Storie di sport, gli oriundi più famosi della nazionale di calcio italiana. Il nostro omaggio agli stranieri azzurri dell’era moderna
L’oriundo è colui che pur essendo originario di un altro luogo, discende da genitori o antenati trasferitisi dalla loro terra verso nuovi posti.
Nello sport gli oriundi sono sempre stati argomento di tutti i giorni e fra occasioni mancate e grandi opportunità, questi atleti sono riusciti a determinare le gioie ed i dolori delle diverse rappresentative nazionali.
Per questo nuovo appuntamento, Storie di sport vuole omaggiare alcuni degli oriundi che sono transitati nella selezione azzurra nei diversi anni.
Dati i grandi numeri (ben 46 dagli anni ’30 ad oggi), abbiamo deciso di considerare i più rappresentativi, accoppiandoli in base all’esperienza fatta con la nazionale maggiore.

Raimundo Mumo Orsi e Luis Monti: Questo nuovo affascinante viaggio di Storie di sport non poteva non partire dai primi e maggiormente celebri oriundi tricolore. Entrambi argentini ed entrambi juventini, Orsi e Monti sono stati tra i grandi protagonisti del Mondiale del 1934. Attaccante dall’ottimo dribbling il primo e centromediano dall’ampia visione di gioco il secondo, rappresentano -tenendo ben presente il periodo storico in cui hanno indossato l’azzurro – i primi a vestire due diverse maglie nazionali nell’era del calcio moderno.

Renato Cesarini: Celebre per la zona Cesarini, il centrocampista ed attaccante della Juventus è il secondo oriundo della storia. Gioca per la nazionale italiana ben undici gare (condite da tre reti) dal 1931 al 1934. La marcatura più importante con la maglia azzurra è quella contro l’Ungheria nella Coppa Internazionale del 1931, quando nei minuti finali – per l’appunto in zona Cesarini – porta la squadra sul tre a due.

Juan Alberto Schiaffino: Giocatore raffinato e dalla grande visione di gioco, si inserisce perfettamente in questa carrellata di oriundi in Storie di sport. Uruguaiano di nascita (Montevideo, 28 luglio 1925), gioca per la nazionale italiana durante lo sfavillante periodo rossonero. Dopo l’impresa con la Celeste del Maracanazo(Brasile, 1950), colleziona ben quattro presenze con l’Italia. Diviene protagonista della disfatta del 1958, prima occasione in cui la squadra non riesce a qualificarsi al mondiale. Successivamente – a causa dei rapporti burrascosi con il selezionatore Alfredo Foni – non ha mai più l’occasione di mettersi in mostra con la casacca azzurra.

Altafini, Angelillo e Sivori: Avere un trio del genere fra gli anni ’50 e ’60 sarebbe stato non solo un lusso ma anche una garanzia di grandi risultati. Il terzetto italo – sudamericano (due argentini ed un brasiliano) in realtà si vede solamente una volta. Durante la partita di qualificazione per il Mondiale cileno del 1962, finita per 6 – 0, contro Israele calcano il campo contemporaneamente. I due che rimangono nella compagine azzurra in seguito(Sivori ed Altafini) sono artefici della ben nota disfatta mondiale. Agli oriundi, in particolar modo, venne attribuita la colpa per quella debacle durante la competizione irridata.

Mauro German Camoranesi: E’ l’ultimo oriundo vincente della storia. Viene convocato per la prima volta da Trapattoni nel 2003 (amichevole Italia – Portogallo 1 – 0) e poi diventa fondamentale nello scacchiere di Lippi durante la trionfante cavalcata tedesca del 2016. Memorabile è il taglio di capelli da parte di Oddo dopo la vittoria ai rigori contro la Francia, che valse il quarto titolo mondiale agli azzurri.