Dylan Dog (numero 387). Horror come il Caos

Dylan Dog (numero 387), l’horror ed il caos nella storia di Roberto Recchioni. La recensione su Diario di Rorschach


Dylan Dog (numero 387)

In principio era Caos“, scrive Esiodo. E’ dunque dal Caos che ha inizio il tanto atteso “Ciclo della Meteora” di cui è protagonista il bonelliano Dylan Dog.

Il personaggio, nato dal genio di Tiziano Sclavi, sarà coinvolto in ben 13 storie, tutte in continuità fra loro, che stravolgeranno profondamente il mondo dell’Indagatore dell’incubo.

“Che regni il Caos!” (questo il titolo del mensile di dicembre numero 387) vede il ritorno di alcune vecchie conoscenze del nostro Old Boy, visi più o meno noti ad ogni buon lettore della serie.

Procediamo con ordine. Roberto Recchioni insieme a Leomacs e Marco Nizzoli fanno ritornare in scena John Ghost (già apparso nel numero 337 “Spazio Profondo”) intento a disquisire con Axel Neil.

Quest’ultimo, dopo aver ricevuto un’ascia dallo stesso Ghost, mette in mostra la sua indole crudele e sanguinaria mettendo a ferro e fuoco Londra. Dylan, in compagnia del suo “amato” Groucho, lo affronta sconfiggendolo e diventando un eroe osannato dai media al punto da essere idolatrato.

Tutto procede come la nemesi di Dylan (John Ghost per l’appunto, servo fedele di sua maestà il Caos) aveva programmato. Qui mi fermo per evitare di togliere il gusto della lettura. “Che regni il Caos!” è un fantastico albo che intende offrire un sapore dalle tonalità Heavy Metal, sia per le caratterizzazioni di alcuni personaggi che per le citazioni inserite (Axel Neil ha le sembianze del celebre Slash).

Il lavoro fatto da Leomacs e Nizzoli è notevole: le tavole descrivono con estrema fedeltà la furia omicida di Axel Neil che, soprattutto nelle scene più cruente, ha un che di psicologico da raccontare e rende una rappresentazione della società attuale scrupolosa (come potrebbe essere il selfie di una teenager davanti a uno squilibrato intento ad affettare ogni persona sul suo cammino).

L’intero albo offre un ritratto della società sconvolgente, vuota e disconnessa dalla realtà proprio grazie alla tanto amata tecnologia, in cui l’unico a conservare la sua umanità è proprio Dylan Dog.

Alcuni lettori si sono indispettiti per una non confermata somiglianza con qualche rappresentante politico italiano raffigurato mentre manganella un’altra vecchia conoscenza di Dylan, Lord Chester (apparso nel numero 8 “Il ritorno del mostro”).

Dylan Dog (numero 387) – Il fumetto

Non è la prima volta che tra le pagine di Dylan Dog compaiano riferimenti alle contemporanee incombenze politiche.

Se penso a una storia in particolare mi viene in mente Golconda (numero 41) quando il demone afferma “Mica è colpa mia se avete eletto la signora Thatcher” per rispondere a chi lo informava che a Londra stessero accadendo “cose pazzesche”.

Morale della favola? In ogni opera d’arte che si rispetti l’autore inserisce una sua opinione al riguardo e, nel bene e nel male, perché il nostro Old Boy che odia il sistema, la morale e i mostri (umani e non) dovrebbe essere da meno e venire estraniato dall’attualità?

“Che Regni il Caos!” è venduto in due versioni: la solita con la copertina di Gigi Cavenago (accompagnata dai primi 20 “Tarocchi dell’Incubo” di Angelo Strano) e una speciale variant cover lenticolare realizzata da Giuseppe Camuncoli.

Degno di menzione è il Color Fest numero 28 che uscirà l’8 febbraio 2019 insieme alla scatola per riporre il mazzo e un libretto di istruzioni scritto da Bepi Vigna.

Vincenzo De Fabrizio

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