This Must Be The Place

Hanno Tutti Ragione – This Must Be The Place

Hanno Tutti Ragione è una rubrica di Diario di Rorschach che si occupa dei film di Paolo Sorrentino. Continuiamo raccontando This Must Be The Place lungometraggio del 2011 del regista partenopeo


Il Cinema di Paolo Sorrentino è in parte uno specchio delle sue ossessioni. O delle sue passioni, se vogliamo. La passione per la politica – Il Divo – l’indignazione contro ogni forma di mafia – Le Conseguenze Dell’Amore – il calcio – L’uomo In Più – e ovviamente la musica.
This Must Be The Place, primo film statunitense di Paolo Sorrentino, è un film molto musicale. A partire dal titolo, ovvia citazione di un brano dei Talking Heads, Il titolo del film è un tributo alla canzone This Must Be The Place (Naive Melody) dei Talking Heads, inclusa nell’album Speaking in Tongues del 1983.
I Talking Heads sono u
no dei gruppi preferiti di Sorrentino. Ma non è tutto. Nel film compare proprio David Byrne, leader dei Talking Heads, che regala un cameo.

La storia di This Must Be The Place è la storia di una rockstar, celebre negli anni Ottanta. Da diversi anni Cheyenne – Sean Penn – vive nella sua enorme casa affianco della donna che ama da sempre, vivendo una vita piatta e noiosa. Si trucca come se fosse ancora negli anni Ottanta e soffre di una forma lieve di depressione. Per chi non l’avesse capito Cheyenne è Robert Smith, leader dei Cure.
La vita lenta, piatta, noiosa di Cheyenne subisce una svolta improvvisa quando viene a sapere che il padre sta morendo a New York. Ovviamente Cheyenne non prende l’aereo, quindi inizia il suo viaggio da Dublino – patria degli U2, altra citazione – a New York dove scopre che il padre è deceduto.

In quell’occasione scopre che il padre stava dando la caccia a un ufficiale nazista da diversi anni. L’ufficiale nazista, Aloise Lange, lo aveva umiliato in un campo di concentramento all’epoca della Seconda Guerra Mondiale. Per Cheyenne è l’occasione della vita. E’ l’occasione di crescere, di diventare un uomo, di fare qualcosa.

This Must Be The Place, un dietro le quinte tra Sean Penn e David Byrne
This Must Be The Place, un dietro le quinte tra Sean Penn e David Byrne

La prima parte del film ci racconta di Cheyenne. Della sua vita. Ci racconta di un uomo fuori dal tempo, prigioniero del suo personaggio, desideroso di fare qualcosa. Cheyenne è ancora un bambino che non sa cosa fare da grande.
La seconda parte del film racconta un’altra storia. La storia di una crescita personale. Cheyenne gira l’America a caccia di Aloise Lange, incontrando personaggi di varia natura e vivendo una vita vera e non quella di ex rockstar annoiata. This Must Be The Place è un film sulla redenzione, un lungometraggio che sfrutta una storia apparentemente interessante – la vita di Cheyenne – salvo poi spogliarla di tutti gli orpelli e trascinarla verso un’altra parte. Dall’Irlanda degli U2 all’America dei Talking Heads.

Abbiamo detto che This Must Be The Place è il film musicale di Paolo Sorrentino. Nel cast troviamo Sean Penn, Frances McDormand, Eve Hewson – figlia di Bono Vox degli U2, già elogiata in The Knick – Judd Hirsch e Harry Dean Stanton.
Le musiche per This Must Be the Place sono state scritte da David Byrne dei Talking Heads con la collaborazione del cantautore indie Will Oldham.

This Must Be The Place non è il miglior film di Sorrentino. Nonostante alcuni limiti – una certa lentezza, una storia non proprio esaltante – This Must Be The Place è il film che fa conoscere e apprezzare il talento del regista partenopeo anche all’estero. Per il suo prossimo film Sorrentino ritorna in Patria, raccontando una storia tutta italiana.

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