ProfondoArgento si occupa dei film di Dario Argento dagli esordi fino alla fine degli anni ottanta. Continuiamo raccontando Tenebre.
Dopo aver scritto la seconda parte della Trilogia delle Madri, Argento sente l’esigenza di tornare alle origini. Tenebre è un film noir, poliziesco, horror. Ricorda in parte i primi film del regista romano. La trama: Peter Neal è uno scrittore americano di romanzi gialli che trascorre un periodo a Roma. In questo periodo un misterioso assassino uccide delle donne vicine a Peter, citando in continuazione il suo romanzo più famoso, Tenebrae.
Per scrivere Tenebre Dario Argento ha pescato dalla sua vita privata. Secondo quanto dichiarato dal regista, un ammiratore lo perseguitava telefonandogli di continuo, giorno dopo giorno, fino a quando gli confessò di volerlo uccidere. Anche se la minaccia si dimostrò infondata e il tutto si risolse in una bolla di sapone, Argento trovò l’esperienza che gli era capitata terrificante e scrisse Tenebre come catarsi delle sue paure. Durante la visione del film abbondano i colpi di scena. Così come le trovate sorprendenti.
Tenebre è un film spregiudicato. Molte scene sono girate di giorno e anche quelle notturne risultano molto illuminate. Dario Argento rompe gli schemi. La scena del doppio assassino – ovvero un piano sequenza che parte dalla ripresa delle vittime nel loro appartamento fino alla finestra dove il killer si sta preparando per uccidere – è da antologia. Una delle scene che hanno reso Dario Argento un Maestro.
A dispetto del suo titolo, Argento da disposizione al suo operatore Luciano Tovoli di girare le scene del film con la maggiore luce possibile. Nonostante la produzione italiana, quasi tutti gli attori del film recitano in inglese per incrementare le possibilità di successo internazionale del film negli Stati Uniti. Solo successivamente, per il mercato nazionale, il film viene doppiato in italiano.
Per Tenebre, come per la maggior parte dei suoi thriller, Dario Argento scrive soggetto e sceneggiatura. Il film presenta l’opera di un assassino seriale mosso da un trauma. Non mancano alcuni spunti innovativi nell’opera, in particolare, l’ambientazione è caratterizzata da una ricerca del bianco e della luce – il film si svolge nel quartiere dell’Eur – che fa risaltare il rosso del sangue e segna il contrasto tra la luminosità del mondo esterno e l’oscurità di un’interiorità sfregiata, traumatizzata.
La trattazione del trauma che muove l’assassino è, in questo film, molto più approfondita rispetto alle altre opere del regista romano. Nel film l’omicidio – volto a colpire la devianza – scatena un perverso piacere liberatorio, quasi sessuale. È l’assassino il giustiziere delle perversioni e del degrado umano mostrato nel film. In questo senso è importante il flashback sull’origine del trauma scatenante la follia dell’assassino. La ragazza, offesa dalla gelosia del giovane, lo fa immobilizzare da tre suoi amanti e, simbolicamente, lo aggredisce conficcandogli con forza un tacco a spillo in bocca.
Dal trauma nasce dunque l’assassinio e di conseguenza arrivano la morte e il sangue. Dario Argento lo sa e approfondisce come non mai gli aspetti psicologici dell’assassino, lavorando meno su quelli splatter. Il cast di Tenebre conta sulla presenza di Anthony Franciosa, John Saxon, Daria Nicolodi, Giuliano Gemma, Ania Pieroni. Dopo il successo del film, Dario Argento torna nel mondo dell’horror, profondamente cambiato nel corso dei turbolenti anni ottanta.