Ware en Valse, la satira che ha rivoluzionato il cortometraggio. L’estate in sette puntate del gruppo marchigiano

Come detto più volte, il web – almeno per una parte – è divenuto una fucina di talenti che attraverso la rete sono riusciti a costruirsi un proprio spazio.
Nel nostro Paese a godere di particolare fortuna sono, per lo più, le produzione comico – satiriche che attraverso un’ironia tagliente affrontano le più svariate tematica dei giorni nostri.
Uno dei gruppi più interessanti in circolazione è Ware en Valse – nato sul web nel 2012 da un’idea di Nikola Brunelli e Roberto Micucci ed evoluto, fra il 2015 e il 2016, nell’attuale trio formato da Nikola Brunelli, Giuseppe Puocci e Marco Mondaini – che nel corso dell’estate ha creato un prodotto (composto da ben sette video) singolare e di alto livello.
Con il ritorno al quartetto (Roberto Micucci è protagonista di due corti usciti in sequenza alla fine di agosto), il gruppo marchigiano è riuscito perfettamente ad inquadrare l’estate italiana divisa tra amara realtà ed avvilente futilità.
Attraverso un’attenta osservazione della routine, infatti, Ware en Valse è riuscito a cogliere diversi aspetti del nostro quotidiano trasponendoli al pubblico grazie a quell’ironia che tanto dovrebbe far riflettere.
Partendo da Le ferie di oggi fino a Quando finisce l’estate è possibile notare un doppio binario su cui il gruppo cerca di centrare il proprio obiettivo.
Lavoro ed inezie della vita sono, difatti, il centro dei prodotti in questione che vanno a tracciare un chiaro quadro della realtà secondo Ware en Valse.
Le ferie di oggi, Lavoro o mare? e Le ferie a settembre colgono uno dei tratti peculiari della nostra Italia: la precarietà diffusa strettamente legata all’ambito lavorativo.
Quasi cercando di urlare che ai giorni nostri si vive solo per lavorare, il gruppo tende a descrivere – attraverso una tagliente ironia – i loro anni, avvolti ormai da troppo nell’isterismo imposto e continuato.
Gli altri quattro lavori, invece, tendono ad osservare con occhio critico la nostra quotidianità, andando a mettere in evidenza quanto l’apparire sia ormai al centro dell’esistenza di ognuno.
Proprio l’ultima parte si collega alla stoccata sui social, o meglio sul corretto uso degli stessi, dove l’illusione è più importante del tangibile.
Infine non si può non citare la durata dei lavori (massimo un minuto), vera innovazione del gruppo che attraverso un concetrato di comicità riesce ad amalgamare alla perfezione i vari tratti degli anni duemila.