Flash: Anno Uno, il nuovo Flash secondo Mark Waid. La nostra recensione del fumetto del 1992

Dopo gli eventi di Crisi sulle Terre Infinite, in casa Dc Comics parte una vera e propria rivoluzione che coinvolge alcuni dei personaggi di punta.
Fra i tanti eroi che vengono rimodellati dall’evento del 1985/1986, Flash è quello che subisce maggiori cambiamenti nel mondo fumettistico.
Con la morte di Barry Allen, il costume del velocista scarlatto viene affidato al suo primo scudiero, Wally West.
Il degno erede del secondo Flash, quindi, si ritrova ad omaggiare la figura dello zio acquisito in un mondo ancora tutto da scoprire.
Negli anni novanta la gestione del personaggio viene affidata a Mark Waid.
L’autore nel 1992 decide di legittimare a tutti gli effetti il nuovo interprete del mascherato Dc Comics.
Nasce così Flash: Anno Uno, un viaggio temporale in cui Waid narra la nascita di Kid Flash e soprattutto il percorso fatto da Wally West per arrivare a vestire i panni ufficiali del velocista di primo piano.
La storia parte propria dal secondo tragico incidente che porta alla nascita di Kid Flash.
Tra le prime avventure in coppia con il velocista scarlatto – che funge anche da mentore nella scoperta delle nuove abilità – e la consapevolezza di poter gestire determinate doti, Flash: Anno Uno si caratterizza tanto per il passaggio di testimone quanto per un forte legame con il passato.
Ma andiamo per ordine.

Il primo grande elemento che spicca nel lavoro del 1992 è dettato dall’evoluzione del personaggio.
Il susseguirsi di specifiche situazioni porta Wally a prendere pienamente coscienza del suo ruolo nell’universo fumettistico.
Questo dato, non proprio di secondo piano, non solo permette la nascita della spalla per eccellenza – rievocando quasi un Dick Grayson della velocità – ma consente anche di giustificare, in un certo senso, il cambio di personaggio nelle successive storie.
Il cambiamento è l’altra chiave di lettura di Flash: Anno Uno.
La sostituzione di un eroe storico non è mai una cosa semplice.
Mark Waid, attraverso un abile lavoro, riesce però a giustificare la scelta – per lo più dettata dalla scomparsa di Barry Allen – e legittimare, allo stesso tempo, la decisione di promuovere una figura come Wally West.
L’elemento in questione viene rafforzato da un ulteriore fattore: il tempo.
Parlare di tempo con un supereroe come Flash è praticamente impossibile – date le sue capacità di viaggiare in lungo ed in largo nel tempo e nel multiverso – ma grazie al lavoro dell’autore si riesce a fondare un’intera storia su un fil rouge in cui passato editoriale, passato del protagonista e futuro dello stesso si uniscono in un grande viaggio verso l’affermazione del nuovo velocista.
Infine i disegni di Greg La Roque, che da un lato rendono al meglio l’azione dei protagonisti – è sempre difficile illustrare le scene contraddistinte dalla velocità di Flash – e dall’altro, in pieno stile anni ’90, caratterizza alla perfezione l’avvento di una differente era di uomini super veloci.