Storie di sport – La leggenda del capitano oriundo

Storie di sport racconta La Leggenda del capitano oriundo. La partita fra Italia e Spagna del 28 febbraio 1959


Storie di sport
Storie di sport – Miguel Angel Montuori

Ci sono momenti in cui il calcio, in maniera un pò inaspettata, riesce a raggiungere importanti traguardi che nella società civile sembrano lontani anni luce.

Un semplice gesto (sportivo), infatti, può portare a riflettere ed essere più incisivo di quanto possa fare un qualsiasi altro atto materiale.

Dopo aver elogiato gli oriundi della nazionale italiana, per questo nuovo appuntamento di Storie di sport vogliamo parlare della celebre Leggenda del capitano oriundo.

Il capitano oriundo – protagonista della nostra leggenda – è Miguel Angel Montuori, attaccante italo/argentino che ha fatto le fortune della Fiorentina durante l’epoca del primo scudetto.

Prima di arrivare a quella famosa partita che portò Montuori sul tetto dei record tricolori è necessario conoscere meglio il personaggio.

Miguel, figlio di padre napoletano immigrato in Argentina, nasce a Rosario – luogo natio anche di un certo Ernesto Guevara – il 24 settembre del 1932.

Il piccolo vive di pane e calcio, come molti da quelle parti in Argentina, e subito viene notato dai tanti osservatori sparsi per le periferie del Paese.

Conteso da diverse squadre, il giovane viene ingaggiato alla fine dal Racing Avellaneda ma non riesce del tutto ad adattarsi alla nuova compagine.

Decide allora di trasferirsi in Cile, all’Universidad Catolica , dove esplode definitivamente il suo talento.

Le 24 reti segnate in 26 partite portano il suo nome sul taccuino della Fiorentina grazie alla segnalazione di un osservatore molto particolare: Padre Volpi.

Il consiglio dell’ex calciatore (ora prete) risulta prezioso e Montuori sbarca in toscana lo stesso anno cambiando totalmente la storia della squadra viola.

Facciamo un ulteriore salto ed andiamo a quel fatidico 28 febbraio 1959.

Montuori è ormai un giocatore affermato, con uno scudetto alle spalle ed un’esperienza azzura (primo giocatore di colore della nazionale) dal sapore agrodolce con l’eliminazione dal Mondiale svedese.

La partita contro la Spagna è un’amichevole e lo Stadio Olimpico di Roma è gremito nella speranza di vedere un riscatto da parte della squadra dopo la debacle precedente.

Con l’assenza di Boniperti, il capitano storico di quell’Italia, gli azzurri si ritrovano a dover decidere quale dei giocatori presenti dovrà raccogliere il testimone della bandiera della Juventus.

E’ proprio in quel momento che si realizza una di quelle Storie di sport che non solo ti permettono di stabilire semplicemente un record ma ti consentono di entrare per sempre nella storia lasciandone un segno indelebile.

La scelta della commissione tecnica – formata da Ferrari,Biancone e Mocchetti -ricade su Montuori che in un solo colpo rimedia ben due primati nella storia della nazionale italiana.

L’attaccante della Fiorentina risulta il primo – e fino ad ora unico – capitano di colore della rappresentativa ed il primo, ed unico anche in questo caso, oriundo ad indossare la fascia da capitano.

Quella volta, grazie ad una serie di circostanze, si riesce a scrivere una delle pagine più belle tra le Storie di sport, che permette ad una Nazione ancora non pronta ai cambiamenti di far un primo, grande passo verso una differente visione della quotidianità.

In una fredda serata di fine febbraio, quindi, l’Italia e la Spagna si affrontano in un incontro che vale molto più di una singola amichevole.

Quella inaspettata fascia da capitano affidata ad un oriundo, spiana la strada a tutto ciò che andava detto ed il campo pare anche voler confermare tutto.

Italia – Spagna termina, difatti, sull’ 1 – 1, con reti di Di Stefano (’68) per la Spagna e Lojacono (’84) per l’Italia

…altri due oriundi.

Alessandro Falanga

 

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