La prima notte, il romanzo noir che esalta il lato femminile del genere. La recensione del lavoro di Raul Montanari su Diario di Rorschach

Negli ultimi anni il noir, soprattutto quello di casa nostra, ha invertito totalmente la rotta sui protagonisti delle tante storie narrate.
Da diverso tempo le donne hanno catturato l’intera scena, plasmando di fatto anche alcuni specifici canoni tipici dei romanzi di genere.
Fra i tanti lavori proprosti negli anni, La prima notte di Raul Montanari (Edito Baldini Castoldi Dalai, 2014)in poco meno di 300 pagine riesce a rivoluzionare i tratti sostanziali di questo tipo di letteratura e contemporaneamente buona parte dello stile dello scrittore.
Partendo dalla prima notte d’amore fra due amanti (Irene ed un uomo di mezza età non specificato), il lavoro si concentra sulla racconto della vita della ragazza.
Man mano che la storia viene esposta, si dilinea uno scenario sempre più inquietante e pieno di pathos che porterà ad un finale del tutto a sorpresa in pieno stile noir made in Italy.
Con La prima notte Montanari riesce, in un sol colpo, tanto a ribaltare la visione portata alla luce nei precedenti romanzi quanto esaltare la figura femminile allo stesso modo in cui lo si è fatto con i protagonisti maschili degli altri lavori.

I due punti si rendono le reali di novità dello scrittore di origini bergamasche, in quanto la centralità di Irene non solo viene evidenziata attraverso il protagonismo del personaggio ma anche attraverso la sensualità e la femminilità espressa dal soggetto.
A questo si aggiunge anche la storia nella storia che si intreccia tra la notte passata dai due amanti e la vita della ragazza, ponendo una finestra sul passato della figura femminile che si espande nella realtà che la coppia sta vivendo.
Fortemente legato a questo dato è anche la continuità dei fatti divisa fra le varie pagine, dove lo scrittore – grazie alla tecnica utilizzata in altri scritti con una sorta di divisione in paragrafi all’inizio di ogni capitolo e la continuità della storia tra un capitolo e l’altro – impone in un certo senso una scansione precisa a ciò che intende narrare.
La semplicità di linguaggio, dove spiccano i tanti dialoghi fra le personalità coinvolte, genera inoltre un gradevole scorrere delle pagine per portare ad un crescendo nelle situazioni descritte dalla soave figura di Irene.
Infine, la conclusione a sorpresa degna del miglior Montanari.
Pur cambiando l’ordine stabilito in passato, La prima notte ricorda comunque uno schema collaudato dell’autore in cui il tutto si rivela per poi celarsi definitivamente tra le ultime pagine.