ProfondoArgento si occupa dei film di Dario Argento dagli esordi fino alla fine degli anni ottanta. Iniziamo raccontando L’uccello Dalle Piume Di Cristallo.
Dario Argento è uno dei Maestri del Cinema Italiano. E’ un regista in grado di distinguersi dal panorama cinematografico dei primi anni settanta e di esplorare nuovi generi, restando fedele al suo stile. Dario nasce in una famiglia di artisti – suo padre Salvatore è un noto produttore cinematografico, la madre è una fotografa di moda – in cui riesce a formare il suo gusto personale per l’arte. Inizia ad occuparsi di Cinema da giovanissimo occupandosi di critica cinematografica.
È in questo periodo che matura le proprie passioni cinefile, rappresentate dal cinema espressionista, dal cinema sovietico, dalla Nouvelle Vague. In particolar modo Argento è preso dai film noir, horror, gialli, polizieschi e dagli spaghetti-western di Sergio Leone. Ama in maniera profonda Alfred Hitchcock, Michelangelo Antonioni e Federico Fellini. Ma anche Mario Bava.
Il Cinema rappresenta per Argento lo zenith. Un luogo dove ogni aspetto – le luci, i vestiti, i trucchi degli attori, le ottiche – deve essere curato al massimo, in ogni dettaglio.
Tra il 1966 e il 1969 collabora alla stesura dei copioni di diversi film di genere, tra i quali C’era Una Volta Il West, del quale scrive il soggetto con Bernardo Bertolucci e Sergio Leone.
Proprio Bernardo Bertolucci contatta Argento sul finire degli anni Sessanta. Bertolucci aveva avuto l’incarico di realizzare un film tratto dal romanzo The Screaming Mimi (La Statua Che Urla) di Fredric Brown. Sceglie Dario Argento. L’allora sceneggiatore si appassiona così tanto in fase di scrittura che decide di modificarla e di plasmarla in base alle sue fantasie e alle ispirazioni oniriche e inquietanti. Non solo. Decide anche di mettersi in gioco alla regia.
Per realizzare il film a cui tiene tanto Argento fonda la società di produzione Seda Spettacoli, con la quale finanzia e dirige questa storia. A suo rischio e pericolo.
Il film esce il 19 febbraio 1970 e si chiama L’uccello Dalle Piume Di Cristallo. Un titolo così lungo deve attirare il pubblico nelle sale.
E’ la storia di uno scrittore americano in crisi, Sam Dalmas. Sam sta passando un periodo a Roma a caccia di ispirazione. Una notte vede attraverso una vetrata di una galleria d’arte l’omicidio di una giovane donna, Monica Ranieri, moglie del direttore della galleria, Alberto. Sam è confuso. Crede di aver visto qualcosa di inaspettato, di diverso, rispetto a quello che egli stesso racconta alla polizia.
Durante la visione de L’uccello Dalle Piume Di Cristallo si assiste a un miracolo. Il film – rispetto ai canoni dell’epoca, specie in Italia – stravolge completamente tutto quello a cui lo spettatore italiano è stato abituato per anni. Il film è un piccolo gioiello che racconta di un serial killer, di Arte – il quadro, inquietante, del film è la chiave di lettura di tutta la pellicola – di sangue, di mistero e di animali. Dario Argento mette buona parte delle sue passioni – compresa quella per lo spaghetti western – nella sceneggiatura.
Per tutta la durata del film Argento non fa che giocare con lo spirito d’osservazione dello spettatore. Una delle caratteristiche del suo Cinema è proprio quella di avvicinare il protagonista allo spettatore. Ciò che vede Sam, vede lo spettatore. E lo fa attraverso un raffinato gioco di sguardi. Particolarmente significativo in tal senso è l’uso della soggettiva che colpisce alcune vittime, come la ragazza che fuma in camera e che viene uccisa dal killer.
Particolare rilevanza hanno le tecniche di ripresa – lo stacco dal piano lungo al primo piano, l’uso di soggettive, primissimi piani su oggetti e occhi – l’ossessione per i dettagli, l’importanza della fotografia – curata da Vittorio Storaro – e colonna sonora – ad opera di un certo Ennio Morricone – e rumori amplificati.
Il ricorso al montaggio alternato, con cui si anticipa con fotogrammi la sequenza successiva, la frammentazione delle location in città diverse e il conseguente spaesamento dell’azione, il senso di avulsione dalla realtà che circonda i protagonisti, la presenza di sketch umoristici in stile hitchcockiano e leoniano. La descrizione dettagliata delle azioni dell’assassino, rappresentato quasi sempre in impermeabile, cappello e guanti di pelle. Tutto questo farà grande il cinema di Dario Argento.
Il successo de L’uccello Dalle Piume Di Cristallo è il successo di un gruppo di lavoro irripetibile. Dario Argento ci regala un film teso, ricco di dettagli e sfumature anche grazie a una tecnica cinematografica di primo livello. Da notare anche la passione per le inquadrature geometriche e l’architettura, ennesima chiave per comprendere l’universo cinematografico di Dario Argento. Accanto a lui Vittorio Storaro ed Ennio Morricone regalano rispettivamente una fotografia complessa e articolata e una colonna sonora ansiogena, onirica e sensuale. Il montaggio è curato da Franco Fraticelli che sarà storico collaboratore del regista romano.
Nel cast del film compaiono Tony Musante, Suzy Kendall, Eva Renzi e Enrico Maria Salerno, storico attore di teatro e doppiatore di Clint Eastwood nella Trilogia Del Dollaro. A proposito di trilogia, anche questo film fa parte di una trilogia. Quella degli animali. Siamo solo all’inizio dell’incubo.