A Fistful Of Leone racconta la storia dei film del regista romano. Concludiamo raccontando C’era Una Volta In America, film del 1984
I personaggi dei film di Sergio Leone sono ossessionati. Ossessionati verso una donna – il Ramon di Per Un Pugno Di Dollari – ossessionati per la vendetta – il colonnello Mortimer di Per Qualche Dollaro In Più – ossessionati per il denaro. L’ossessione di rapinare la banca di Mesa Verde da parte di Juan Miranda lo porta ad abbracciare gli ideali della rivoluzione messicana in Giù La Testa.
Leone ha sempre dato ai suoi personaggi molto di sé, non stupisce che il regista sia ossessionato da un’idea che gli gira per la testa da anni.
L’idea nasce leggendo The Hoods di Harry Grey. Leone Inizia a scrivere la sceneggiatura ma è talmente corposa che ci vogliono anni per avere una versione definitiva dello script. Nel frattempo Leone dirige controvoglia – così, almeno si dice – Giù La Testa e diventa produttore di un giovane regista romano, figlio di un amico. Si chiama Carlo Verdone. Sergio Leone farà da produttore per Bianco, Rosso E Verdone ma è chiaro che ormai il regista voglia tornare in rampa di lancio in cabina di regina.
C’era Una Volta In America è un mafia movie. E’ una storia di amicizia tradita. Una storia d’amore. Una dichiarazione d’amore verso l’America. Una storia di ostinazione. Una storia di ostinazione. Potremmo andare avanti all’infinito per cercare di elencare, etichettare le quasi quattro ore di pellicole di quello che, universalmente, viene riconosciuto come uno dei film più importanti della storia del cinema. C’era Una Volta In America è un film che va oltre l’idea stessa di Cinema per diventare altro, per diventare vita. La storia di Noodles – il protagonista interpretato da Roberto De Niro all’apice della sua carriera – è la storia di tutti noi. E’ la storia di Sergio Leone.
Noodles nasce in un quartiere ebraico a New York, un quartiere poverissimo e per sopravvivere fa di tutto. Insieme ai suoi amici rubacchia ai più deboli ingannando la polizia. Ma la giovane vita di Noodles è fatta anche di scoperte, in primis quella del sesso, spiando la sorella del suo amico Moe, Deborah di cui si innamora. Tutto cambia quando il gruppo di amici di Noodles fa la conoscenza di Max Bercovicz di qualche anno più grande. I ragazzi metteranno in piedi una società.
C’era Una Volta In America è un film che si muove indistintamente tra tre epoche diverse: il 1920 – il periodo dell’infanzia dei ragazzi – il 1932 – la fase matura dei protagonisti – e il 1968 ovvero il periodo della vecchiaia di Noodles. Il montaggio, curato da Nino Baragli è strepitoso. Lo spettatore entra in un’epoca altra, e osserva il cambiamento dei protagonisti, in particolare di Noodles. Da questo punto di vista il film è un vero e proprio film d’autore ma anche popolare. E’ cinema italiano ma allo stesso tempo americano. E’ commedia, ma è anche tragedia. E’ cinema con poche parole, ma è anche cinema con molta musica. Per questo è difficile da classificare per i critici. In genere, un regista o è popolare o è autore. Sergio Leone in questo film è entrambi.
Leone traccia una traiettoria nella memoria, una parabola definitiva, destrutturata a livello di montaggio ma fortemente lineare negli intenti intellettuali. Sembra a prima vista un film corale, opera epica e ampia sulla formazione criminale di un manipolo di ragazzini fino all’età adulta. In realtà, a un’analisi più approfondita. E’ vita abbiamo detto – la summa di tutte le esperienze possibili che una persona possa compiere – ed è un’opera matura. Indimenticabile. Struggente.
La vita di Noodles è amicizia, scoperta, leggerezza e inganni. Ironia e meschinità. Violenza e solitudine. Una grande scena del cinema leoniano è la morte del piccolo Dominic in un crescendo sensazionale di emozioni. E’ da questo punto che la vita del nostro protagonista cambia per sempre.
Il punto di vista è unico ed è quello di Leone, che guarda direttamente – e attraverso – Noodles individuo spettrale nel presente, impegnato a rimembrare/rielaborare il passato, suo, e dei suoi amici di un tempo, primo fra tutti Max.
C’era Una Volta In America è l’ultimo grande sguardo leoniano al passato, il suo, quello del cinema tutto e di un universo che per tutti gli anni della sua crescita e formazione ha visto come un sogno. Vedendo il finale del film è possibile pensare alla teoria del sogno. Ma quella è davvero un’altra storia.
Leone si circonda di italiani per l’aspetto tecnico del film. Sua la regia, di Nino Baragli il montaggio, di Tonino Delli Colli la fotografia. Carlo Simi cura la scenografia mentre Gabriella Pescucci si occupa dei costumi. Righe a parte meritano le malinconiche, struggenti, trascinanti note di Ennio Morricone.
Mai come in questo film il Maestro ci regala sensazioni uniche, perché uniche sono le emozioni che questo lungo film regala ad ogni visione. Le musiche di Morricone sono a metà tra lo struggente e il malinconico. Un’opera a parte, un’esperienza sensoriale di altissimo livello.
Nel 1989 Leone si spegne a Roma, il 30 aprile, per un attacco di cuore. In quel periodo stava lavorando a un nuovo progetto, un film ambientato nella Seconda Guerra Mondiale, incentrato sull’Assedio di Stalingrado.
Con gli anni il nome di Sergio Leone è diventato sinonimo di cinema epico, commovente, violento, reazionario. Ancora oggi Sergio Leone viene omaggiato dai registi contemporanei per le sue innovazioni. Un nome indimenticabile, una pagina indelebile nella storia del Cinema italiano e non solo.