ProfondoArgento si occupa dei film di Dario Argento dagli esordi fino alla fine degli anni ottanta. Continuiamo raccontando Profondo Rosso.
Perché Profondo Rosso viene considerato il capolavoro di Dario Argento? Secondo quali criteri?
I fan del regista romano conoscono la sua passione per il thriller e il noir, impregnati a loro volta da una matrice horrorifica. Profondo Rosso è la summa perfetta di quello che, all’epoca, era il Cinema di Dario Argento. Ci sono tutti gli elementi che hanno reso grande il regista, ma ci sono anche intuizioni che verranno sviluppate nelle future pellicole, quando la svolta horror sarà ancora più rilevante.
Per capire il film basta raccontarne la trama. Siamo in un teatro – lo stesso del film 4 Mosche Di Velluto Grigio – e Helga Ulmann, una sensitiva tedesca, percepisce che tra il pubblico è presente un omicida. A conferenza conclusa, la medium confida al dottor Giordani, suo collega, di conoscere l’identità dell’assassino il quale si trova ancora nel teatro. La sera stessa Helga viene uccisa e Marc Daly – musicista inglese che ricorda il protagonista de L’uccello Dalle Piume Di Cristallo – assiste all’omicidio. Si precipita in casa della vittima e nota qualcosa, un quadro, ma è solo un attimo.
Anche in questo caso – proprio come nel primo film di Dario Argento – l’opera d’arte diventa arma, mistero, inquietudine e il protagonista si ritrova, suo malgrado, a indagare su quanto accaduto. La sua indagine è figlia della volontà di capire ciò che è accaduto. Di raccogliere i cocci di quanto è successo per giungere alla macabra verità, accompagnato dalla giornalista Gianna – Daria Nicolodi, musa ispiratrice di Dario Argento – che dona un tocco di femminilità e leggerezza al film.
Profondo Rosso non è un film horror. E’ un thriller che – come le precedenti opere del regista – è contaminato da altri generi come il noir, l’horror. Non solo. Più che nei precedenti film, il non visto diventa la chiave di lettura del film. La magia, la psicologia, il trauma, il sogno, il ricordo.
Tutto è funzionale all’interpretazione del film.
Le opere di Dario Argento, questa in particolare, hanno un preciso significato simbolico. Basti vedere le inquadrature degli oggetti del killer, o la musica inquietante dei bambini, colonna sonora degli omicidi del misterioso serial killer. In Profondo Rosso si ha la sensazione di trovarsi davanti a un’opera matura, perfetta, inattaccabile. Ancora oggi moderna e accattivante. Come se le precedenti opere fossero state un’introduzione al piatto principale che è appunto Profondo Rosso, apice creativo di Dario Argento e opera che si può bollare come definitiva.
Lo spettatore viene coinvolto in un meccanismo perfetto. E condivide col protagonista quella sensazione, quell’inquietudine, di aver visto qualcosa. Ma non sa spiegarsi cosa. Andando avanti nei minuti, l’opera si fa sempre più complessa. La mano sicura di Dario Argento guida lo spettatore in questa macabra scoperta, dove il trauma è la chiave per aprire la porta del mistero.
Scritto assieme a Bernardino Zapponi, il film del 1975 conta sulla fotografia di Luigi Kuveiller e il montaggio – fondamentale – di Franco Fraticelli. Gli effetti speciali – all’avanguardia per l’epoca – sono invece curati da Germano Natali e Carlo Rambaldi. Qualche riga merita la colonna sonora. Per Profondo Rosso Dario Argento collabora con i Goblin, gruppo progressive che diverrà noto in tutto il mondo grazie al celebre motivo, omaggiato anche da John Carpenter.
Gli attori del film sono David Hemmings che qualche anno prima aveva lavorato in Blow-Up di Michelangelo Antonioni; Daria Nicolodi, Gabriele Lavia, Glauco Mauri, Eros Pagni, Giuliana Calandra, Clara Calamai, Nicoletta Elmi. Curioso il caso della Calamai, attrice sparita dal giro da diversi anni che viene contattata da Dario Argento e che, grazie alla sua performance nel film, ritornerà in auge anche se, quella in Profondo Rosso, è a tutti gli effetti la sua ultima apparizione.
Il successo di Profondo Rosso sdogana definitivamente il noir horror. Dario Argento sa che ora deve alzare ulteriormente l’asticella. Assieme alla compagna Daria Nicolodi scrive il soggetto per il prossimo film. Un horror a tutti gli effetti.