Perdas de Fogu: l’affascinante noir ispirato da un’inchiesta

Perdas de Fogu, l’esperimento lettarario di Massimo Carlotto ed il gruppo Mama Sabot. La nostra recensione del romanzo nato da un’inchiesta


Perdas de Fogu
Perdas de Fogu – La copertina del romanzo

Una formidabile sperimentazione letteraria affiancata ad un lavoro d’inchiesta durato diversi anni.

Perdas de Fogu (E/O, 2008) di Massimo Carlotto e del collettivo Mama Sabot è molto più di un semplice romanzo noir.

La trama si snoda attorno al racconto di uno studio approfondito effettuato sulla zona del poligono più grande d’Europa.

Quello di Salto di Quirra unito alla più ampia cornice di genere.

Pierre Nazzari è un disertore costretto a fare il lavoro sporco in operazioni segrete o illegali.

Dopo una breve soggiorno con l’ambiguo Deidda – che gli affida una missione strettamente legata al suo passato –  finisce nelle mani di una struttura parallela in Sardegna al servizio di un comitato d’affari locale.

Il suo compito è quello di spiare Nina, mentre il suo passato torna per chiudere un conto lasciato in sospeso.

La giovane è una ricercatrice veterinaria che studia gli effetti dell’inquinamento bellico sugli animali nella zona del poligono di Salto di Quirra.

In uno scenario al limite del pulp, i protagonisti si troverranno a fuggire da una struttura parallela chi si cela dietro gli interessi di quel luogo sperduto dell’isola.

Con Perdas de Fogu, Carlotto e Mama Sabot mettono in piedi un prodotto di altissima caratura grazie ad un’impostazione ben precisa di tutto il lavoro.

L’attualità, facendo leva sull’inquinamento ambientale dettato dalle esercitazioni militari (con tanto di episodi reali inseriti all’interno dello scritto), rappresenta il perno su cui si snoda l’intera vicenda ed il punto su cui gli autori intendono stimolare la riflessione del lettore.

Perdas de Fogu
Massimo Carlotto

Questo intenso legame con l’attualità – caratteristica di altri scritti di Carlotto – funge da perfetto sfondo ad una delle più appassionanti storie noir tricolore.

In questa non solo emerge tutto il talento degli autori ma si affronta nella maniera più semplice possibile (trattando, cioè, direttamente i fatti) un tema di ampia portata.

Spionaggio, doppio gioco e colpi di scena a non finire, infatti, riescono ad osannare al massimo una letteratura specifica, inserendo quanti più tratti distintivi del noir all’interno, e tranquillizzare il lettore (appassionato e non) verso questa nuova forma proposta.

A tutto ciò si unisce anche un ulteriore punto di forza di Perdas de Fogu rappresentato dal protagonista.

Pierre Nazzari, come spesso accade con i personaggi dell’autore padovano, non è proprio una figura positiva ma si lascia apprezzare per le disavventure – dettate spesso e volentieri da scelte forzate –  che ne indirizzano la vita.

I suoi tratti caratteristici, avventurandoci in un azzardato parallelismo con altre figure presentate dallo scrittore, sembrano rimarcare tanto quelli di Giorgio Pellegrini, soprattutto con riferimento al suo passato militare, quanto quelli tristi e solitari del celebre Marco Buratti alias l’Alligatore.

Alessandro Falanga

 

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