Su Diario Di Rorschach la recensione di uno dei fumetti più attesi dell’estate: il Dylan Dog #383 scritto da Dario Argento. Profondo Nero
I nomi Dylan Dog e Dario Argento evocano piacevoli ricordi ai fan tanto della saga a fumetti italiana più famosa di sempre quanto del regista romano. Oggi, A.D. 2018, il sogno di diverse generazioni è finalmente realtà. E’ uscito Profondo Nero, una storia scritta da Dario Argento per Dylan Dog. Il numero è il 383 e la storia è più argentiana che mai. Dylan si trova immerso nella sparizione di Lais, giovane modella di bondage misteriosamente scomparsa.
Chi ama Dario Argento troverà alcuni elementi che lo hanno reso negli anni l’Alfred Hitchcock italiano. Il passato – il fumetto si apre infatti con un episodio avvenuto anni prima rispetto al giorno d’oggi, tipico del Cinema di Argento – ma anche la sessualità, il corpo femminile, lame di coltello. Il mistero. Il torbido. E ovviamente un assassino con cappello, giacca e guanti neri. Tutti elementi che hanno reso iconico il cinema del regista romano.
In Profondo Nero Dylan Dog indaga sulla misteriosa scomparsa di Lais. L’indagine oscilla tra donne, misteri familiari, nobiltà e feticismi BDSM. In Profondo Nero è presente in egual misura sia la componente prettamente reale fatta di cadaveri, indizi e dialoghi carichi di fervore sociale tipici di Dylan Dog, sia la componente più onirica tipica del Cinema di Dario Argento.
Il giallo si mescola all’horror. La storia è più misterica che horrorifica. La quotidianità di una famiglia nobiliare che nasconde dietro le pareti della sua dimora la tradizione del Whipping Boy – ovvero di un ragazzo punito al posto del vero colpevole, pratica tipicamente nobiliare – tanto consueta quanto terribile, con l’Old Boy che si fa strada tra verità sempre più difficili da digerire.
Questa storia trae la sua forza proprio dal modo in cui viene raccontata, con l’orrore mostrato efficacemente dai disegni dello storico Corrado Roi che come sempre compie un lavoro spettacolare dal punto di vista visivo. Non solo: durante la lettura del fumetto compaiono citazioni del Cinema di Dario Argento. In una particolare sequenza – ovvero quando l’Old Boy si reca da Milford Chapman, bottegaio cinematografico – compare la locandina di Inferno e di Profondo Rosso.
Le donne, poi, sembrano davvero uscire da un film di Dario Argento. Visi ovali, capelli neri. L’ambiguità e il mistero delle donne è un’altra chiave di lettura di Profondo Nero.
Il racconto si colloca saldamente nella cultura di massa di questi anni, tra selfie e riferimenti a successi letterali e cinematografici di questi anni: Cinquanta Sfumature Di Grigio – pesantemente perculato da Groucho – e sopratutto Il Codice Da Vinci. Ma anche citazioni di John Carpenter.
Per concludere, Profondo Nero è una buona storia, che si lascia leggere ma che lascia anche – purtroppo – l’impressione di una storia incompiuta. Dario Argento avrebbe potuto osare di più, resta comunque una storia assolutamente da leggere.