (la storia parte quando l’epidemia è già scoppiata ed i ragazzi si sono già rifugiati nel supermarket) dal forte impatto.