Hellblazer: Il pub in cui nacqui (The pub where i was born), la seconda storia del Constantine secondo Garth Ennis. La recensione del fumetto su Diario di Rorschach

Dopo aver conosciuto la versione umana del Constantine di Garth Ennis con Hellblazer: Abitudini pericolose (Dangerous Habits), in questa nuova recensione faremo riferimento alla seconda storia del padre di Preacher sul mago britannico: Hellblazer: Il pub in cui nacqui (The pub where i was born).
L’antieroe Dc Comics, nella nuova versione dell’autore britannico è un personaggio dedito alle sigarette – che lo portano in Abitudini pericolose ad un cancro ai polmoni – all’alcol e alla riscoperta del valore dell’amicizia.
In Hellblazer: Il pub in cui nacqui questi elementi – se si esclude il fumo da cui Constantine si allontana per ovvie ragioni – vengono ripresi in maniera forte, cosrtuendo attorno una storia breve dove – ancora una volta – si cerca di raccontare l’uomo e non il mago.
La trama ruota tutta attorno al pub Northampton Arms, storico locale frequentato dal protagonista e dai suoi amici, che dopo la morte di Freddie Collins – il proprietario – vede la moglie Laura lottare con tutte le forze per mantenere in piedi il lavoro di un’intera vita.
Hellblazer: Il pub in cui nacqui, che si presenta come naturale seguito della vicenda precedente, pur discostandosi totalmente dal primo lavoro si rende piacevole per alcune peculiarità che tendono a caratterizzare maggiormente la serie in questione in base al suo autore.
Infatti, dopo aver sconvolto ulteriormente la vita di Constantine con Hellblazer: Abitudini pericolose (Dangerous Habits), Ennis accompagna il protagonista nella vita di tutti i giorni per modellarne ulteriormente il profilo.
La ritrovata amicizia con Kit e il ritorno alla vita di tutti i giorni, con ampie riflessioni sul suo ruolo nella società, portano John a tentare in tutti i modi di riscoprire la vita da uomo normale.

Nel fare ciò, al fine di sentirsi maggiormente coccolato da quella riscoperta, il personaggio si stringe a tutto ciò che ha di più caro, Northampton Arms compreso, sperando di tornare alla normalità nella maniera più lieve possibile.
Questi passaggi, cruciali per l’intero arco narrativo, vengono evidenziati anche dal cambio graduale di stile che si rivela sistematicamente all’avanzare degli eventi.
Per la gioia del disegnatore Will Simpson, che non poco ha dovuto sudare per rendere al meglio il progetto in terza persona di Hellblazer: Abitudini pericolose (Dangerous Habits), Hellblazer: Il pub in cui nacqui pur cominciando dal punto in cui Ennis aveva fatto finire la storia, si evolve in dialoghi continui fino al finale non del tutto a sorpresa.
Proprio l’ultimo elemento, tipico di Hellblazer, riporta improvvisamente Constantine nel suo mondo abituale, facendo riemergere però la magia come un contorno del tutto – così come accaduto in precedenza – e non come il centro della storia.
Nonostante il cambio di tecnica utilizzata dall’autore, anche in questo episodio Will Simpson è stato costretto ad un lavoro fuori da ogni logica.
Difatti, a causa della poca dinamicità presente nella storia (che in sostanza si divide in tre parti contraddistinte da dialoghi ), il disegnatore ha puntato ancora una volta sui tanti primi piani, caratteristici dell’idea di Ennis, e sulle atmosfere cupe – giocando anche in questo caso tanto sulle ombre – per evidenziare maggiormente quell’animo svogliato del Constantine secondo il padre di Preacher.