V for Vangelo, la satira irriverente della coppia Daniele Fabbri – Stefano Antonucci. La nostra recensione del fumetto distribuito dalla Shockdom

La satira, date le sue caratteristiche, riesce ad evidenziare un determinato aspetto della quotidianità attraverso un’ironia che può essere pacata e discorsiva da un lato e sferzante dall’altro.
La rappresentazione della realtà di tutti i giorni, quindi, viene resa in modo tale che ad ogni specifico messaggio che si intende lanciare viene associata una battuta tagliente ed al limite del politicamente scorretto.
Tra le tante porduzione nate sotto questa stella, una molto interessante è V for Vangelo – pubblicato dalla Shockdom nel 2015 – della coppia formata da Daniele Fabbri e Stefano Antonucci.
Il lavoro del duo, oltre a scatenare l’ira di più di qualche connazionale (reazione tipica a tutte le produzioni comiche di Fabbri), è riuscito – attraverso una satira pungente e per nulla banale – a inquadrare in tutto e per tutto questa nostra povera realtà italica.
La trama – semplice e diretta – narra le vicene legate alla Multinazionale Cattolica, con a capo Dio, e alla crisi di credenti sulla Terra.
A causa di ciò, quindi, mantenere l’attivià sulla Terra non conviene più. E Dio decide di scatenare l’Apocalisse e trasferirsi su altri pianeti con una storia ancora da scrivere ed influenzare.
Gesù, venuto a conoscenza del piano (ardito dal Padre e dal consulente Cardinal Sottolengo), tenta di opporsi invano.
Viene, quindi, confinato sul pianeta – privo dei poteri – ed allontanato dal Paradiso.
Ben presto il figlio di Dio si accorge che l’accoglienza è leggermente diversa rispetto a duemila anni fa (lo prendono per un pazzo o un fricchettone da evitare a tutti i costi). Trova, allora, un sostegno solamente in un gruppo di comunisti disillusi e privi di qualunque abilità politica e strategica.
Essendo gli unici a credere in quella folle visione, accompagneranno Gesù nel suo tentativo disperato di fermare l’apocalisse.
Con la consapevolezza di trovarsi di fronte ad una lettura non adatta a tutti – sconsigliata vivamente a chi storce il naso davanti i toni utilizzati -, V for Vangelo è una tra le produzioni sul nostro Paese più divertenti e dissacranti di sempre.

Partendo da un’idea geniale – il conflitto tra Padre e Figlio, che segue diverse contrapposizioni nel fumetto – gli autori mettono in discussione tutto ciò che ha reso la nostra cara Italia un concrentrato di banalità legata a virtù pubbliche e vizi privati.
La religione – come preannunciato dal titolo – è il macrotema su cui si fonda il lavoro in questione.
V for Vangelo mira a scavare più a fondo e rendere totalmente visibile il volto di questa nostra realtà.
L’interesse verso popolazioni meno sviluppate da conquistare con la religione, il disconoscimento di Gesù da parte dei più attenti fedeli e il tentativo disperato – attraverso l’altro oppio dei popoli, il calcio – di fermare l’Apocalisse, tentano di sbattare in faccia la realtà al lettore al fine di renderlo consapevole sulla situazione dei suoi giorni.
A tutto ciò si collega un forte monito – tanto al mondo cattolico quanto a quello laico – dettato da due specifici elementi (l’approdo di Gesù tra gli ultimi, quasi a voler ricordare le radici povere della religione, contrapposte a Sottolengo, il vero volto della Chiesa di oggi). L’autore, in questo specifico caso, esorta il lettore ad un’analisi più attenta su ciò che lo circonda.
I due elementi, inoltre, si fondono nel finale (non del tutto a sorpresa) in cui il Dio calcio vince sempre e comunque su ogni cosa nello Stivale, adattandosi addirittura a quella che è la situazione creatasi.
Il bianco e nero – della prima edizione – e le tante caricature, infine, chiudono alla perfezione un progetto gobile e di facile lettura che strappa più di una risata al lettore ma lo induce anche a guardarsi intorno ed osservare attentamente le contraddizioni di tutti i giorni.