Sin City è l’opera più famosa di Frank Miller. Su Diario di Rorschach raccontiamo i segreti di una delle serie hard boiled più famose e influenti di sempre
Sin City è conosciuta in tutto il mondo come una delle opere fumettistiche più influenti di Frank Miller.
L’opera di Miller – sette storie per un totale di quasi mille pagine – racconta di un universo dove violenza, sesso e sangue sono consuetudine.
La storia di Sin City inizia nel 1991. Frank Miller è un nome importantissimo nel mondo del fumetto. Ha già scritto di Batman e Daredevil.
La prima storia di Sin City appare originariamente sulle pagine di Dark Horse Presents, la rivista contenitore della Dark Horse Comics, con il semplice titolo di Sin City, serializzato in tredici parti. E’ la storia del killer Marv che conosce una ragazza di nome Goldie. Passa la notte con lei e qualche ora dopo la trova morta nel suo letto.
Il racconto è stato ristampato nel gennaio 1993, con il titolo Sin City The Hard Goodbye. Siamo solo all’inizio.
Lo stesso Miller non si aspettava un successo così clamoroso di quella che lui riteneva un’unica storia. Il successo di The Hard Goodbye (Il Lungo Addio) spinge il Nostro a scrivere altre storie di lunghezza variabile, sul tema di una città dove la pioggia e la notte sono una costante. Dal 1993 al 2000 si contano almeno quattro miniserie – poi raccolte in volumi – un romanzo grafico, e numerosi racconti brevi.
The Hard Goodbye (Il Duro Addio) è la prima storia del fumetto Sin City di Frank Miller, pubblicata tra il 1991 e il 1992. The Hard Goodbye è la storia di Marv, un gigante un po’ ritardato con l’hobby della violenza. Marv non conosce altro linguaggio se non quello della distruzione. Passa una notte d’amore con la bellissima – e per lui inavvicinabile – Goldie. Qualche ora dopo la donna scompare e Marv si mette alla ricerca della donna. Ben presto scoprirà di essere stato imbrogliato. Un noir in piena regola.
A Dame To Kill For (Una Donna Per Cui Uccidere) – uscito tra il novembre 1993 e il maggio 1994 – è la storia di Dwight McCarty, giovane fotografo che scatta foto compromettenti. Si metterà nei guai. In questa storia compare Ava, la femme fatale, omaggio cinematografico al genere noir degli anni quaranta e cinquanta ovviamente con lo stile di Frank Miller, quindi molto più spinto e violento.
The Big Fat Kill (Un’Abbuffata Di Morte) – uscito tra il maggio 1994 e il marzo 1995 – racconta ancora di Dwight, continuando la storia da dove era rimasta nel precedente volume. Dwight, che nel frattempo ha cambiato faccia, si trova a fare i conti con un ex fidanzato troppo geloso di quella che ora è la sua donna. In una notte di pioggia – l’ennesima in Sin City – Dwight si scontra con l’uomo, Jackie-Boy. L’inseguimento tra i due li conduce nella città vecchia, quella dove le prostitute hanno diritto di libero esercizio. Uno scontro tra una di queste – la letale Miho già vista in A Dame To Kill For – e Jackie-Boy porterà a un’amara scoperta.
That Yellow Bastard (Quel Bastardo Giallo) – uscito tra il febbraio 1996 e il luglio dello stesso anno – mostra una crescita nello stile di Miller. Se fino ad ora le storie erano in bianco e nero – omaggio voluto al genere noir – in That Yellow Bastard compare proprio il giallo. Il giallo è il colore della pelle di Roark, figlio di un importantissimo politico di Sin City col vizio di torturare e uccidere bambini. Durante l’ultimo giorno di lavoro di John Hartigan i due si scontrano. Hartigan salva la piccola e innocente Nancy Callaghan dalle grinfie di Roark, ma viene incastrato e condannato a otto anni di prigione. Una volta uscito Hartigan metterà in moto la sua vendetta.
Family Values (Affari Di Famiglia) è una nuova avventura di Dwight, ancora una volta aiutato dalla letale Miho. A differenza delle precedenti opere, questo fumetto è un’unica storia. Priva di una divisione in capitoli è una vera e propria graphic novel che, seppur frettolosa, ha il pregio di raccontare Sin City dal punto di vista di Dwight e della sua vendetta.
Booze, Broads & Bullets (Alcol, Pupe & Pallottole) raccoglie undici racconti brevi. In uno di questi, Marv si risveglia sulla scena di un incidente, cercando di ricostruire com’è arrivato sul posto. Lentamente la sua mente ricorda di aver incontrato un gruppo di ricchi e spocchiosi ragazzi del college che se la prendevano con i senzatetto; per fargliela pagare comincia un inseguimento che porta Marv fino ai Project, il quartiere dov’è nato e dove le bande locali lo rispettano ancora. Col loro supporto riesce a sbarazzarsi dei vandali, anche se continua ad avere buchi di memoria. In un altro episodio – uno dei migliori partoriti dalla mente di Frank Miller – Marv attraversa la città sotto una fitta nevicata per irrompere in una cella dove degli scagnozzi tengono prigioniera una bambina, per liberarla e riportarla a sua madre. Altre storie vedono come protagonista la figura dellasensuale femme fatale, dall’abito e dagli occhi azzurri. Dietro un’apparenza indifesa si cela in realtà una spietata assassina, che prima di uccidere le proprie vittime ci fa sesso. Si chiama Delia, e sarà protagonista di altre storie di Sin City.
Hell And Back (All’inferno E Ritorno) è stata realizzata in cinque albi usciti dal novembre 2004 al marzo 2005. Mentre è in auto su una strada di montagna, Wallace vede una giovane ragazza tentare il suicidio, lanciandosi dalla scogliera. L’uomo si tuffa per salvarla e, recuperato il suo corpo, vivo ma privo di sensi, porta la ragazza nel suo appartamento. Ristabilitasi, Esther, questo il suo nome, ringrazia Wallace e, colpita dai disegni di quest’ultimo, trascorre la serata con lui. I due decidono di andare a bere qualcosa in un bar, dove imparano a conoscersi. Hell And Back chiude la storia di Sin City e lo fa con citazioni di 300. Hell And Back mostra un personaggio completamente positivo come Wallace che nei lineamenti ricorda Gesù Cristo in una delle poche storie positive di Sin City.
Con il tempo l’opera di Frank Miller è stata amata e apprezzata dai lettori di tutto il mondo. Nel 2005 Sin City è diventato un film, diretto da Robert Rodriguez e da Frank Miller, che rimasto affascinato dal progetto del regista ha collaborato come co-sceneggiatore e co-regista. La pellicola è divisa in tre episodi, che raccontano tre storie dell’opera originale di Miller: The Hard Goodbye, That Yellow Bastard e The Big Fat Kill. Oltre al ricco cast, tra le altre personalità che hanno preso parte al progetto figura Quentin Tarantino – da sempre amante del fumetto di Miller – che ha diretto una breve sequenza di uno dei tre episodi, restituendo un favore all’amico Rodriguez che aveva composto alcune musiche per il suo Kill Bill.
Nel 2014 è uscito nei cinema il secondo capitolo del film Sin City: A Dame to Kill For sempre diretto da Rodriguez e Miller, incentrato sulla storia A Dame To Kill For. Nonostante i film non siano propriamente azzeccati – anche se Mickey Rourke che veste i panni di Marv è una delle cose più fighe che abbia concepito Rodriguez – i due film, usciti a distanza di dieci anni, hanno resuscitato un interesse mai sopito verso l’opera di Frank Miller.