Carpenter80 è una rubrica del Diario di Rorschach che si occupa di recensire i film degli anni ottanta di John Carpenter. Iniziamo con The Fog, film del 1980
Quando iniziano gli anni ottanta, John Carpenter rappresenta una delle promesse più luccicanti del panorama cinematografico statunitense.
Carpenter è innamorato del Cinema e della Musica. Nel 1970 assieme a Nick Castle cura la sceneggiatura del cortometraggio The Resurrection Of Broncho Billy. L’anno successivo il cortometraggio vince il Premio Oscar come Miglior Cortometraggio facendo circolare il nome di Carpenter tra gli appassionati di Cinema indie.
Qualche anno dopo Carpenter – che ha passato la maggior parte degli anni sessanta a girare cortometraggi di matrice fantascientifica – assieme all’amico Dan O’Bannon (sceneggiatore di Alien) si mette al lavoro su un film che è una parodia del Cinema di fantascienza. In particolar modo 2001 A Space Odyssey e Dr. Strangelove.
Il risultato è Dark Star. Una commedia fantascientifica dove si alternano momenti grotteschi ad altri irriverenti.
Nel 1976, pesantemente influenzato dal film Rio Bravo (Un Dollaro D’onore) di Howard Hawks, Carpenter dirige Assault On Precinct 13 (Distretto 13 – Le Brigate Della Morte).
Il secondo lungometraggio di Carpenter viene ritenuto da molti critici uno dei migliori film di genere degli anni settanta grazie ai molteplici rimandi di critica sociale.
In questo film va in scena il primo epico anti eroe carpenteriano, Napoleon Wilson, un personaggio cinico e disilluso. Non sarà il primo. Né l’ultimo.
Il film, ambientato a Los Angeles, mette in scena una società dominata dalla violenza, in cui le forze dell’ordine sono costrette a ritirarsi da alcune aree disadattate e ormai in completa balia della ferocia delle gang – resa esplicitamente realistica dal regista attraverso l’uccisione immotivata di una bambina – e ribaltando in tal modo il mito della frontiera del genere western.
Assault On Precinct 13 è un film che puzza di strada e di rabbia urbana. Una strada maleodorante, viva. Violenta. Il film prosegue il genere poliziesco stradaiolo che andava di moda verso la fine degli anni settanta – un nome su tutti: Dirty Harry di Don Siegel – e che troverà altra linfa vitale grazie al celebrato The Warriors (I Guerrieri Della Notte).
Un’altra pellicola fondamentale per capire questo tipo di Cinema.
Ma torniamo a John Carpenter. Il Nostro ama scrivere le colonne sonore dei suoi film. L’uso di brani col sintetizzatore è uno dei marchi di fabbrica di quasi tutte le sue pellicole.
In particolar modo in quella di Halloween – film del 1979 – prenderà in prestito la OST di Profondo Rosso di Dario Argento e il cinema di Mario Bava per il film slasher per eccellenza.
Il film è pregno di riferimenti a Psyco di Alfred Hitchcock a partire dalla trama – e dal villain, un temibile Mike Myers – fino a giungere all’attrice protagonista Jamie Lee Curtis, figlia di Janet Leigh protagonista del capolavoro di Alfred Hitchcock.
Il regista prende un periodo di pausa dal Cinema. Si dedica a varie regie televisive. Someone’s Watching Me! e Elvis sono i due progetti mentre cura la sceneggiatura per Better Late Than Never.
Sul set di Someone’s Watching Me! conosce Adrienne Barbeau che in futuro, oltre ad interpretare alcuni dei ruoli femminili più riusciti del suo cinema, diventerà sua moglie. Elvis è il primo film dove recita un giovanissimo Kurt Russell, attore che in seguito darà il volto ai più celebri anti eroi del regista.
“Le 11 e 55…tra poco sarà mezzanotte…c’è ancora tempo per un’altra storia..”
Le pellicole ottengono un buon successo e il carattere eclettico del regista, capace di muoversi tra sintetizzatori, pellicole cinematografiche e sceneggiature televisive, assieme ai fondi ricavati dalla produzione di Halloween, gli consentono di torna sul grande schermo con The Fog.
E’ la storia di alcuni attacchi da parte di pirati fantasma in cerca di vendetta e si avvale per suscitare la paura di un’atmosfera inquietante e suggestiva tipica dei romanzi di Lovecraft, altra passione di Carpenter.
Nonostante vi siano pochi effetti speciali splatter, sempre affiancato dalla sceneggiatrice Debra Hill, Carpenter riesce a creare un horror di grande atmosfera, inquietudine e suspence.
Un film oscuro, con una colonna sonora minimale ma incredibilmente impressionante. Nel film troviamo Adrienne Barbeau, Jamie Lee Curtis e Janet Leigh.
The Fog ha il solo difetto di arrivare al Cinema dopo Halloween, il film che più di tutti aveva fatto conoscere il talento del regista di Carthage.
Carpenter riesce a essere uguale a sé stesso, pur distaccandosi dagli stilemi slasher del precedente film. The Fog è una ghost story, più delicata. Più ansiogena. Più claustrofobica e meno violenta della precedenti pellicole. Ma non per questo meno potente.
Anche questo film inizia in un giorno di festa, come nel precedente, e anche in questo caso il giorno di festa diverrà una giornata di incubi e orrore.
A differenza del precedente Halloween, The Fog è una storia corale dove molteplici sono i protagonisti, accumunati dall’ansia e dal terrore di una nebbia che porta con sé i fantasmi che fondarono la cittadina di Antonio Bay cento anni prima.
Il lungometraggio si prende i suoi tempi, la tensione aumenta lentamente ma inesorabilmente. Proprio come la nebbia del film.
L’impressione generale è quella di assistere ad un film semplice ma di classe. Girato con fermezza e lucidità. Un film che sa gestire tempi e spazi. Una storia classica narrata in modo geniale. Il quarto film di John Carpenter è una pellicola fondamentale per comprendere appieno l’universo cinematografico del regista statunitense.
E’ un film che è strettamente connesso con il Cinema horrorifico di quegli anni. Stanley Kubrick stava dirigendo The Shining, David Cronenberg aveva diretto Shivers e The Brood, Brian De Palma si era fatto un nome grazie a Carrie e Dressed To Kill. David Lynch stupiva grazie a Eraserhead.
Carpenter guardava anche all’Italia, in particolar modo a Dario Argento e Mario Bava.
Pur non essendo un film spettacolare dal punto di vista visivo, The Fog con gli anni è diventato un piccolo cult. Una pellicola assolutamente da vedere e da apprezzare per chi ama John Carpenter.