A Fistful Of Leone racconta la storia dei film del regista romano. Continuiamo raccontando Per Qualche Dollaro In Più, film del 1965
Il grande successo di pubblico di Per Un Pugno Di Dollari non viene goduto appieno da Sergio Leone. Il regista romano è già al lavoro sul nuovo film. Un film che prosegue – per sommi capi – la storia della precedente opera che viene ampliata e modificata.
C’è Clint Eastwood nei panni dello straniero senza nome alias Il Monco. Il suo personaggio è un cacciatore di taglie che si imbatte in quella, ricchissima, dell’Indio e dei suoi uomini. L’Indio è appena evaso dal carcere e Il Monco vorrebbe mettere le mani sulla taglia. Ma c’è un terzo incomodo. L’ex tenente Mortimer, anch’egli desideroso di uccidere l’Indio, per motivi diversi.
A differenza del precedente film – dove il personaggio di Clint Eastwood si dimenava tra due famiglie – in Per Qualche Dollaro In Più lo straniero senza nome si muove non tra due famiglie, ma tra due persone, l’Indio appunto – si fa assoldare nella sua banda per un colpo in una banca – e Mortimer con il quale crea una società. Il numero tre diventa un numero di fondamentale importanza per comprendere il cinema di Leone. Questo film in particolare sembra sospeso in un’assenza temporale. Non è circostanziato storicamente. Il lungometraggio non rimanda ad un’epoca precisa. Il fuori non esiste. Questo permette all’azione, ai dialoghi e alle trovate registiche (mozzafiato) di risultare ancora più incisive, archetipiche, eterne.
In Per Qualche Dollaro In Più domina la figura di Mortimer, accanto a quello di un uomo senza nome. Interpretato da Lee Van Cleef – all’epoca a malapena riusciva a pagarsi l’affitto con qualche parte – Mortimer è il simbolo di quella atavica e interiore sete di vendetta che attraversa gli uomini feriti. Gli uomini soli. Il suo nemico giurato, l’Indio – il sempre strepitoso Gian Maria Volonté – oltre a essere un criminale sul quale pesa una taglia che fa gola a molti, è la principale causa della morte della sorella di Mortimer. Mary infatti si è suicidata dopo che lui l’ha violentata.
Questo film racconta la storia di un’ossessione. Quella di Mortimer nei confronti dell’Indio. Mentre Joe vorrebbe l’Indio – e i suoi uomini – esclusivamente per la sua taglia, Mortimer ha altro in mente.
Accecato dall’odio, Mortimer vuole ucciderlo indipendentemente dalla taglia. Ma per riuscire a farlo, per riuscire ad avvicinarlo, considerati tutti gli uomini di cui si circonda ha bisogno di una mano. Un aiuto da parte di qualcuno a cui i soldi interessano, eccome: il Monco.
Tra le scene più epiche, l’arrivo del Monco in città, l’incontro/scontro con Mortimer – mitica la sparatoria tra i due che si colpiscono i rispettivi cappelli a vicenda – e ovviamente il duello tra Mortimer e l’Indio, cullato nell’attesa di sparare dalla melodia struggente del carillon della musica curata da Ennio Morricone.
Acclamato al momento della distribuzione, riconosciuto palesemente per il tocco leoniano, Per Qualche Dollaro In Più fa sold out nelle sale italiane. Nel frattempo la gran parte dei piccoli e medi produttori dell’industria nostrana si sta già attrezzando per produrre western su ampia scala. Nascono in questi anni i fenomeni cult di Django e Sartana, dei personaggi interpretati da Giuliano Gemma o Luc Merenda.
Ma torniamo al nostro film. Il finale di Per Qualche Dollaro In Più – con un carro carico di cadaveri e Il Monco che li conta, chiedendosi perché i conti cioè i soldi delle taglie non tornino – è assolutamente simbolico sul nuovo corso del cinema western, lo Spaghetti Western.
Su quel carro ci sono più morti che in tutto il western classico. Anche l’ironia di Sergio Leone, altro elemento fondamentale della trilogia del dollaro, inizia a fare capolino. Assieme all’ossessione per il numero tre.