Gotham Central: La morte di Robin. L’eterna rivalità tra il pipistrello e la GCPD

Gotham Central: La morte di Robin, il dipartimento di polizia della città di Batman secondo Rucka e Brubaker. La recensione del fumetto su Diario di Rorschach


Gotham Central: La morte di Robin

Le origini di Batman ripensate dal genio di Frank Miller hanno evidenziato un aspetto specifico del pipistrello nella sua città natale: la rivalità sia con i villains che con il dipartimento di polizia di Gotham City.

Questa caratteristica, che pone il Cavaliere Oscuro al centro di un eterno scontro tra il bene ed il male, ha fatto talmente appassionare Greg Rucka e Ed Brubaker tanto da creare una serie poliziesca dedicata interamente al Dipartimento di polizia della città.

Capovolgendo totalmente la visione fumettistica che ha caratterizzato per anni le avventure di Bruce Wayne ed il suo alter ego,con Gotham Central gli autori hanno cercato di giustificare alcune specifiche azioni – ponendosi dalla parte degli eroi di tutti i giorni – e di esaltare al massimo l’aspetto umano della città del vigilante.

Una delle storie più interessanti dedicate alla polizia della City è Gotham Central: La morte di Robin (2007), in cui i due fumettisti statunitensi riescono alla perfezione a rappresentare quel rapporto di amore ed odio tra i vigilanti e tutto il resto della città.

Gotham Central: La morte di Robin narra l’indagine sull’omicidio di due sedicenni vestiti da Robin.

Nello stupore generale – causato sia dall’età della vittima (16 anni) che dalla possibile scoperta dell’identità segreta di un eroe – il dipartimento di polizia si trova a seguire diverse piste (compresa quella che porta alla colpevolezza del pipistrello) collaborando e scontrandosi con l’azione del mascherato.

Gotham Central: La morte di Robin si rende apprezzabile per diversi spunti che hanno permesso a Rucka e Brubaker di costruire un must del genere – che spesso e volentieri accarezza il noir – e sfruttare la presenza dei vigilanti per esaltare tutto il resto del contesto.

L’elemento che – a nostro parere – emerge con forza è quello del forte legame con tutto l’universo fumettistico costruito fino a quel momento.

Una morte in famiglia – La copertina del fumetto

Attraverso una serie di citazioni continue (oltre al capolavoro di Miller, alla mente ritorna inevitabilmente Una morte in famiglia), infatti, Gotham Central: La morte di Robin tende a marcare non solo un nesso più ampio con tutto il mondo Dc Comics – mostrato dalla presenza dei Teen Titans – ma anche una robusta affermazione di quella realtà all’interno del fantastico cosmo supereroistico.

Proprio questo punto porta ad un secondo dato che, traendo vantaggio dalla presenza di Batman ed i Teen Titans nella storia, riesce ad esaltare al massimo la componente umana di Gotham City.

L’indagine svolta – spesso con impaccio – dalla polizia della City, difatti, è sia funzionale al lavoro dei mascherati che della città e, contemporaneamente,  tende ad affrontare la vita di tutti i giorni nel miglior modo possibile a differenza degli eroi che combattono battaglie, di solito, più lunghe ed articolate.

Infine il lavoro del trio Kano (disegni), Gaudiano (chine) e Loughridge (colori) che, pur attribuendo la classica ambientazione dark alle tavole, riescono ad evidenziare alcune peculiarità della quotidianità cittadina.

Luci ed ombre – in base alle scene presentate – , primi piani dei protagonisti (isolando, in un certo senso, i vigilanti già noti ai lettori) ed i tanti particolari del Dipartimento di Polizia portano alla piena materializzazione di tutto ciò che ruota attorno al batmondo.

Alessandro Falanga

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